Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ogni vittoria di Israele a Gaza si trasforma in una sua sconfitta internazionale Intervista di Giulio Meotti a Yossi Klein Halevi
Testata: Il Foglio Data: 23 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Giulio Meotti Titolo: «“Riconoscere la Palestina è appeasementmascherato da buone intenzioni”. Parla Halevi»
Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 23/09/2025, a pagina 1/III, l'intervista di Giulio Meotti a Yossi Klein Halevi dal titolo: "Riconoscere la Palestina è appeasementmascherato da buone intenzioni”. Parla Halevi".
Giulio Meotti
Yossi Klein Halevi avverte che il riconoscimento affrettato di uno Stato palestinese è ingenuo e rafforzerebbe Hamas, premiando il 7 ottobre.
Conclude che l'Europa, pericolosamente ingenua, rischia isolamento e indebolimento morale se continuerà con questa politica
Roma. “E’ una combinazione di paura e naïveté mascherata da buone intenzioni e sappiamo dall’esperienza che niente di buono viene da questa pericolosa combinazione”. Così al Foglio Yossi Klein Halevi, l’intellettuale di origine americana che vive a Gerusalemme, editorialista per testate internazionali, centrista e autore di “Letters to my Palestinian neighbor”. “Gli occidentali sono suscettibili a questa combinazione e riconoscere uno stato palestinese senza confini, senza la sostanza di uno stato e senza considerazione per le conseguenze che ci saranno in Israele, farà sì che i soliti europei con le loro buone intenzioni porteranno al disastro”. Questa dichiarazione è una vittoria di Hamas, che ieri ha scritto una lettera a Donald Trump chiedendogli una tregua di sessanta giorni in cambio del rilascio di metà degli ostaggi israeliani. “Tutti lo hanno capito in medio oriente, non solo Hamas che dichiara vittoria” dice Halevi.
Prosegue Yossi Klein Halevi al Foglio: “Ho letto una cosa che ha detto Salman Rushdie, che è sempre stato a favoredello stato palestinese: ‘Se nascesse oggi, lo stato palestinese sarebbe tipo i talebani e un proxy dell’Iran’. E’ questo che vuole l’occidente? E’ incoscienza criminale e l’Europa non ha il diritto di essere naïf. La primaconseguenza sarà rafforzare Hamas, che ha detto che il riconoscimento è il risultato del 7 ottobre. Puoi farci tutto lo spin che vuoi, ma i palestinesi vedono che Hamas saràquello che darà loro uno stato. E come israeliano provo dolore di dover parlare come parla il governo Netanyahu, ma l’occidente non mi lascia scelta”. Il 7 ottobre 2023, Israele sembrava sul punto di disgregarsi. “La sua deterrenza militare era infranta. Abbiamo vissuto la distruzione di Israele in un microcosmo: i confini invasi, esercito e governo allo sbando, cittadini abbandonati a se stessi contro un nemico senza ritegno morale. Hamas aveva due scopi col 7 ottobre: fermare la riconciliazione fraIsraele e l’Arabia saudita e trasformare Israele in uno stato paria. E ci stanno riuscendo molto bene. Sembra controintuitivo, massacrare 1.200 israeliani e ottenere la simpatia del mondo, ma è andata così”. Non c’è un DavidGrossman a Ramallah. “Ci sono palestinesi coraggiosicontro Hamas e l’Autorità palestinese perché corrotta, ma sono tutti in occidente” ci dice Halevi. “E’ interessante,perché in occidente questi palestinesi sono visti come lo Zio Tom palestinese. Rischiano la loro vita nel dire la verità, ci sono anche a Gaza ma Hamas li reprime e li uccide. L’occidente progressista tollera questo livello di repressione e questo mi dice tutta l’ipocrisia e la stupidità delle posizioni occidentali. I nostri amici in tutto il mondo– e non siamo senza amici, anche se spesso sembra così – capivano che una vittoria di Hamas avrebbe rafforzato il terrorismo globale. Capivano che questa non era solo la guerra di Israele, ma dell’occidente. Che Israele stava ‘facendo il lavoro sporco’, come ha detto il cancelliere tedesco Merz quando Israele ha bombardato l’infrastruttura nucleare iraniana. Queste voci sono state preziose proprio perché rare”. Halevi ha appena scritto un articolo per dire che la guerra a Gaza deve fermarsi. “Per la prima volta la critico dopo che per due anni l’ho sostenuta. La guerra iniziata il 7 ottobre era contro l’Iran di cui Hamas è una parte. Ora dobbiamo riprendere gli ostaggi, vivi e morti, e creare un meccanismo che prevenga il ritorno al potere di Hamas a Gaza”. Ma a Gaza ancora ci sono gli islamisti: due sere fa, hanno preso tre palestinesi e li hanno uccisi davanti alla folla urlante “Allah Akbar”. “Abbiamo ogni diritto morale di distruggere Hamas e temo che la guerra non ci riesca, ogni vittoria contro Hamas si trasforma in una nostra sconfitta internazionale. Temo anche che la guerra continuerà almeno un altro anno o più e Israele sarà sempre più isolato”. Halevi guarda con commiserazione ciò che avviene dalle nostre parti. “C’è una lotta per l’anima dell’occidente” conclude. “Una delle armi del terrorismo è la coscienza indignata dell’occidente. Inizia con gli ebrei ma non finisce con gli ebrei: l’appeasement verso l’islam radicale, in patria o all’estero, indebolirà l’Europa fino al punto di diventare una minaccia esistenziale, non per me, io so quello che devo fare per sopravvivere, ma per l’Europa stessa”.
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