Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’ubriacatura genera guerra Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 23 settembre 2025 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «L’ubriacatura genera guerra»
Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 23/09/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "L’ubriacatura genera guerra".
Fiamma Nirenstein
Si completa la pluridecennale storia dell'inimicizia dell'ONU per Israele, con il riconoscimento della Palestina, voluto da Macron. Eppure la maggioranza dei francesi non vuole un riconoscimento così affrettato, così come la gran maggioranza degli inglesi, nonostante Starmer si sia accodato nel riconoscimento di uno Stato che non c'è.
Ieri all’Assemblea Generale la riunione indetta da Macron per riconoscere lo Stato palestinese completerà la pluridecennale inimicizia dell’ONU verso Israele. Già il giorno prima battendo Macron, insieme ad altri tre volenterosi (Portogallo, Australia, Canada) Starmer ha portato l’Inghilterra a dichiarare solennemente che sarà della partita. Così la Gran Bretagna, madre della dichiarazione Balfour e quindi della risoluzione di Sanremo nel 1920 e alla fine mandataria proprio per garantire la fondazione dello Stato Ebraico.
Oggi come negli anni Trenta, spaventata dagli arabi tradì il movimento sionista con la spartizione illegale della commissione Peel e poi col Libro Bianco, tradisce Israele: l’ex ministra Priti Patel ha detto “un nuovo Chamberlain”. È una pandemia: sono oggi più di 140 Stati, tutta la Lega Araba più vari Stati dell’UE, Paesi lontani e vasti, come la Nuova Zelanda e l’Australia... che premiano Hamas e puniscono Israele. Sarebbe bello “due Stati per due popoli”, ma l’ombra del 7 ottobre incombe, già Macron, detto da Hamas stesso, ha causato il rifiuto di liberare i rapiti. Menomale che l’Italia è stata saggia. Ma anche la gente dei Paesi che votano “sì” lo sa: il 90 per cento del pubblico inglese non è d’accordo, e neppure due terzi dei cittadini francesi. Fra i francesi il 38 per cento ha detto che almeno si restituiscano gli ostaggi, 33% che non ci sono le condizioni. Macron non solo compie, ma ha indotto con un lavorio intensivo un risultato evidentemente guerrafondaio. Solo l’estrema sinistra di La France Insoumise lo sostiene al 78 per cento, e solo il 41 nel suo partito. In Inghilterra solo il 13 per cento sostiene un riconoscimento senza condizioni, il 51 lo vogliono senza Hamas, il 41 chiede almeno gli ostaggi. I genitori dei due ragazzi ischeletriti Eviatar David e Ron Braslawsky, hanno firmato con gli altri parenti una lettera di protesta: chi è per lo Stato palestinese complica la restituzione dei rapiti. Starmer risponde alle dure accuse di Netanyahu di sostenere il terrorismo, ma è Ghazi Hamad, uno dei leader di Hamas, a vantare che il sostegno dello Stato palestinese è frutto del massacro del 7 ottobre, e con lui l’altro leader Mahmoud Mardawi.
Prima della seduta ieri Macron ha fatto un passo indietro, senza ostaggi non ci sarà ambasciata. Ma ormai la valanga ruzzola, l’ONU fa saltare gli accordi di Oslo del 1993 che tengono ferma ogni annessione da parte di Israele delineando un confine all’aggressione terrorista: adesso, per evitare il rischio dell’assedio di uno Stato palestinese fino a Tel Aviv e all’aeroporto, mentre Hamas è all’80 per cento ei consensi fra i palestinesi, Israele potrebbe annettere una parte dei territori su cui gli Accordi prevedono un mutuo consenso. L’ Autorità nazionale palestinese, più furba di Macron, non dichiara l’indipendenza: cancellare gli accordi Oslo del 1993 può portare in un baratro. L’ Arabia Saudita minacciare un atteggiamento ostile in caso di annessione, ma avrà poco effetto se Israele sarà costretta a difendere il suo piccolissimo territorio da un assedio che lo strangoli. L’ubriacatura del riconoscimento cancella i fatti: non c’è nessun segno che i palestinesi accettino la convivenza con Israele, rifiutata dal 1948; Abu Mazen, unica alternativa a Hamas, ha 90 anni e governa illegalmente dal 2006, le elezioni porterebbero al potere Hamas; uno Stato palestinese sarebbe autoritario, antigay, antidonna, e ultrarazzista, perché esclude ogni presenza ebraica. Non avrebbe strutture economiche né confini. Una ONU ubriaca sembra convogliare il mondo su un’ unica arte consolidata: l’odio per gli ebrei. Ovvero, alla guerra.
Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante