Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il Qatar richiede delle scuse, ovvero il mondo alla rovescia Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 22 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «Il Qatar richiede delle scuse, ovvero il mondo alla rovescia»
L'emiro del Qatar, al Thani ha anche la faccia tosta di chiedere le scuse di Israele per il raid su Doha. Ospita impunemente i capi dei terroristi di Hamas e non vuole che vengano toccati. Intanto incassa il sostegno internazionale, anche di Trump. Un mondo alla rovescia.
Da un lato, ci sono degli ostaggi, il cui numero va scemando, affamati e torturati nei tunnel sotterranei di Hamas costruiti con i dollari dell'emiro del Qatar. Dall'altra, i leader di questa organizzazione terroristica che vivono serenamente, circondati dai loro cari, nelle residenze a cinque stelle messe a loro disposizione a Doha, la capitale del piccolo ma ricchissimo emirato.
Sullo sfondo, il canale Al Jazeera, di proprietà dell'emiro. Principale propagandista dei Fratelli Musulmani, perseguitati nella maggior parte dei Paesi arabi, ancheAl Jazeera lìviene messa al bando. L'emittente trasmette con compiacenza i comunicati di Hamas e ha divulgato le vergognose messe in scena della liberazione di ostaggi. Ma nell'universo parallelo dei media occidentali, nulla di tutto ciò squalifica il Qatar o impedisce all'emirato di presentarsi come mediatore imparziale tra il governo israeliano e i leader di Hamas: è addirittura capace, con il sostegno degli Stati Uniti, di trovare la formula magica che permetterà la liberazione degli ostaggi e la fine dello scontro a Gaza. Scontro innescato dalle atrocità commesse dai “militanti” di Hamas che si sono riversati all'interno dei confini internazionalmente riconosciuti di Israele, il 7 ottobre 2023. Al contrario, i commentatori ci spiegano seriamente che l'emiro è in una posizione di forza e che può fare pressione sui leader di Hamas per costringerli a negoziare. Dovrebbe comunque usare ancora le leve a sua disposizione. Finora, però, non l'ha fatto. Inoltre, non ha nemmeno ritenuto necessario condannare l'omicidio di due bambini in cattività, strangolati a mani nude, o cercare di rendere più umane le condizioni in cui sono tenuti gli ostaggi. Forse pensa che un simile gesto di umanità sarebbe contrario alla neutralità che un mediatore imparziale deve dimostrare. Un mediatore che oggi sospende la sua mediazione. Rendetevi conto: gli israeliani hanno osato lanciare un raid nella casa di Doha dove si sarebbe dovuto tenere un incontro dei leader di Hamas. E non leader qualsiasi. Ma proprio quel gruppo che, mentre era in Turchia, era stato ripreso da telecamere mentre gioiva in diretta, di fronte alle immagini trasmesse dai terroristi il 7 ottobre, prima di prostrarsi per ringraziare una divinità presumibilmente compassionevole e misericordiosa. Israele allora aveva annunciato solennemente che giustizia sarebbe stata fatta e che coloro che avevano istigato queste atrocità avrebbero pagato per i loro crimini. Per l'emiro del Qatar, questa era un'inaccettabile violazione della sua sovranità. E nessuno gli dica che è stato proprio a causa di una non meno inaccettabile violazione della sovranità israeliana che è scoppiato lo scontro. Quindi esige delle scuse, dellegaranzie che un simile oltraggio non si ripeterà mai più. E nel frattempo blocca i negoziati. Il Presidente americano lo sostiene, dicono. Il che impone due riflessioni. Da un lato, questo non cambia molto, dato che Hamas non è ancora pronta a fare la minima concessione. Dall'altro, non c'è limite al cinismo e alla malafede.