lunedi` 22 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Il Riformista Rassegna Stampa
22.09.2025 La Cgil scende in politica estera, stavolta lo sciopero è per Gaza. Ugl: “Non risolve, ma crea disagi”
Cronaca di Aldo Rosati

Testata: Il Riformista
Data: 22 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Aldo Rosati
Titolo: «La Cgil scende in politica estera, stavolta lo sciopero è per Gaza. Ugl: “Non risolve, ma crea disagi”»

Riprendiamo dal RIFORMISTA, edizione online, la cronaca di Aldo Rosati dal titolo "La Cgil scende in politica estera, stavolta lo sciopero è per Gaza. Ugl: “Non risolve, ma crea disagi”".

La Cgil proclama lo sciopero generale per Gaza, il sindacato più grande d'Italia ha deciso di scendere in politica (estera). E di farlo al fianco di Hamas. Per fortuna c'è scetticismo negli altri sindacati: Ugl apertamente contraria, Cisl e Uil non si fanno sentire.

L’autunno caldo, stavolta per Gaza. Un’immagine inedita che spazza via i cimeli del passato: le vertenze, i tavoli, la sala verde di Palazzo Chigi, i picchetti davanti alle fabbriche, le pipe, roba da archivio in bianco e nero. Ora la Cgil alza il tiro, pensa in grande. Il “creativo” di Corso Italia si è inventato un nuovo filone: scioperiamo per il Medio Oriente. Non bastava più partecipare alle manifestazioni altrui: bisognava intestarsi la causa, conquistare la testa del movimento pro-Pal, farsi largo tra i numerosi contendenti. Puro teatro, con ambizioni da regia. Un’idea che ha fatto proseliti: lunedì tocca ai sindacati di base, con disagi che si faranno sentire anche nei servizi pubblici essenziali, sempre per lo stesso motivo: “Aiutiamo Gaza”.

Maurizio Landini, in versione globale, presenta la sua piattaforma “stravagante”: “È necessario che si prendano dei provvedimenti, Netanyahu e il suo governo vanno fermati. Per farlo bisogna smettere di mandargli armi, interrompere qualsiasi rapporto economico e commerciale”. La parola “lavoro” non compare, ma la Cgil si intesta la politica estera, d’altra parte se ne parla pure Enzo Iacchetti, perché non pensarci anche noi? Intanto qualcuno si commuove, Nicola Fratoianni, co-leader di Avs: “È una straordinaria prova di solidarietà e maturità politica. Voglio dire grazie al sindacato”. Segue il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, con fascia tricolore e frase a effetto: “Dobbiamo mettere al centro i bambini, i cittadini, le persone che stanno morendo a Gaza. Ci sono troppe manifestazioni con gli stessi promotori”.

Parole nobili, certo. Ma a Bologna, intanto, va in scena la rissa: comunicati, insulti, accuse. Si litiga per il premio con la kefiah. “Io sciopero più di te”, “no, il tuo è uno sciopericchio opportunistico”, gridano i sindacati di base. Solidarietà a parole con la Flotilla? “Non basta”. Per fare davvero la differenza, dicono, serve “interrompere la complicità con Israele, gli altri lo fanno solo a parole”. Per riprendersi dalla polemica basta andare sotto il sole cocente di Piazza Capranica, a due passi da Montecitorio, dove la Cgil tiene il suo presidio. “Va fermata l’invasione israeliana a Gaza e il genocidio del popolo palestinese”. Dichiarazione netta. A cui si aggiunge, con abbondante immaginazione, Natale Di Cola (Cgil Roma e Lazio): “Il nostro Paese deve essere solidale. Lavoriamo per far finire la guerra”. Fantasia al potere, i nuovi “indiani metropolitani “, versione 2025 Da Genova e Livorno arrivano bollettini trionfali: “Adesioni da record”.

A Firenze si radunano in piazza Dalmazia, e spunta anche Eugenio Giani. Gli organizzatori per un momento si illudono, dopo viene a galla un filo di amarezza: “Il governatore va dappertutto”. Poi il colpo di scena. Il sito Cgil annuncia in tempo reale l’elogio da Shaher Saad, segretario generale dei sindacati palestinesi: “Una decisione storica. Un’espressione concreta della profonda solidarietà internazionale della classe operaia italiana nei confronti della causa palestinese”. Un omaggio in perfetto stile Inti-Illimani: “El pueblo unido jamás será vencido”. Ma in casa nostra, il fronte si spacca. Cisl e Uil sono uccel di bosco, non si fanno vedere. L’Ugl liquida tutto come velleitarismo in salsa globalista: “Una mobilitazione del genere non risolve nulla, crea solo disagio”.

I due sindacati preferiscono il silenzio operativo: raccolta fondi, un’ora di stipendio alla Croce Rossa o alla chiesa di Gaza. Una scelta meno appariscente, almeno per chi si ostina a credere che un sindacato debba occuparsi anche – ogni tanto – dei lavoratori. Ma ormai le aspettative sono lanciate, la decisione “storica” di astenersi dal lavoro per Gaza, presa. E chissà che a uno dei prossimi vertici in Qatar non compaia davvero il profilo iroso del segretario Cgil. Sì, proprio lui, Landini, il tribuno che ha sempre disdegnato le trattative. E che oggi sogna di mediare nientemeno che la pace in Medio Oriente. Insomma “una risata vi seppellirà”.

Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.


redazione@ilriformista.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT