Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Perché la destra sa stare insieme e vincere Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 22 settembre 2025 Pagina: 1/4 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Il governo del fare»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 22/09/2025, a pag. 1/4, con il titolo "Il governo del fare", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Nonostante tutti i problemi, il governo Meloni sa stare unito e sa lavorare in squadra. La sinistra no
In un fazzoletto di giorni, un po’ nella veste di autore di un libro fresco di uscita, e un po’ in quella di commentatore per questo giornale, sono stato invitato in tre – riuscitissimi – eventi dei partiti del centrodestra.
In ordine cronologico, un weekend fa ero a San Benedetto del Tronto, ospite dei giovani di Forza Italia; questo sabato a Roma, a Fenix, da Gioventù Nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia; e ieri, domenica, al raduno leghista di Pontida.
E cosa ne ho ricavato, al di là di un’accoglienza in tutti i tre i casi affettuosissima e carica di amicizia? Mi sono portato a casa la precisa convinzione (non solo una vaga sensazione) di un centrodestra certamente plurale ma di sicuro unito. Un’unità non scontata, ma vissuta da tutte e tre le componenti come un valore irrinunciabile.
Intendiamoci bene: le differenze ci sono, e specialmente Lega e Forza Italia non fanno mistero delle rispettive distanze su punti anche non marginali. Così come, in tutti e tre i casi, un sano orgoglio di partito c’è, ed è fatto anche di atmosfere, di tradizioni, di differenti blasoni: non a caso, il centrogiunte regionali, così come nel Consiglio dei ministri), senza rinunciare ciascuno alla propria attitudine a rivolgersi a diverse porzioni e strati della società italiana.
Tre forze complementari ma non conflittuali, potremmo sintetizzare.
È esattamente ciò che a sinistra sembrano incapaci di realizzare.
E non solo perché l’unità appena “appiccicata” sulla scheda elettorale è contraddetta nei fatti: nelle Marche Schlein e Conte hanno tenuto eventi separati, mentre oggi Libero vi racconta la tragicomica vicenda calabrese della povera Elly Schlein abbandonata dal candidato Tridico, disperso non si sa dove proprio mentre la segretaria piddina era andata a sostenerlo.
E non si sa se ridere o piangere.
PER DIFETTO E PER ECCESSO
Ma c’è di più. Il guaio della sinistra si realizza sia per difetto sia per eccesso di unità. Per difetto, quando essa non si compie pienamente, come abbiamo appena visto. Ma anche per eccesso, quando il Pd, nel tentativo di incollare tutto l’incollabile, si mette disperatamente a inseguire Cinquestelle e Avs, di fatto aderendo in tutto e per tutto alle loro follie programmatiche, dal reddito di cittadinanza a un posizionamento geopolitico anti-Occidente.
In questo caso, qual è l’effetto?
La coalizione si estremizza, prevale sistematicamente il massimalismo, e soprattutto si arriva a una “indistinguibilità” tra il Pd e i suoi alleati. Provate anche voi a fare il test: chi sa dire tre cose in cui il Pd è diverso da Conte o dal duo Bonelli-Fratoianni? Diciamolo sinceramente: non ci sono, non se ne trovano. Non a caso, da molti mesi, la somma dei voti attribuita dai sondaggi a quei tre partiti è sempre la stessa: varia solo la distribuzione interna del consenso. Ma il centrosinistra non appare in grado di allargare il suo perimetro, di rivolgersi ad altri elettori. Ciò che invece la destra ha fatto e continuerà a fare.
Questo vuol dire che tutto va bene a destra? Ovviamente no, ci mancherebbe: ma sarà il caso per amici e avversari- di constatare che Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con le loro (benedette) differenze, sanno stare insieme. E soprattutto sanno vincere.
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