Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Zelensky critica l’Europa e cerca Trump Cronaca di Carlo Nicolato
Testata: Libero Data: 21 settembre 2025 Pagina: 15 Autore: Carlo Nicolato Titolo: «Zelensky critica l’Europa e cerca Trump»
Riprendiamo da LIBERO di oggi, 21/09/2025, pag. 15, con il titolo "Zelensky critica l’Europa e cerca Trump", la cronaca di Carlo Nicolato.
Carlo Nicolato
Zelensky vola a New York per partecipare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e per discutere con Trump sul sostegno al suo paese aggredito. Critica gli europei che non si danno una mossa, dato che Trump non si muoverà in autonomia senza prima serie sanzioni imposte dagli alleati europei. Ma, nonostante il discorso abbastanza realistico del presidente americano a Londra, non aspettiamoci grandi cose: finora Trump si è dimostrato più amico di Putin che dell'Ucraina e tuttora è contrario all'imposizione di sanzioni alla Russia.
Solo poche ore dopo l’incursione dei tre Mig russi in territorio estone Mosca ha ordinato un’altra spedizione di intensi bombardamenti sull’Ucraina, impiegando 40 missili e 580 droni. Kiev ha risposto a sua volta con una profonda incursione di droni in territorio nemico, arrivando fino oltre Mosca. I droni russi, come ha spiegato lo stesso presidente Zelensky, hanno preso di mira «infrastrutture, aree residenziali e aziende civili» nelle regioni di Mykolaiv, Chernihiv e Zaporizhzhia, ma soprattutto a Dnipro dove sono rimaste uccise tre persone. «Ogni attacco di questo tipo non risponde a un’esigenza militare, ma a una strategia deliberata della Russia per terrorizzare i civili e distruggere le nostre infrastrutture» ha scritto Zelensky su X.
Quelli ucraini invece sono arrivati fino alla regione di Samara dove hanno provocato la morte di quattro cittadini locali, mentre un altro attacco ha interessato le stazioni di pompaggio che servono i terminal di esportazione petrolifera russa nel porto di Novorossijsk, sul Mar Nero. Zelensky poi, parlando con i giornalisti del suo viaggio a New York in occasione dell’Assemblea Onu, è tornato a chiedere che gli alleati si diano una mossa perché «si sta perdendo tempo»: «Se la guerra continua e non ci sono passi avanti verso la pace, ci aspettiamo sanzioni», ha affermato aggiungendo che «il presidente Trump si aspetta un’azione decisa dall’Europa».
Di questo, ma anche di garanzie di sicurezza, il presidente ucraino parlerà con Trump a margine dell’Assemblea in un incontro che si preannuncia complicato. Il presidente americano infatti ha più volte annunciato di essere pronto a prendere nuove misure contro la Russia, ma parlando con i giornalisti di ritorno dal viaggio in Gran Bretagna ha detto che forse non è ancora il momento di chiedere a Putin di fermare la guerra.
Dipenderà dal petrolio, ha detto, «se i prezzi scenderanno, la guerra tra Russia e Ucraina finirà». Attualmente tuttavia il brent si trova a 66 dollari al barile, una cifra non in grado di impensierire il presidente russo. Parlando poi con i giornalisti alla Casa Bianca il presidente americano detto di voler fermare la guerra e di non voler fare soldi con essa, ma «in realtà li stiamo facendo, perché stanno comprando le nostre attrezzature, come sapete. (...) Stanno pagando per i missili, stanno pagando per i carri armati, e poi li danno all’Ucraina».
Sembra invece che per il momento non ci siano dirette conseguenze per lo sconfinamento dei jet russi in Estonia per i quali Tallinn ha chiesto un intervento della Nato. Il Cremlino ha parlato di “volo di linea”, nel quale è stata seguita una rotta aerea concordata sorvolando acque neutrali.
Per l’Occidente tuttavia quella russa è una vera e propria strategia. Citando «persone vicine al Cremlino» Bloomberg ieri ha scritto che Putin avrebbe deciso che l’escalation militare è il modo migliore per costringere l’Ucraina ad avviare i negoziati alle sue condizioni, anche e soprattutto in considerazione del fatto che ritiene improbabile che Trump faccia qualcosa di significativo per rafforzare le difese di Kiev. Secondo due fonti citate da Bloomberg, Putin starebbe anche monitorando la guerra a Gaza in quanto vede che i governi degli Stati Uniti e dell’Europa l’hanno generalmente accettata nonostante consideri la campagna di Netanyahu più dura della guerra russa in Ucraina. Tutto ciò, secondo il presidente Putin, indebolisce le loro critiche a Mosca e tale ragionamento potrebbe anche essere messo in evidenza in settimana durante l’Assemblea Onu. Allo stesso tempo, insiste Bloomberg, Putin continuerà a partecipare a qualsiasi dialogo con gli Stati Uniti, ma farà ciò che riterrà essere nel suo interesse nell’ottica di un possibile accordo a lui conveniente. Potrebbe essere una divisione dell’Ucraina sul modello coreano? Secondo il presidente Zelensky è da escluderlo. «Abbiamo uno scenario molto diverso da quello della penisola coreana» ha detto al quotidiano ucraino Glavkom, «lì la guerra si è conclusa senza un trattato di pace definitivo... Potrebbe anche accadere che non avremo un documento definitivo di fine guerra. Ecco perché alcuni, come il presidente francese Macron, affermano che le garanzie di sicurezza non devono aspettare la conclusione della guerra. Un cessate il fuoco è sufficiente per fornire garanzie di sicurezza». «Nessuno sta prendendo in considerazione uno scenario coreano o finlandese o altro, perché avremo quello che avremo».
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