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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
19.09.2025 Il Papa 'sull’uso della parola genocidio non mi pronuncio'
Cronaca di Amedeo Ardenza

Testata: Libero
Data: 19 settembre 2025
Pagina: 8
Autore: Amedeo Ardenza
Titolo: «Hamas minaccia: se Israele avanza non riavrà neanche un ostaggio»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 19/09/2025, a pag. 8, con il titolo "Hamas minaccia: se Israele avanza non riavrà neanche un ostaggio", la cronaca di Amedeo Ardenza.

Leone XIV, contrariamente al suo predecessore, non usa la parola "genocidio" per la guerra a Gaza. A domanda risponde diplomaticamente che «ufficialmente, la Santa Sede non ritiene che al momento si possa rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo». I suoi vescovi, invece, sono sempre più militanti contro Israele: un 'Leone' che comincia a portare male il nome.

Giovedì sera la Giordania ha condannato l’attacco avvenuto in mattinata al valico di Allenby in cui sono rimasti uccisi due israeliani.
Le autorità «hanno avviato un’indagine sulla sparatoria», ha dichiarato il ministero degli Esteri di Amman.
La Giordania considera l’attacco «una minaccia agli interessi del Regno e alla sua capacità di fornire aiuti umanitari alla Striscia di Gaza».
Alla guida di un camion carico di aiuto umanitari destinati all’enclave palestinese, un giordano ha superato la frontiera con Israele e aperto il fuoco uccidendo due israeliani, un 20enne e un 60enne, prima di essere neutralizzato dalle guardie di frontiera. Sempre ieri, quattro soldati delle Israeli Defense Forces sono rimasti uccisi e tre feriti a Rafah, nella Striscia di Gaza, nella detonazione di un ordigno a bordo strada (Ied), esploso al passaggio del veicolo di trasporto Hummer.
Hamas ha avvertito che gli ostaggi sono sparsi nei quartieri di Gaza City - oramai quasi per metà vuota, si contano 450mila evacuati - e che l’espansione dell’operazione militare israeliana implica che nessuno di loro verrà restituito dalla prigionia.
«Gaza non sarà un obiettivo facile per l’esercito e non ci preoccuperemo della vita degli ostaggi. Il loro destino sarà lo stesso di Ron Arad», ha dichiarato il gruppo terrorista menzionando il pilota israeliano abbattuto nei cieli del Libano nel 1986, fatto prigioniero da Amal e di cui non si è saputo più nulla. «L’inizio dell’operazione a Gaza City significa che il nemico non riavrà un solo ostaggio, vivo o morto», ha aggiunto Hamas, assicurando che «Israele sta entrando in una guerra di logoramento che gli costerà un ulteriore numero di morti e ostaggi». Da Londra, intanto, di Gaza ha parlato anche il presidente Usa Donald Trump in conferenza stampa con il suo ospite britannico, il premier Keir Starmer. «Voglio che gli ostaggi vengano rilasciati, e penso che andrà tutto bene, ma è stato un periodo brutale, e questo va avanti da molto tempo. Non è qualcosa che dura da un anno, due anni, ma da decenni e decenni. Ma vogliamo che finisca», ha detto Trump. Il commander in chiefha aggiunto di essere d’accordo con il capo del governo di Londra riguardo l’impegno dei rispettivi Paesi per portare la pace nella regione.
Ma mentre Starmer ha ribadito il suo impegno a riconoscere lo Stato di Palestina «come passo verso la soluzione due popoli-due Stati», il presidente Usa ha espresso la sua contrarietà: «È uno dei nostri pochi punti di disaccordo», ha spiegato Trump ai reporter. Del conflitto ha parlato anche papa Leone XIV. La parola genocidio per Gaza «viene utilizzata sempre di più» ma «ufficialmente, la Santa Sede non ritiene che al momento si possa rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo», ha dichiarato il pontefice nella sua intervista a Elis Ann Allen per Crux.
«Esiste una definizione molto tecnica di ciò che potrebbe essere un genocidio. Ma sempre più persone stanno sollevando la questione, tra cui due gruppi per i diritti umani in Israele». E ancora: «Anche se c’è stata una certa pressione» su Israele da parte degli Usa e nonostante le dichiarazioni di Trump, «non c’è stata una risposta chiara per alleviare le sofferenze della popolazione», ha aggiunto il pontefice.

 

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