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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.09.2025 I lettori ci scrivono, Deborah Fait risponde
Lettere a Informazione Corretta

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Deborah Fait
Titolo: «Una manifestazione pro-Israele, finalmente»

2 Lettere

1. Una manifestazione pro-Israele, finalmente!

Cara Deborah,

in questi tempi cupi ogni manifestazione di sostegno verso Israele giunge come una vera boccata di ossigeno. A questo proposito vorrei condividere con lei un video in cui un gruppo di patrioti irlandesi spiega in maniera molto esplicita ai manifestanti pro-pal cosa possono fare con la loro Palestina. Se non l'ha già visto, il link è questo: https://youtube.com/shorts/oQip1yj3w_k?si=-95FgZXK1DLLj41q

Le assicuro che a me ha risolto la giornata!

Shalom.

Davide Dana

Caro Davide,

video come questi mettono di buon umore. Questo poi girato in Irlanda, terra notoriamente nemica del popolo ebraico, è veramente una specie di balsamo sui nostri cuori già troppo feriti dall’odio che ci circonda.

La ringrazio per avermi dato questo momento di allegria e di ottimismo.

Un cordiale shalom

Deborah Fait.  

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2. Antisemitismo di massa

Salve Dame Devorah. 

Lunedì 15 Settembre, mi sono recato in un ambulatorio per un esame eco grafico alla tiroide, programmato da tempo. 

Naturalmente non tolgo la kippah per opportunismo, non voglio scampare alle conseguenze, qualsiasi esse siano, solo per quieto vivere, potrei farlo, ma poi dovrei fare i conti con la mia coscienza; massimo organo inquisitore, incentrato e concentrato su ogni mia singola azione e nei rapporti con gli altri, minuto per minuto. 

Premesso ciò, entro nel l’ambulatorio, presente il medico e l’infermiere, a breve comincia l’esame. 

Tolgo la kippah per non farla cadere, dovendo sdraiarmi sul lettino, chiedo se devo togliere la catenina dove spicca il mio “Magen David” e il medico che la scorge, mi dice che si, devo toglierla. 

L’infermiere, cordiale, mi sparge il gel sul collo. 

Il medico si approssima e inizia a esplorare con lo strumento, osservando contestualmente il monitor. 

Finisce l’esame, il medico stila il referto, scambio due parole circa lo stato del nodulo vascoralizzato, vengo rassicurato circa la situazione e fine. 

Ricevo il referto, allungo la mano all’infermiere che me la stringe con un sorriso e la stendo sopra la scrivania all’indirizzo del medico seduto dall’altro lato. 

Ebbene, il medico portando la mano sinistra sulla spalla destra, farfuglia una frase circa uno strappo che gli impedisce di allungarla. 

Sbigottito, chiedo scusa, come mia abitudine “a prescindere”, mi volto e me ne vado.  

La scusa, era palesemente buttata lì senza riflettere, perché lo stesso braccio aveva funzionato senza impedimenti, allorché muoveva lo strumento sul mio collo. 

Avrei dovuto montare una polemica? 

No. 

Sarebbe servita a qualcosa? 

No. 

Costui, abbeveratosi alla fonte avvelenata dei media italiani, ha emesso una sentenza senza appello contro tutti gli ebrei. 

Non avrei spostato di una virgola la opinione di costui, nei nostri confronti.

Uomo di una certa età, questo medico, per come era abbigliato e come si esprimeva, certamente di sinistra; trova i suoi referenti politici inclini, giorno dopo giorno, a insultare Israele, Netanyahu e gli ebrei. 

Quindi, quando gliene capita uno a portata di mano, gliela nega, come gesto di disprezzo. 

Questa la cronaca di una ordinaria giornata di antisemitismo militante. 

Credo che questi danni, provocati dai politici sinistri e amplificati dalla maggioranza dei media a loro affini, siano prodromici ad una nuova era di delegittimazione, colpevolizzazione ed emarginazione, già vissuta nel corso dei secoli dagli ebrei. 

Senza contare le aggressioni verbali e fisiche che già stiamo vivendo, da ebrei, che vengono nascoste, oppure, banalizzate e minimizzate, dagli stessi sinistri, grazie alla supremazia mediatica che appartiene loro. 

Chi dovrebbe metter freno a questa piega, pericolosa e perniciosa, per una nazione civile, è il presidente della repubblica, “figura di garanzia”,  ma tace, e quando apre bocca lo fa per accusare Israele, senza se e senza ma. 

Di certo non è il mio presidente e mai lo sarà, non mi rappresenta, non rappresenta costui, la figura istituzionale che dovrebbe ricoprire; non è un organo terzo, di garanzia, perché preferisce fare politica attiva, privilegiando le sue inclinazioni politiche, di una parte, quella 

sinistra, sebbene non sia previsto nelle prerogative dell’incarico che presiede. 

In Italia non esiste il secondo mandato per un Presidente della Repubblica, quindi già questa è una enorme anomalia. 

Proprio l’odierno presidente, che parla di regole previste e sancite dalla Costituzione, si trova in una condizione di difformità e quindi irregolarità. 

Il Presidente Giorgio Napolitano, per un breve periodo estese il suo mandato, ma per sopraggiunte situazioni contingenti, poi superate dalla elezione del nuovo presidente.  

Detto ciò, apro una parentesi circa il Papa attuale. 

Di sicuro rappresenta una svolta, rispetto al precedente, che faceva politica, e a tempo perso ogni tanto si interessava, en passant, di religione. 

Credo che Prevost sia una persona mansueta, garbata, intelligente e studiosa, incline alla preghiera e alla invocazione, a favore degli altri.  

Il suo basso profilo, sulla politica, è palese. 

Quando parla degli accadimenti internazionali, lo fa richiamando alla preghiera e questo è il vero scopo del suo ruolo. 

Tuttavia, dovrebbe nominare un nuovo Segretario di Stato e contornarsi di personaggi affini al suo pensiero, al suo modo di agire e parlare.

Quel Parolin, è la espressione del precedente Papa; fortemente connotato a sinistra, come ogni sua improvvida uscita, certifica con somma evidenza. 

Il Papa cerca di smorzare i toni, che vengono poi innalzati allorché il suo Segretario di Stato, fornisce dichiarazioni completamente dissonanti, alimentando odio e accuse a Israele e quindi agli ebrei. 

Questa fornace, dove si forgia l’antisemitismo, lavora 24 ore su 24, ed esponenti come Parolin, Zuppi e Pizzabballa, sono le punte di diamante di questa opera di odiosa diffamazione contro Israele e gli ebrei. 

Spero che la notte porti consiglio e il nuovo Papa americano, agostiniano doc, capisca che i rami che producono frutti avvelenati debbano essere recisi, al più presto, per limitare i danni, già irreversibili, che il Popolo di Israele della diaspora, sta patendo ingiustamente, giorno dopo giorno. 

Un forte abbraccio 

Yosef ben Hektor

Caro Yosef, 

Fossi in lei manderei due righe al dottore augurandosi che, con la sua uscita dallo studio, il suo braccio sia magicamente guarito!

La realtà è che siamo completamente circondati, odiati, disprezzati da tutti. Non è una novità, è cosa vecchia di millenni, ma fa male ugualmente. Come dice lei, i danni provocati dalla sinistra, e Mattarella ne fa parte, ormai sono irrimediabili e chissà per quanti anni ancora i nostri figli e nipoti saranno considerati i paria della società occidentale. Ormai siamo esclusi da tutto, dalle accademie militari in Gran Bretagna, dal Festival delle canzonette, se siamo ancora accettati in qualche competizione sportiva, ci è proibito  esporre la bandiera di Israele. Siamo gli appestati del XXI secolo.

Papa Prevost è mille volte meglio del suo predecessore, e ci voleva veramente poco, non credo sia antisemita come Bergoglio e non ha nemmeno la sua volgarità. È una persona elegante e moderata ma è Papa, circondato proprio da personaggi che vorrebbero veder scomparire Israele. Perciò, secondo me, meno parla meglio è perché non potrebbe dire niente di buono senza essere “sbranato” dai vari cardinali. Io ho fatto aliyah per sionismo e per non sentire più l’odio sulla mia pelle. Per non sentire più, alla vista della Stella di David, che sempre porto, “sei ebrea?” con quel tono di disprezzo e di rimprovero. Una volta, parlo davvero di tanti anni fa, uno sconosciuto, mentre bevevo il caffe nel bar sotto l’ufficio, guardando il mio collo e la medaglietta disse “E non si vergogna per quello che fate ai palestinesi?”. Erano gli anni 70 e oggi, nel 2025, l’odio mi ha raggiunto fin qua, in Israele, con le stesse frasi. Non finirà mai!

Un cordiale shalom

Deborah Fait


takinut3@gmail.com

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