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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
17.09.2025 Squadristi rossi invadono l’ateneo di Pisa
Cronaca di Alessandro Gonzato

Testata: Libero
Data: 17 settembre 2025
Pagina: 2
Autore: Alessandro Gonzato
Titolo: «I violenti pro-Palestina invadono l’ateneo di Pisa e aggrediscono un prof Lui: «Rischiamo il morto»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 17/09/2025, a pag. 2, il commento di Alessandro Gonzato intitolato: "I violenti pro-Palestina invadono l’ateneo di Pisa e aggrediscono un prof Lui: «Rischiamo il morto»".


Alessandro Gonzato

Università di Pisa, incursione dei pro-Pal, professore aggredito. "Prima o poi ci scapperà il morto", dice il professore Rino Casella, finito in pronto soccorso. Che differenza c'è fra loro e gli squadristi del fascismo? Tecnicamente nessuna. E appoggiano anche Hamas, che lo dicano o meno, che è un movimento fascista islamico.

Zucche vuote ornate di kefiah. «Siete dei fascisti!», reagisce il professore, accerchiato, bullizzato e aggredito da un gruppo di scalmanati pro-Pal: Rino Casella («sionista, vattene!», i violenti lo vogliono cacciare) finisce al pronto soccorso per una serie di contusioni e sporge denuncia.
Università di Pisa, martedì mattina, facoltà di Scienze politiche.
Il muezzin irrompe in aula ragliando al megafono «Palestina libera!», «Free-free Palestine!», «Palestina from the river to the sea» («dal fiume al mare») e altri lamenti di battaglia chiaramente pacifisti. Dietro di lui una ventina di pasdaran con le bandiere. Interrompono la lezione, salgono sulla cattedra, il professore di Diritto comparato sbatte il libro sul tavolo, una ragazza glielo ruba – è sempre lei, di certo femminista, la prima a farsi sotto a Casella – e passa il libro a un compare che inizia a sua volta a sfottere l’insegnante, il quale diventa un puntino nella bolgia. La maggior parte dei suoi studenti, fino a un attimo prima attenti alla lezione, temendo a loro volta di buscarle rimangono inchiodati ai banchi ma filmano tutto. «Stupidi!», il docente apostrofa gli assalitori. Viene sovrastato.
Le zucche vuote rivendicano tutto sulla pagina Instagram del collettivo pisano “Studenti per la Palestina”.
Verranno sospesi dall’ateneo?
Chissà. Il professore, umiliato, torna a casa e si sfoga con l’Ansa: «Ho diversi lividi e graffi.
Mi accusano di essere un sionista solo perché non sono pro-Pal e perché insieme a una collega sono l’unico a essermi opposto alla scelta dell’ateneo di non restare neutrale in questa vicenda. Non mi è stato solo impedito di fare lezione», riferisce, «sono stato aggredito fisicamente, mi sono preso calci e pugni quando ho cercato di fare da scudo a uno studente picchiato solo per avere tentato di strappare di mano ai manifestanti una bandiera palestinese. Con questo clima», stavolta parla al Corriere.it, «può scapparci il morto».
Il ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, telefona al rettore, Riccardo Zucchi, al professore e al prefetto di Pisa.
«Gli atenei», dichiara il ministro, «non sono zone franche dov’è consentito interrompere lezioni o aggredire gli insegnanti. Quanto accaduto è intollerabile per una società che si riconosce nei valori della democrazia e irricevibile per una comunità accademica». Bernini esprime vicinanza al docente. «Colpire la libertà accademica», conclude, «significa attaccare il cuore della nostra democrazia». A pomeriggio inoltrato il rettore interviene, sostiene che «la posizione dell’ateneo sulla pace e il dialogo è chiara e coerente, come dimostrano gli atti ufficiali.
C’è il sostegno alla causa del popolo di Gaza», spiega, «e della pace in generale, tutto questo a condizione che venga rispettato il metodo della non violenza. Rifiutiamo con decisione», aggiunge, «ogni metodo violento, fisico o verbale.
Sarà la magistratura a fare piena luce sulla vicenda, alla quale guardiamo con attenzione e senso di responsabilità». Il professore lo ringrazia per l’intervento ma evidenzia: «Credo che ora abbia il problema di garantire l’incolumità di docenti, dipendenti amministrativi e studenti, che non possono diventare un bersaglio di alcune centinaia di esagitati che vogliono imporre le loro idee con la forza».
Il vicepremierleghista, Matteo Salvini, afferma che «il clima d’odio è sempre più preoccupante e fuori controllo». Nel frattempo giunge la notizia che l’Università Statale di Milano si asterrà dal procedere «a nuovi accordi con istituzioni direttamente o indirettamente implicate nelle violazioni a Gaza». E al Politecnico di Torino il rettore sospende un docente che, stando alla ricostruzione, avrebbe elogiato i soldati israeliani. Torniamo in Toscana.
Il presidente dell’Unione della Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, torna a denunciare l’antisemitismo dilagante: «Ciò che è successo a Pisa rappresenta l’escalation che da tempo temiamo e avvertiamo come deriva della violenza già lungamente tollerata in nome della “dialettica democratica”. C’è un appiattimento sulla narrazione propagandista di Hamas». Protestano pure i rappresentanti locali di Lega e Fdi: per la capogruppo salviniana in Consiglio regionale, Elena Meini, «è un episodio intollerabile»; Elena Del Rosso, consigliere comunale di Pisa e candidata meloniana in Regione, parla di «aria pesante, da giorni è in corso un’occupazione all’ateneo». A livello nazionale, di nuovo, tuona Galeazzo Bignami, capogruppo di Fdi alla Camera: «È indispensabile che le autorità accertino rapidamente i fatti e assicurino i responsabili alla giustizia». Piangeranno, pardon raglieranno dai genitori?

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