Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
ONU: quella roba inutile e a volte pericolosa, come diceva De Gaulle Commento di Michelle Mazel
Testata: Informazione Corretta Data: 16 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Michelle Mazel Titolo: «ONU: quella roba inutile e a volte pericolosa, come diceva De Gaulle»
Il testo proposto da Francia e Arabia Saudita alle Nazioni Unite, invita Hamas a cedere armi e controllo di Gaza all’ANP, ma la realtà è che Hamas non lascerà mai le armi volontariamente e l'ANP non è in grado di controllre Gaza
Come previsto, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato per affermare il suo sostegno a un futuro Stato palestinese. Non si tratta ancora del riconoscimento di questa entità, che decine di milioni di persone in tutto il mondo reclamano a gran voce. Il testo è stato votato da 142 dei 193 Stati membri, con solo dieci voti contrari e dodici astensioni tra i presenti. Tuttavia, non è del tutto negativo. L'augusta assemblea è giunta alla tardiva conclusione che era arrivato il momento di condannare le atrocità perpetrate da Hamas quasi due anni fa – per la cronaca, il suo Segretario Generale non l'ha ancora fatto, e aveva persino riconosciuto in esse un certo grado di legittimità. Era anche giunto il momento di chiedere il rilascio degli ostaggi. E no, l’ONU non si è spinta fino al punto di etichettare la suddetta come organizzazione terroristica. Ammirate la formulazione di questa frase: “Noi condanniamo gli attacchi perpetrati il 7 ottobre da Hamas contro dei civili e l'’organizzazione palestinese’ (sic) deve rilasciare tutti gli ostaggi....” Non sono sicura che la suddetta organizzazione sia disposta a ottemperare, visto quanto segue: “Nel contesto della fine della guerra a Gaza, Hamas deve cessare di esercitare la sua autorità sulla Striscia di Gaza e consegnare le sue armi all'Autorità Nazionale Palestinese, con il sostegno e la collaborazione della comunità internazionale, in conformità con l'obiettivo di uno Stato di Palestina sovrano e indipendente.” Ma i 142 membri che hanno votato a favore di questo testo storico avevano considerato l'enormità dei compiti da svolgere per raggiungere questo obiettivo? Avevano in mente una tabella di marcia che dettagliasse le varie fasi e i mezzi necessari? Liberare gli ostaggi, ad esempio. Israele non è ancora riuscito a farlo; le Nazioni Unite hanno forse un'arma segreta? Avrebbe potuto, o la maggioranza dei suoi membri avrebbe potuto, lanciare un ultimatum: rilascio immediato degli ostaggi o cessazione degli aiuti umanitari. Impensabile, non è vero? Soprattutto, c'è questa strana espressione nel testo adottato: “nel contesto della fine della guerra a Gaza.” Anche qui, una formula ambigua. Dobbiamo intendere che affinché questo Stato sovrano e indipendente di Palestina veda la luce, è necessario - ma non sufficiente - che Israele ottenga finalmente la vittoria, ponendo fine al governo del movimento terroristico Hamas? Ma non è questo che chiedono i Paesi che hanno votato: la maggior parte di loro chiede un cessate il fuoco immediato, senza la resa di Hamas, che rimarrebbe quindi al controllo del territorio e in possesso delle sue armi. Si potrebbe dire che questo è uno scenario impensabile, nonostante le pressioni internazionali e la mobilitazione di una parte della popolazione israeliana per una cessazione immediata dei combattimenti. In ogni caso, niente di tutto ciò ha importanza. Da un lato, il testo preparato da Francia e Arabia Saudita e votato dall'Assemblea non è in alcun modo vincolante; dall'altro, la maggior parte – ma non tutti – dei Paesi che lo hanno votato si preparano a riconoscere solennemente uno Stato di Palestina ancora nel limbo.