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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
16.09.2025 ONU: quella roba inutile e a volte pericolosa, come diceva De Gaulle
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 16 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «ONU: quella roba inutile e a volte pericolosa, come diceva De Gaulle»

ONU: quella roba inutile e a volte pericolosa, come diceva De Gaulle
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/09/onu-ce-machin-inutile-et-parfois-dangereux-disait-de-gaulle-319778.html

 
Michelle Mazel

A CHE SERVE L'ONU - Limes
Il testo proposto da Francia e Arabia Saudita alle Nazioni Unite, invita Hamas a cedere armi e controllo di Gaza all’ANP, ma la realtà è che Hamas non lascerà mai le armi volontariamente e l'ANP non è in grado di controllre Gaza

Come previsto, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha votato per affermare il suo sostegno a un futuro Stato palestinese. Non si tratta ancora del riconoscimento di questa entità, che decine di milioni di persone in tutto il mondo reclamano a gran voce. Il testo è stato votato da 142 dei 193 Stati membri, con solo dieci voti contrari e dodici astensioni tra i presenti. Tuttavia, non è del tutto negativo. L'augusta assemblea è giunta alla tardiva conclusione che era arrivato il momento di condannare le atrocità perpetrate da Hamas quasi due anni fa – per la cronaca, il suo Segretario Generale non l'ha ancora fatto, e aveva persino riconosciuto in esse un certo grado di legittimità. Era anche giunto il momento di chiedere il rilascio degli ostaggi. E no, l’ONU non si è spinta fino al punto di etichettare la suddetta come organizzazione terroristica. Ammirate la formulazione di questa frase: “Noi condanniamo gli attacchi perpetrati il 7 ottobre da Hamas contro dei civili e l'’organizzazione palestinese’ (sic) deve rilasciare tutti gli ostaggi....” Non sono sicura che la suddetta organizzazione sia disposta a ottemperare, visto quanto segue: “Nel contesto della fine della guerra a Gaza, Hamas deve cessare di esercitare la sua autorità sulla Striscia di Gaza e consegnare le sue armi all'Autorità Nazionale Palestinese, con il sostegno e la collaborazione della comunità internazionale, in conformità con l'obiettivo di uno Stato di Palestina sovrano e indipendente.” Ma i 142 membri che hanno votato a favore di questo testo storico avevano considerato l'enormità dei compiti da svolgere per raggiungere questo obiettivo? Avevano in mente una tabella di marcia che dettagliasse le varie fasi e i mezzi necessari? Liberare gli ostaggi, ad esempio. Israele non è ancora riuscito a farlo; le Nazioni Unite hanno forse un'arma segreta? Avrebbe potuto, o la maggioranza dei suoi membri avrebbe potuto, lanciare un ultimatum: rilascio immediato degli ostaggi o cessazione degli aiuti umanitari. Impensabile, non è vero? Soprattutto, c'è questa strana espressione nel testo adottato: “nel contesto della fine della guerra a Gaza.” Anche qui, una formula ambigua. Dobbiamo intendere che affinché questo Stato sovrano e indipendente di Palestina veda la luce, è necessario - ma non sufficiente - che Israele ottenga finalmente la vittoria, ponendo fine al governo del movimento terroristico Hamas? Ma non è questo che chiedono i Paesi che hanno votato: la maggior parte di loro chiede un cessate il fuoco immediato, senza la resa di Hamas, che rimarrebbe quindi al controllo del territorio e in possesso delle sue armi. Si potrebbe dire che questo è uno scenario impensabile, nonostante le pressioni internazionali e la mobilitazione di una parte della popolazione israeliana per una cessazione immediata dei combattimenti. In ogni caso, niente di tutto ciò ha importanza. Da un lato, il testo preparato da Francia e Arabia Saudita e votato dall'Assemblea non è in alcun modo vincolante; dall'altro, la maggior parte – ma non tutti – dei Paesi che lo hanno votato si preparano a riconoscere solennemente uno Stato di Palestina ancora nel limbo.


takinut3@gmail.com

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