Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La Russia di Putin punta all’egemonia internazionale Commento di Antonio Donno
Testata: Informazione Corretta Data: 14 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Antonio Donno Titolo: «La Russia di Putin punta all’egemonia internazionale»
La Russia di Putin punta all’egemonia internazionale Analisi di Antonio Donno
Antonio Donno
L’invasione dell’Ucraina e l’alleanza con la Cina sono tappe di un progetto egemonico che combina, all’interno, un’autocrazia fondata su consenso mediatico, e all’esterno, conquiste militari
La situazione politica internazionale sta subendo da diversi anni un mutamento progressivo nel suo assetto politico generale. Questo mutamento deriva dalla decrescita dell’influenza degli Stati Uniti e dall’incremento del potere politico generale della Russia di Putin. Inoltre, il recente incontro tra il leader russo e quello cinese, Xi Jinping, assume un significato che trascende l’aumento delle relazioni di buon vicinato tra Russia e Cina, per acquistare un peso politico che potrà manifestarsi nei prossimi anni a livello globale. Questo mutamento è opera del presidente russo, il quale manifesta con grande chiarezza politica il suo progetto di fare della Russia la potenza egemone nel sistema politico internazionale. L’incontro con Xi Jinping – è il caso di ripeterlo – rappresenta un passo fondamentale in questa direzione.
L’invasione dell’Ucraina, iniziata nel febbraio 2022, è stato il punto di partenza di questo processo voluto da Putin. È vero, come dimostrano le valutazioni internazionali ai vari livelli, che l’invasione dell’Ucraina sta costando a Putin la morte di un grande numero di soldati russi, di uno spreco di un’enorme quantità di energie economiche, ma il progetto di Putin prescinde da queste ingenti perdite, perché il suo desiderio, tipico dello zarismo e delle ingenti conquiste territoriali che hanno caratterizzato la storia dell’Europa medievale, e in parte di quella moderna, è la conquista in sé e per sé dell’altrui spazio territoriale, per giungere al risultato finale: l’espansione della Russia putiniana nell’Europa di oggi, nata da secoli di lotte per l’indipendenza nazionale ed ora unita nell’Unione Europea e militarmente nella Nato. Insomma, l’ambizione di Putin, un’ambizione che richiama molti momenti della storia russa, è quella di superare attivamente la situazione internazionale dell’Unione Sovietica, la cui ideologia si era scontrata nel tempo con l’unità dell’Occidente democratico, con a capo gli Stati Uniti d’America, la grande potenza la cui influenza politica ed economica aveva disegnato uno scenario mondiale di libertà e di indipendenza.
Così, il crollo dell’Unione Sovietica, con le dimissioni di Michail Sergeevič Gorbačëv nel 1991, ha aperto una nuova fase nella storia della Russia, fondata non sul totalitarismo di marca comunista, ma sull’autocrazia, cioè su un sistema politico caratterizzato da un gruppo di autocrati, con a capo Putin, impegnati a gestire il potere economico e politico senza violenza e discriminazione, ma organizzando fitte reti di persuasione di massa per mezzo dei mass-media. Il regime autocratico, magnificamente spiegato da Anne Applebaum nelle sue opere, si serve, dunque, della capacità di convincere, persuadere, quindi far accettare. Tutto questo ha consentito a Putin di programmare una presenza sempre più diffusa della Russia nel panorama politico internazionale.
Ma l’invasione dell’Ucraina, il recente ingresso di ben 19 droni nello spazio aereo della Polonia prescindono dal sistema plutocratico adottato nelle relazioni interne e si qualificano come conquista di tipo totalitario di una nazione straniera. In sostanza, il sistema politico putiniano si articola su due piani: quello interno, grazie al radicamento della logica autocratica che conquista il consenso senza spargere sangue, o spargendone poco, e quello estero, dove la conquista si attua per mezzo della forza. Così, l’invasione dell’Ucraina e la spedizione di 19 droni in territorio polacco rientrano in questo doppio gioco di Putin.
Tutto questo è stato possibile perché Putin non ha avuto avversari, anzi ha trovato in Trump una sorta di alleato insperato. L’incapacità, ormai nota, del presidente americano di conservare il proprio paese ai livelli che la fine della seconda guerra mondiale aveva attribuito di fatto agli Stati Uniti è divenuta un eccellente lasciapassare per le mire egemoniche della Russia a livello internazionale. Tra l’altro, la presenza russa è ben diffusa nel Terzo Mondo, in particolare nell’America Latina ed in Africa, ora anche nelle aree di presenza francese nel continente africano.
L’Occidente è in grave difficoltà per mancanza di una politica unitaria che si opponga ai progetti egemonici di Putin. È difficile dire se questi progetti potranno produrre nel tempo una vera e propria egemonia russa a livello internazionale; tutto dipende soprattutto dalla capacità di reazione dell’Occidente e dal risveglio americano.