Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La risoluzione Ue su Gaza è uno schiaffo a qualsiasi verità Editoriale di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 13 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «La risoluzione Ue su Gaza è uno schiaffo a qualsiasi verità»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 13/09/2025, a pagina 1, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "La risoluzione Ue su Gaza è uno schiaffo a qualsiasi verità".
Iuri Maria Prado
La risoluzione del Parlamento europeo su Gaza arriva ad appoggiare persino la Sumud Flotilla e parte dal presupposto (falso) che a Gaza ci sia una carestia.
Ad alcuni la risoluzione del Parlamento europeo intitolata “Gaza al punto di rottura” non è piaciuta perché troppo morbida con Israele.
Ad altri non è piaciuta per il motivo opposto, e cioè perché la giudicavano troppo orientata contro lo Stato ebraico.
A molti è invece sembrata una buona soluzione di compromesso perché richiamava Israele ai propri doveri, ma senza dimenticare di condannare le forze terroristiche che governano Gaza e, soprattutto, senza accantonare l’esigenza che siano escluse da ogni futuro scenario di ricostruzione della Striscia.
Ma tutti – e cioè sia i soddisfatti, sia i delusi per ragioni diverse e opposte – dimostrano di trascurare le ragioni per cui quella risoluzione non dovrebbe piacere proprio a nessuno, perché è uno schiaffo a qualsiasi verità anche quando cerca di affermarne una che piaccia a destra e a manca.
Già l’esordio, riferito alla “carestia”, dovrebbe lasciare perplesso anche chi, giustamente, ha a cuore la situazione umanitaria dei palestinesi. La carestia, infatti, c’è stata nei fogli di propaganda, non nella realtà di Gaza.
E i problemi di scarsità alimentare che ci sono stati vanno addebitati a Hamas e alle Nazioni Unite, che hanno boicottato (Hamas anche con le armi) il sistema di distribuzione degli aiuti che aveva fatto fuori il loro monopolio.
La risoluzione è poi priva di senso quando chiede “un cessate il fuoco immediato e permanente”: perché di permanente, oggi, ci sarebbe solo il potere di Hamas (per il cui disarmo difficilmente ci si potrebbe affidare ai buoni propositi dei parlamentari europei).
La risoluzione potrà poi piacere a qualche curva pro-Pal quando deplora la “azione militare indiscriminata” di Israele, ma non è serio che in un documento simile si dia per assunto ciò che è tutto da dimostrare. La morte dei civili costituisce una tragedia, ma non è risarcita sottacendo che Hamas se ne fa scudo né addebitando a Israele di averla voluta.
Per non parlare di quando la risoluzione si avventura in ambito giudiziario, esortando gli Stati membri a “ribadire il loro sostegno politico e finanziario” alla Corte Penale Internazionale che si sta occupando di eventuali crimini commessi a Gaza.
Nessuno può chiedere agli Stati di sostenerla “politicamente”, salvo credere che il Parlamento europeo promuova l’organizzazione di girotondi stile Mani Pulite per reclamare che i giudici dell’Aia facciano sognare il popolo della causa palestinese.
Ma il peggio è quando la risoluzione prende il mare spiegando che “sostiene le azioni e le campagne condotte dalle organizzazioni e dagli attivisti della società civile allo scopo di promuovere sforzi concreti per eliminare la carestia a Gaza e porre fine ai crimini ivi commessi”.
Ogni riferimento alla “Flotilla” – allegramente composta anche da gente che inneggiava con Hamas alla distruzione di Israele – è ovviamente casuale.
Ma anche il boicottaggio degli agrumi israeliani, anche la cacciata degli studiosi ebrei dalle università rappresentano, per gli “attivisti” che vi si impegnano, “sforzi concreti” a favore di Gaza.
Va anche a questi il “sostegno” del Parlamento europeo?
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