sabato 13 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Il Giornale Rassegna Stampa
13.09.2025 La minaccia della cattiveria travestita da diritti umani
Commento di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 13 settembre 2025
Pagina: 12
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «La minaccia della cattiveria travestita da diritti umani»

Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 13/09/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "La minaccia della cattiveria travestita da diritti umani".


Fiamma Nirenstein

L'assassino di Charlie Kirk, un Antifa che si sentiva moralmente superiore. L'ondata di violenza che colpisce anche gli ebrei e Israele non si ferma e i ragazzinti "antifascisti", se intervistati, dicono che l'omicidio politico è giusto. Una violenza pura, travestita da umanitarismo.

L’omicidio politico è ormai una minaccia chiara e presente. Del resto sia Trump che Netanyahu l’hanno già sperimentata. La minaccia, da quando la cultura woke, la presenza della jihad islamica sul proscenio politico americano e europeo si intreccia con l’odio antiebraico, è quotidiana. Chiedete ai vostri amici ebrei o a chi si occupa del Medio Oriente senza pregiudizi. Devono guardarsi le spalle. L’assassinio di Charlie Kirk, che sembra essere stato compiuto da un qualunque studente  di sinistra, ha lo scopo di imporre ovunque, e prima di tutto nei campus, il terrorismo culturale per cui chiunque non si collochi all’interno della cultura “rosso verde” o almeno “progressista” deve sapere che è sotto mira. In italiano, un fascista. In inglese, un trumpiano.

Molte persone che conosco, odiano gli stereotipi che rappresentano la base del discorso sociale per cui nella scuola all’inizio dell’anno scolastico si deve prima di tutto fare un minuto di silenzio per Gaza o si deve immaginare che sia naturale che a Venezia un paio di turisti ebrei vengano assaliti, o che la presidente della Commissione Europea proponga sanzioni contro ministri ebrei e dichiari senza problemi i settler “violenti”. Le persone che non accettano stereotipi culturali oggi sono semplicemente minacciate fisicamente: Kirk parlava chiaro, e anche se non eri d’accordo con lui dovevi confrontarti coi fatti. Ma il New York Times subito dopo che il suo sangue ha inondato l’incontro nel campus soleggiato ha scritto: “Un provocatore di destra e stretto alleato di Trump è morto a 31 anni”. Morto, non ucciso, come fosse naturale essere ammazzati perché si sostiene un’opinione sgradita al New York Times.

Non ne so abbastanza per essere certa che Kirk amasse Shakespeare e Dante Alighieri, immagino però che si guardasse dal considerarli “razzisti”, che non disprezzasse Cristoforo Colombo la cui statua è stata esiliata da San Francisco, certo per lui Theodore Roosevelt, Winston Churchill, Eisenhower erano eroi da ammirare e non da disprezzare, come invece ormai è obbligatorio per la cultura woke. Immagino invece che odiasse l’idea di suprematismo bianco, di islamofobia, intersezionalità, l’esaltazione totale del transgenderismo, la “critical race theory”, il femminismo assoluto, la criminalizzazione del passato… Forse era duro, e  risaltava il suo rifiuto dell’aborto, la sua esaltazione della famiglia, il suo patriottismo, il rifiuto per l’immigrazione illegale, e anche il suo amore per Israele. Doveva essere ammazzato per questo?

Ormai vediamo ogni giorno esplosioni, coltellate, città distrutte da manifestazioni di massa, botte, aggressioni antisemite, jihadismo contro i cristiani. Terrore. Chi scrive vive sotto scorta da tanti anni, e certo non sono la sola ebrea e la sola giornalista, siamo migliaia, minacciati dalla cultura violenta travestita da diritti umani. E’ sconcertante esaminare le interviste dei giovani che commentano l’assassinio di Kirk, sembra quando a Ramallah si distribuiscono caramelle dopo l’ultimo attentato: quei ragazzi di New York credono che i loro scopi politici giustifichino la morte violenta di Kirk.  Sono convinti della loro superiorità. Kirk era un fascista per loro, perché rompeva il loro codice culturale, non gli importa dei due giovani dell’ambasciata Israeliana uccisi il 21 maggio a Washington, e delle ragazze stuprate e fatte a pezzi il 7 di ottobre, per cui il movimento femminista non ha mai trovato una lacrima.  E’ fantastico il potere dell’egemonia culturale, oggi ha il segno dell’odio violento, rosso, verde, jihadista. Kirk aveva una personalità libera e una cultura contro corrente, la violenza che l’ha fermato minaccia tutti.

Per inviare la propria opinione al Giornale, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante 


segreteria@ilgiornale.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT