Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Risposta mirata, colpiti a Doha i nemici di Israele Analisi di Lorenzo Vita
Testata: Il Riformista Data: 10 settembre 2025 Pagina: 2 Autore: Lorenzo Vita Titolo: «Risposta mirata, colpiti a Doha i nemici di Israele»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 10/09/2025, a pagina 2, l'analisi di Lorenzo Vita dal titolo: "Risposta mirata, colpiti a Doha i nemici di Israele".
Lorenzo Vita
La leadership di Hamas decapitata nel raid di Doha, con l'operazione Fire Summit. Il governo Netanyahu ha subito rivendicato l'azione e se ne assunto piena responsabilità, un segnale politico molto forte e senza precedenti.
Per le forze armate israeliane è stata “Fire summit”, il “summit del fuoco”. Per altri, il nome in codice era “Giorno del giudizio”. Il risultato però non cambia. L’operazione con cui lo Stato ebraico ha colpito la leadership di Hamas a Doha, capitale del Qatar, è un segnale inequivocabile, arrivato il giorno dopo l’attentato di Gerusalemme (rivendicato ieri dalla milizia palestinese) e poche ore dopo l’invito a tutta la popolazione di Gaza di evacuare verso sud in attesa dell’invasione.
Questa volta, l’Idf e l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu non hanno nemmeno aspettato le canoniche ore di silenzio che seguono questo tipo di eventi. L’esercito ha confermato immediatamente l’attacco lanciato con aereo e droni a 1800 chilometri di distanza dal territorio dello Stato ebraico. E poi, è stato lo stesso premier a certificare la “piena responsabilità” di quanto avvenuto. “L’azione di oggi contro i massimi capi terroristi di Hamas è stata un’operazione interamente indipendente di Israele”, ha comunicato Netanyahu sul suo profilo X, “Israele l’ha avviata, Israele l’ha condotta e Israele se ne assume la piena responsabilità”. Per molti osservatori, una frase che è servita soprattutto a escludere il coinvolgimento degli Stati Uniti dopo che alcuni media avevano parlato del via libera del presidente Donald Trump. Anche se una fonte di Axios ha chiarito che la Casa Bianca avrebbe ricevuto l’informazione dell’attacco una volta che questo era già iniziato, e che avrebbe successivamente avvertito il Qatar.
Un piano che, come dichiarato dal premier israeliano insieme al ministro della Difesa Israel Katz, sarebbe partito ieri sera, dopo che lo Stato ebraico aveva subito due colpi: l’attentato e l’uccisione di quattro soldati nella Striscia di Gaza. A quel punto, le forze israeliane hanno valutato che si era presentata una “opportunità operativa” quando hanno visto che stavano per riunirsi i funzionari di Hamas. E così una decina di caccia della Idf sono decollati dalle basi israeliane (secondo i media arabi anche con l’ausilio di aerei spia Usa e britannici) per uccidere Mohammed Darwish, capo del Consiglio della Shura di Hamas, Khalil al-Hayya, responsabile per Gaza e guida della squadra negoziale del gruppo, Zaher Jabarin, a capo di Hamas in Cisgiordania e ponte con l’Iran, Nizar Awadallah e Khaled Mashal, considerato il leader di Hamas all’estero. Stando alle affermazioni dell’organizzazione islamica, nell’attacco sarebbe rimasto ucciso il figlio di al-Hayya, mentre il padre, obiettivo dichiarato dell’operazione, sarebbe riuscito a salvarsi così come gli altri alti esponenti.
Dopo lo shock iniziale, è stato il momento delle reazioni. Il Qatar ha annunciato l’immediata sospensione del negoziato sulla tregua a Gaza, quello in cui Trump aveva inviato un avvertimento finale ad Hamas, che aveva risposto dicendo che era impossibile rispettare tutte le condizioni (soprattutto quella di consegnare tutti gli ostaggi in unico momento il primo giorno del cessate il fuoco). Il mondo arabo ha condannato in modo unanime il raid. Lo stesso ha fatto l’Autorità nazionale palestinese. Dura anche la presa di posizione del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, mentre il Papa ha definito “veramente gravi” le notizie provenienti da Doha.
Per il governo dello Stato ebraico, però, l’operazione è stata un successo. “I giorni in cui i leader terroristici godevano di immunità in qualsiasi parte del mondo sono finiti” ha detto Netanyahu, che ha parlato di un duro colpo “all’asse del male”. I due ministri dell’estrema destra, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, hanno lodato l’azione dell’Idf. Anche l’opposizione ha esultato per “l’operazione straordinaria contro il nemico”. E l’unica forte voce di dissenso è stata quella dei familiari degli ostaggi, terrorizzati dal fatto che l’assassinio dei vertici di Hamas possa avere effetti disastrosi sul negoziato ma anche sulla stessa vita dei rapiti del 7 ottobre.
Ieri, il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar aveva detto che Israele intende terminare la guerra sulla base della proposta di Trump “e secondo i principi stabiliti dal gabinetto di sicurezza”. Ma lo strike su Doha rischia di cambiare di nuovo tutto, mentre intanto alla popolazione di Gaza è stato chiesto di muoversi verso sud in vista dell’invasione. “L’Idf è determinata a sconfiggere Hamas e opererà nella zona di Gaza City con grande forza, proprio come ha fatto in tutta la Striscia”, ha dichiarato il portavoce in lingua araba dell’esercito, Avichay Adraee.
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