Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Un messaggio agli amici occulti dei terroristi Commento di Fiamma Nirenstein
Testata: Il Giornale Data: 10 settembre 2025 Pagina: 12 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Un messaggio agli amici occulti dei terroristi»
Riprendiamo da IL GIORNALE di oggi 10/09/2025 a pag. 12 il commento di Fiamma Nirenstein dal titolo: "Un messaggio agli amici occulti dei terroristi".
Fiamma Nirenstein
Israele ha colpito la testa del serpente: i capi di Hamas ospiti del Qatar, a Doha. Il Qatar è da anni il grande amico del cuore di Hamas, sue le valigie verdi piene di dollari con cui si sono costruite le gallerie della morte
Dunque una nuova grande sorpresa rovescia la scena da capo a fondo. Altro che “Picco di fuoco” come si chiama questa operazione. Pochi secondi dopo che Hamas aveva rivendicato l’attentato all’autobus di ieri, gli F15 e F35 hanno compiuto la loro strada, e colpito a Doha la sede candida ed elegante di quella che pare sia proprio la residenza della leadership di Hamas, da anni ospite del Qatar, con qualche trasferimento, richiesto dalla politica dell’astuto Emirato, verso la Turchia. Il santuario delle mille finzioni, del lusso, della diplomazia, di al-Jazeera è stato violato, e non è un caso che il primo a dolersene pubblicamente e condannare Israele sia stato l’Iran, che peraltro a sua volta aveva bombardato strutture militari americane in Qatar dopo l’attacco di Fordo.
Il Qatar è da anni il grande amico del cuore di Hamas, sue le valigie verdi piene di dollari con cui si sono costruite le gallerie della morte: la sua ideologia condivide le aspirazioni jihadiste dei Fratelli Musulmani, che prescrivono l’odio verso l’infedele. Ma mentre Hamas lo pratica in pubblico, il Qatar accanto all’odio, come prescritto, fa grande uso della taqiyya, la menzogna, l’apparenza, pur di compiere la volontà del Cielo. Che è quella di battere gli infedeli. Adesso il suo migliore ruolo in commedia era quello del mediatore nelle trattative per il rilascio degli ostaggi, ma la sua faccia più esposta quella di al-Jazeera ha costruito le mille menzogne che hanno costruito un autentico ottavo fronte di guerra, quello della criminalizzazione di Israele, con le accuse di genocidio.
Adesso il programma per Israele era svincolarsi dallo stallo della trattativa come trappola che lega qualsiasi soluzione, anche quelle proposte da Trump, a lasciare di fatto che la sopravvivenza di Hamas e il suo potere nella Striscia restasse garantito in cambio di tutti o di parte dei rapiti. Era una linea ribadita mille volte da questa leadership residente a Doha, garantita dall'accoglienza miliardaria dell’Emirato. Adesso, gli interlocutori cambieranno. Gli USA controlla il cielo del Qatar, dato che là risiede la sua maggiore base militare nella zona: le notizie di queste ore danno gli USA in accordo se non in piena collaborazione con Israele, e quindi anche con una predisposizione a rivedere la propria politica che nella zona l’ha sempre legata con il più pericoloso, oltre all’Iran, dei Paesi mediorientali, e il più inviso al fronte Saudita, più disposto ai patti di Abramo. Trump potrebbe essersi stufato del boicottaggio qatarino della trattativa cui dimostra di tenere molto per concludere la guerra che vuole eliminata per il midterm.
Nel pomeriggio, anche se al-Jazeera aveva provato a negare, evidentemente dispiaciuta e forse imbarazzata che la leadership di Hamas fosse stata eliminata, la tv ha dovuto ammettere che non riusciva a collegarsi con nessuno dei protagonisti. Ed erano davvero tanti, tutto il gruppo dirigente, sembra: Halil el Hayya e Zaher Jabarin (collegamento con l’Iran) quasi di sicuro sono stati eliminati, ed erano i due punti di riferimento, eredi di Sinwar, programmatori del 7 di ottobre, primi manipolatori delle vite dei rapiti. Se anche Muhammad Ismail Darwish, Musa Abu Marzuk, Husam Badrane e soprattutto Khaled Mashaal sono scomparsi dalla scena, certo l’accordo per la restituzione degli ostaggi dei giorni scorsi è cancellata, ma forse si apre una prospettiva diversa. Dopo l’uccisione di Sinwar ci fu una restituzione, adesso si può pensare a qualcosa di molto più largo. Il Qatar naturalmente condanna l’accaduto, ma negli ultimi giorni anche in seguito a incontri bilaterali riportati dalle cronache a livello personale fra Israele e l’Emirato può darsi che anche il Qatar voglia intraprendere una strada libera dalla pesantissima presenza di Hamas.
Di certo ancora le domande aperte sono più delle risposte sul futuro. Quello che è chiaro è che la linea di Israele per cui quello che è stato non accadrà di nuovo, si afferma di nuovo come è accaduto con Gaza, con Nasrallah, con l’Iran. Qualche giorno fa in visita al Museo del 7 ottobre che sarà inaugurato fra poco sullo scaffale dei libri delle nukbe primeggiava quello di Mashaal “Odiare gli ebrei”. C’era anche una versione in arabo del “Mein Kampf”.
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