Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
L’indifferenza internazionale verso gli ostaggi israeliani di Hamas, torturati e privi di diritti, mentre i leader mondiali si concentrano sul riconoscimento di uno Stato palestinese privo dei requisiti di sovranità
Dopo più di 700 giorni trascorsi nell'inferno dei tunnel di Hamas da quando sono stati rapiti durante le atrocità del 7 ottobre 2023, un piccolo, troppo piccolo, gruppo di ostaggi israeliani è ancora in vita. Molti dei loro compagni di sventura sono già stati assassinati a sangue freddo o hanno ceduto ai maltrattamenti! Affamati, torturati, privi anche delle cure più elementari, i sopravvissuti non hanno neppure avuto il diritto ad una visita della Croce Rossa. Alcuni sarebbero prossimi a morire. Ripetute violazioni dei diritti umanitari e della legge in generale. Ma dov'è il clamore, dove sono le manifestazioni che chiedono il loro rilascio immediato? Dal Segretario Generale delle Nazioni Unite ai leader di nazioni grandi e piccole, perché non sentiamo la stessa minacciosa richiesta: Liberateli! Ora! Immediatamente! Incondizionatamente! Finché siamo ancora in tempo! Delle richieste accompagnate da concrete minacce di sanzioni. Ma no. Non si sono nemmeno commossi alla vista degli sventurati prigionieri messi in mostra dai loro torturatori in video agghiaccianti. Li hanno mai visti? È vero che i media non ne hanno parlato molto, ma di sicuro sono tenuti informati dai loro servizi? La verità è un'altra. Che siano leader o politici, sono ossessionati da un'entità immaginaria che desiderano ardentemente e che si dimenano per cercare di realizzare ad ogni costo: la Palestina. Quindi, dobbiamo aspettarci che durante l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ciascuna parte salirà in tribuna per proclamare con enfasi la propria decisione di riconoscere lo Stato di Palestina. Eppure, sanno bene che questa proclamazione ha solo un effetto dichiarativo. Quali sono le caratteristiche di uno Stato? La combinazione di tre elementi costitutivi essenziali: un territorio, una popolazione che vi risiede e un governo o una forza politica che esercita la sovranità su detto territorio e sulla sua popolazione. Questa sovranità conferisce allo Stato un potere incondizionato e gli consente di agire sulla scena internazionale, garantendo al contempo l'esercizio di funzioni essenziali come l'emanazione di leggi, la giustizia, la diplomazia e l'uso della forza armata. Oggi siamo ben lontani da questo, poiché nessuno di questi elementi è presente. I sostenitori della “Palestina” ne sono consapevoli? Ne dubito. Ascoltate David Lammy, allora ancora Ministro degli Esteri britannico, che condanna il piano israeliano che prevede la costruzione di migliaia di nuove case nella “Cisgiordania occupata.” “Se venisse attuato, spaccherebbe in due lo Stato palestinese.” In cosa consiste esattamente questo progetto? Nello specifico, prevede la costruzione di diverse migliaia di abitazioni nella città di Maale Adumim, situata a sette chilometri da Gerusalemme, sulla strada per il Mar Morto, nonché di infrastrutture per collegare queste aree abitate. Per la cronaca, Maale Adumim è stata fondata mezzo secolo fa e ha una popolazione di quasi 40.000 abitanti. Insomma, una questione ben più urgente del destino di pochi sfortunati israeliani. Eppure, “dividere lo Stato palestinese in due?.” Quindi il ministro escluderebbe Gaza dalla sua futura Palestina