Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Il bambino di Gaza è vivo, smentito lo spacciatore di bufale Aguilar (e i media complici) Commento di Iuri Maria Prado
Testata: Il Riformista Data: 08 settembre 2025 Pagina: 3 Autore: Iuri Maria Prado Titolo: «Il bambino di Gaza è vivo, smentito lo spacciatore di bufale Aguilar (e i media complici)»
Riprendiamo dal RIFORMISTA del, 08/09/2025, a pagina 3, il commento di Iuri Maria Prado dal titolo "Il bambino di Gaza è vivo, smentito lo spacciatore di bufale Aguilar (e i media complici)".
Iuri Maria Prado
Anthony Aguilar, il contractor "testimone dei crimini" dell'IDF a Gaza, è stato intervistato da BBC e CNN, in Italia da Rula Jebreal, su La Stampa (che gli ha dedicato due pagine intere). Ma è uno spacciatore di bufale, lo si poteva intuire già dalle prime interviste. Stavolta arriva l'ennesima conferma: il bambino che lui diceva fosse stato ucciso dall'IDF, è vivo ed è stato anche filmato.
Oggi sarebbe ingeneroso affibbiare ad Anthony Aguilar il titolo di imbroglione. Sarebbe ingeneroso affibbiarglielo oggi perché aveva dato prova di meritarlo appena aveva cominciato a spacciar bufale sulla sua esperienza nella Striscia con Ug Solutions, l’agenzia di sicurezza che presidiava i centri di distribuzione organizzati da Gaza Humanitarian Foundation.
Dalla BBC a La Stampa di Torino, passando per una desolante moltitudine di uniformati ripetitori, un penoso circuito di indecenza professionale aveva raccolto e diffuso senza perplessità le evidentissime panzane che quell’ex militare aveva preso a raccontare dopo essere stato licenziato (lui diceva di essersene andato per tutto l’orrore cui aveva assistito, ma era una menzogna anche quella).
A sentire di falso, già allora, era innanzitutto la storia per cui Aguilar era diventato celebre, vale a dire il suo incontro con un bambino – soprannominato Amir – alla cui uccisione il contractor avrebbe personalmente assistito poco dopo che il poveretto gli aveva baciato le mani per ringraziarlo delle sue cure in un centro di distribuzione. Nel giro di tre mesi – cioè l’altro ieri – si scopriva che il ragazzino che Aguilar aveva personalmente visto morto sarebbe invece vivo. Ma non occorreva aspettare tutto questo tempo per accorgersi della plateale falsità di quel racconto. Per apprezzarne l’improbabilità sarebbe bastato considerare che per settimane, dopo aver assistito alla presunta uccisione che tanto lo sconvolse, Aguilar magnificava l’azione di Ug Solutions e, dopo essere stato licenziato, implorava che il datore di lavoro gli rinnovasse il contratto.
Dal 27 Maggio (data del presunto incontro con Amir) al 13 Giugno (data del licenziamento) tutto l’orrore cui Aguilar aveva assistito, compresa l’uccisione del ragazzino, non era stato abbastanza per dissuaderlo dal continuare il “grande lavoro” di cui menava vanto. È solo da lì in poi, da quando gli va buco il tentativo di farsi assoldare nuovamente, che Aguilar comincia ad accorgersi – e a fare denuncia – delle nefandezze di Israele e dell’organizzazione presso cui lavorava. Mentre sbracciava per farsi riprendere, aveva già assistito all’azione dell’esercito israeliano che “in tutti i centri di distribuzione” sparava sulla folla dei civili “non solo con fucili e mitragliatrici, ma con i tank, con l’artiglieria, con i mortai, i missili”. Ma sul momento, evidentemente, un simile scempio non lo impensieriva. Nelle sue intempestive denunce raccontava poi di aver filmato tutto, fotografato tutto, ma nel corteo di gente che di lì in poi lo intervistava non uno era puncicato dall’uzzolo di domandargli dove fossero quelle foto e quei video, che infatti non aveva mai visto nessuno.
Qualche settimana fa – inizi di agosto – si raggiunge il sommo, ormai di elevazione himalaiana, della montagna di bugie costruita da Aguilar nell’impassibilità dei mezzi di informazione che ne propalavano ogni sproposito. Il bambino che, coi suoi occhi, aveva visto sicuramente morto il 27 Maggio, ucciso dall’esercito israeliano, in un colloquio agostano di Aguilar con la madre diventava “molto probabilmente morto”. Ci aveva ripensato, Aguilar? Pare. Il ripensamento, tuttavia, non dipendeva da un sopravvenuto dubbio sulla fedeltà della propria memoria, bensì dal fatto che la madre aveva detto di essere stata con il bambino sino al 28 Luglio, sessanta giorni dopo che Aguilar lo aveva visto colpito a morte.
Questo è il signore che per tre mesi ha rappresentato la voce della verità su Gaza, sugli aiuti umanitari, sui missili contro la gente in fila per il cibo. Imbroglione lui, d’accordo. Ma chi gli ha tenuto bordone?
Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sulla e-mail sottostante.