Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
La sinistra viaggia unita verso il baratro Commento di Daniele Capezzone
Testata: Libero Data: 08 settembre 2025 Pagina: 1/2 Autore: Daniele Capezzone Titolo: «Guerra all’Occidente e decrescita: dove vuole portarci la sinistra unita»
Riprendiamo da LIBERO di oggi 08/09/2025, a pag. 1/2, con il titolo "Guerra all’Occidente e decrescita: dove vuole portarci la sinistra unita", il commento di Daniele Capezzone.
Daniele Capezzone
Elly Schlein annuncia una sinistra unita per le regionali di questo autunno. Quale sarebbe l'alternativa proposta dalla sinistra al governo Meloni? In politica estera, soprattutto considerando cosa dice questo PD e cosa ha sempre detto il M5S, comporterebbe un riavvicinamento dell'Italia all'Iran e alla Cina, di conseguenza anche alla Russia. Abbiamo una sinistra ossessionata da Gaza che ci porterebbe subito nello schieramento anti-israeliano e anti-occidentale.
No, per una volta non si può davvero dar torto a Elly Schlein quando, con comprensibile soddisfazione, sottolinea l’oggettiva novità rappresentata da una coalizione di centrosinistra unita in tutte e sei le regioni chiamate al voto in questa stagione autunnale.
Nell’ottobre 2022, quando il Pd era sotto la gestione di Enrico Letta, lo schieramento alternativo al centrodestra si divise addirittura in tre porzioni alle elezioni politiche: da una parte il Pd con Avs e boniniani; dall’altra i grillini; dall’altra ancora i centristi. E il centrodestra ebbe obiettivamente gioco facile a imporsi: sia per innegabile forza propria sia per disarticolazione altrui.
Stavolta, invece, con l’unica eccezione (sia detto a suo onore) di Carlo Calenda, tutti gli avversari di Giorgia Meloni si sono ammucchiati (Libero aveva da tempo previsto l’“ammucchiatissima”), e questo - a dispetto delle ironie che a volte accompagnano le parole e le azioni di Schlein - è un risultato che la segretaria del Pd può rivendicare (la sua famosa attitudine “testardamente unitaria”), e che realisticamente la porterà al successo elettorale almeno in tre regioni.
Pur senza drammi, il centrodestra farà bene a non sottovalutare questa novità. Se tutti gli avversari si mettono insieme, batterli numericamente - anche in una tornata politica nazionale - sarà tutt’altro che scontato nel 2027.
Per sovrammercato, il clima mediatico è quello che è: per contare i giornali non pregiudizialmente ostili al governo, le dita di una mano sono perfino troppe; e ne bastano ancora meno per contare i talk-show tv che da questa settimana non torneranno all’assalto di Palazzo Chigi con qualsiasi pretesto.
La previsione è fin troppo facile: ci attende un autunno non semplice, tra guerre e un po’ di preoccupazioni economiche, e quindi i soliti piromani della politica e dei media cercheranno di approfittarne. Il film lo conosciamo bene: il governo a fare il possibile, e gli altri - in una eterna ricreazione - a far casino nell’irresponsabilità più totale. Tutto (da Gaza alla prima rata del riscaldamento di casa, dall’Ucraina ai libri scolastici da acquistare per i ragazzi) verrà trasformato in corpo contundente da scagliare contro il governo in nome della (presunta) “rimonta” della sinistra.
Piazzette piene e piazze televisive roventi, un po’ di sindacato e un po’ di procure, qualche veleno sparso (quello in Italia non manca mai), e la creazione sistematica, direi quotidiana, di un clima di tensione e di negatività.
LA NARRAZIONE
Verrà narrata a reti quasi unificate la storia dell’alternativa di sinistra pronta e spendibile. Anzi, “bella, fresca e credibile”, un po’ come una Schlein insolitamente poetica ha descritto la candidatura di Roberto Fico in Campania: Francesco Petrarca era più misurato con la sua Laura...
E tuttavia? E tuttavia i diavoletti della propaganda rossa (e rigorosamente sfascista) fanno le pentole ma non i coperchi. Infatti, chiunque abbia conservato un minimo di senso politico sa bene cosa manchi a Schlein. Per carità: in politica stare insieme è indubbiamente un valore, e la costruzione di un’alleanza è un risultato significativo. Ma per fare cosa? Per andare dove? Con quali obiettivi? Con quali orizzonti?
Ecco il punto: la neonata ammucchiatissima di centrosinistra o non ha uno straccio di intesa programmatica, oppure quando ha idee condivise- si prepara allegramente a portare l’Italia in territori politici pericolosissimi. Parliamoci chiaro: l’unità si è realizzata proprio in virtù del fatto che il Pd, su ogni tema significativo, si è schiacciato totalmente sulle peggiori posizioni di grillini e Avs.
MOSCA E TEHERAN
In politica estera, questo è ormai chiaro, la comitiva di sinistra ci porterebbe più vicino a Pechino-Mosca-Teheran; in economia, su una linea di tasse e sussidi, con un tocco di “occupare è giusto”, come abbiamo visto negli striscioni di sabato scorso a Milano in un tripudio di vipponi rossi; rispetto alla giustizia, si virerebbe su una linea assolutamente manettara; per ciò che riguarda l’energia e l’ambiente, si tornerebbe sulla linea del no a tutto (no nucleare, no fonti fossili, e poi ancora no, no, no); sulle infrastrutture, si retrocederebbe verso i veti e l’ostilità preconcetta a qualsiasi nuova realizzazione (tranne qualche pista ciclabile). E sull’immigrazione? Dentro tutti, non c’è nemmeno bisogno di spiegarlo.
Quanto alla sicurezza e al rapporto tra immigrazione illegale e crimine, la canzone la conoscete già: tutta “percezione”, spiegherebbero i compagni.
Per carità, il centrodestra avrà pure le sue lentezze e qualche timidezza. Ma ciò che ha garantito da quasi tre anni è una direzione di marcia condivisibile e saggia.
Dall’altra parte, invece, ciò che si promette è una corsa a tutta velocità sull’autostrada dell’anti-Occidente e della decrescita.
Sarà bene che i media non asserviti alla sinistra inizino a porre il problema, giocando più all’attacco che in retroguardia. Prima di ritrovarci Bonelli alla Difesa, Fratoianni all’Economia, Conte agli Esteri, la Boldrini delegata ai Servizi, la Albanese Commissaria Ue, e la Salis all’Edilizia popolare.
Ma non vorremmo dare suggerimenti che qualcuno a sinistra potrebbe prendere in seria considerazione.
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