Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Intelligenza artificiale, la sfida dell'empatia anche in guerra Editoriale di Fiona Diwan
Testata: Bet Magazine Data: 03 settembre 2025 Pagina: 1 Autore: Fiona Diwan Titolo: «Intelligenza artificiale, la sfida dell'empatia anche in guerra»
Riprendiamo da BET Magazine di settembre 2025, a pagina 1, l'editoriale della direttrice Fiona Diwan
Fiona Diwan
Intelligenza artificiale, i robot non ci sostituiranno, ma possono renderci molto più potenti. Anche in guerra, come dimostra l'uso dell'Intelligenza artificiale sia in Ucraina che a Gaza. La sfida maggiore è nell'empatia: le macchine non possono averla, ma noi come le useremo?
Negli anni Novanta i ricercatori dell’Università di Parma, guidati dal neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, scoprirono i cosiddetti neuroni specchio. Un’intuizione che è passata alla storia: la capacità umana di provare empatia per il prossimo si basa su un particolare funzionamento del cervello.
Alcuni neuroni si attivano per ripetere l’azione osservata e riflettono, come in uno specchio, emozioni e sensazioni provate da un altro, come se le vivessero in prima persona.
È da qui che nasce l’empatia.
Ed è da qui che inizia la differenza: nessun robot, nessun algoritmo, nessun ChatGPT potrà mai replicare questa facoltà. Oggi l’idea di fare i conti con l’Intelligenza Artificiale fa parte non solo delle sfide che ci attendono, ma anche di un processo di comprensione del nuovo che sapremo o non sapremo mettere in atto.
La domanda è inevitabile: fino a dove arriveremo con l’utilizzo dell’IA?
Il nostro cervello – che credevamo inespugnabile – è diventato replicabile?
E a quale grado di manipolazione della realtà si potrà arrivare?
Quando impariamo una poesia a memoria, quando assaggiamo un tiramisù, quando ci innamoriamo: sono esperienze uniche, irripetibili. Nei nostri cervelli i neuroni comunicano attraverso le sinapsi creando vie neuronali sempre nuove. Una plasticità che nessuna macchina potrà mai avere. L’Intelligenza Artificiale non conosce questa plasticità.
Elabora informazioni in modo probabilistico e statistico, ma non conosce la percezione soggettiva del mondo. La vera differenza tra uomo e macchina sta tutta qui. E allora nessuna competizione possibile tra umani e robot. La strada è quella della complementarietà.
Lo vediamo già in guerra: nei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente non è più il soldato a cercare l’obiettivo, ma il sistema automatizzato a segnalarlo, già analizzato, già “pesato”.
Non significa che il soldato abbia perso il controllo. Significa però che il tempo della decisione si è ridotto drasticamente.E in guerra, il tempo è l’unità di misura del successo, a volte della vittoria.
La guerra algoritmica non sostituisce l’uomo: lo affianca.
L’IA non preme il grilletto, ma suggerisce.
Uomo e macchina, dunque, non come avversari ma come partner.
Il vero rischio è cadere ancora nell’errore di Cartesio: separare mente e corpo, esperienza mentale ed esperienza fisica.
L’Intelligenza Artificiale, semplicemente, non ha corpo.
E senza corpo non può nascere coscienza.
Il mondo umano, fatto di desideri, illusioni, ricordi, dipende dal corpo che ci è stato dato e dal modo in cui questo corpo entra in relazione con l’ambiente.
L’IA, disincarnata, non avrà mai questa possibilità.
Ecco perché nessun algoritmo potrà mai trasformare un dolcetto in una madeleine proustiana.
Né una tavola imbandita per Rosh haShanà in un ricordo che ci insegue e si rinnova ogni anno.
L’IA ci sfida, ma non ci sostituisce.
La vera domanda non è se ci supererà, ma come noi sceglieremo di usarla.