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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
03.09.2025 La minaccia di Mosca cresce ogni giorno
Commento di Carlo Nicolato

Testata: Libero
Data: 03 settembre 2025
Pagina: 14
Autore: Carlo Nicolato
Titolo: «Kiev può entrare nell’Ue con il permesso di Putin»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/09/2025, pag. 14, con il titolo "Kiev può entrare nell’Ue con il permesso di Putin", la cronaca di Carlo Nicolato. 

Carlo Nicolato
Carlo Nicolato

Friedrich Merz (cancelliere tedesco) e Mark Rutte (segretario generale della Nato). Mentre, in totale autonomia, il premier slovacco Robert Fico va in Cina a incontrare Putin, il resto della Nato si prepara all'aggressione russa, ormai considerata sempre più probabile. Per Merz, Putin è un criminale di guerra, senza attenuanti e ogni tentativo di compromesso è immorale. Mentre Mark Rutte sottolinea che la Nato si stia preparando militarmente perché Mosca costituisce una minaccia crescente. E lo è per davvero, a detta di tutte le intelligence occidentali, nonostante l'autore di questo articolo di Libero sembri aderire alla solita retorica putiniana italiana, secondo cui chi cerca il "dialogo" alle condizioni di Putin, come Fico, è coraggioso e lungimirante, mentre i leader della Nato restano "paranoici" e "poco diplomatici". Anche dopo l'invasione dell'Ucraina, cosa ci vuole per aprire gli occhi?

Nella mission impossible di trovare un punto di contatto nelle relazioni tra Russia e Ucraina spunta un nome nuovo, quello del premier slovacco Robert Fico, l’unico leader politico europeo presente - in totale autonomia, come ha voluto sottolineare ieri la Commissione Ue- al vertice dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (Sco) alla corte di Xi Jinping. Fico ieri ha infatti incontrato il presidente russo Vladimir Putin e dopodomani incontrerà quello ucraino Volodymyr Zelensky, un “privilegio” che negli ultimi tempi è spettato di fatto solo al presidente americano Donald Trump.
Dal faccia a faccia di ieri con Putin sono uscite dichiarazioni interessanti in prospettiva diplomatica, sebbene non certo nuove, ma anche dichiarazioni da parte dello slovacco che certamente non sono piaciute all’Unione Europea. Il presidente russo ha detto che le affermazioni dei leader europei secondo cui un giorno la Russia potrebbe attaccare l’Europa sono «isteriche» e «racconti dell'orrore». Nel caso dell'Ucraina nel 2022, ha precisato, la Russia è stata costretta a reagire a quello che ha definito il tentativo dell'Occidente, con l’aiuto dell'alleanza militare della Nato, di assorbire l'intero spazio post-sovietico che avrebbe implicato serie conseguenze per la sicurezza di Mosca. Ma «per quanto riguarda l'adesione dell'Ucraina all'Ue non abbiamo mai sollevato obiezioni», ha assicurato, aggiungendo che invece che «la Nato è un'altra questione».
Durante il colloquio con Fico il presidente russo ha parlato anche dell’incontro con Trump in Alaska dove si è discusso di alcune opzioni «per garantire la sicurezza dell’Ucraina in caso di fine del conflitto». «Mi sembra che ci sia l’opportunità di trovare un consenso in questa direzione», ha aggiunto in proposito, affermando di non escludere la possibilità di una cooperazione trilaterale tra Russia, Stati Uniti e Ucraina presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia: «Se si presenteranno circostanze favorevoli - ne abbiamo parlato con i nostri colleghi americani - potremmo anche lavorare insieme in tre».
Più polemico invece l’intervento di Fico che non ha gradito le critiche ricevute dalla Ue per la sua visita in Cina e nemmeno quelle per la partecipazione alla parata di Mosca a maggio. Tornando sulle parole di Putin, il premier slovacco ha detto che «ogni Paese ha diritto a una prospettiva di adesione europea», ma che in ogni caso Kiev «deve soddisfare tutte le condizioni per entrare nella Ue», in modo che «i criteri politici non possano prevalere sui criteri di preparazione» per l’adesione al blocco. Fico ha anche ribadito la sua nota posizione che all’Ucraina non dovrebbe essere permesso di aderire alla Nato.
Nessun cenno di fronte a Putin sul suo prossimo incontro con Zelensky, ma è stato questo l’argomento di un video affidato ai social in un video in cui ha spiegato polemicamente che «si sta creando un nuovo ordine mondiale, nuove regole per un mondo multipolare, un nuovo equilibrio di potere, il che è estremamente importante per la stabilità internazionale» e che «essere parte di queste discussioni significa sostenere il dialogo e non comportarsi come un bambino offeso. È così che si comportano l'Unione Europea e i suoi rappresentanti».
Le accuse di Fico all’Europa sono arrivate prima delle dichiarazioni del cancelliere tedesco Friedrich Merz che senza andare tanto per il sottile e con un senso diplomatico pari a zero ha definito Putin «il peggior criminale di guerra della nostra epoca».
In un’intervista a Sat.1 ha sottolineato che «bisogna essere chiari su come ci si rapporta ai criminali di guerra» e «in questo contesto ogni indulgenza è fuori luogo», ha aggiunto il cancelliere. Già in passato, Merz aveva accusato la Russia di «gravi crimini di guerra» e di «terrorismo contro la popolazione civile» ma con queste definzioni certo non si va da nessuna parte in termini di diplomazia, accordi e pace. La sua proposta tuttavia rimane quella di un incontro faccia a faccia tra Putin e Zelensky a Ginevra, in Svizzera, «sede adatta per un accordo di cessate il fuoco». «Proporrò di nuovo questo punto dopodomani alla Coalizione dei Volenterosi», ha assicurato.
Nel frattempo anche il numero uno della Nato Rutte dal Lussemburgo ha sottolineato come l'Alleanza si stia armando perché «la minaccia dei russi aumenta ogni giorno». Citando le capacità missilistiche di Mosca ha sottolineato come colpisca tutti «che tu viva a Londra o a Tallin... non c'è più differenza».
Perfino più moderata la posizione del presidente turco Recep Erdogan, che in più di un’occasione ha dimostrato di non essere certo un campione di equilibrio, ma che in diplomazia ci sa fare. Ieri ha sottolineato di aver trovato positivi sia gli approcci di Zelensky che di Putin e di come «in Turchia potrebbe esserci un'iniziativa per proseguire il processo di Istanbul». Ma che tuttavia entrambi i presidenti «non sono ancora pronti per questo».

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