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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Libero Rassegna Stampa
02.09.2025 Schlein e Tajani (sì, proprio lui!) delirano
Cronaca di Massimo Sanvito

Testata: Libero
Data: 02 settembre 2025
Pagina: 7
Autore: Massimo Sanvito
Titolo: «L’ultima di Pd e Cinquestelle «Il governo scorti le navi pro-Pal»»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 02/09/2025, a pag. 7, con il titolo "L’ultima di Pd e Cinquestelle «Il governo scorti le navi pro-Pal»", la cronaca di Massimo Sanvito

La Global Sumud Flotilla di Greta Thunberg tanto per cominciare è dovuta tornare indietro causa maltempo. Ma si prepara comunque a forzare il blocco illegalmente per raggiungere Gaza. Il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, dice che li tratterà alla stregua di terroristi, se proveranno a farlo. E tutta la sinistra appoggia la Sumud, dunque appoggia apertamente un'azione illegale. Tajani dà un colpo al cerchio e uno alla botte, difende il diritto di Israele a far rispettare le leggi, ma al tempo stesso difende gli attivisti pro-Hamas da eventuali arresti (anche perché sa che dovrà muovere la Farnesina per tirar fuori dal carcere gli italiani, se verranno arrestati)

Mancava poco. E infatti eccoci qui: siamo arrivati all’istigazione di atti sovversivi. Per la sinistra anti-italiana la sovranità nazionale, che sia quella del proprio Paese o quella di altri, è un orpello da demolire. Così, aggirare un blocco navale- imposto da Israele non per divertimento ma dopo aver subito un sanguinario attentato terroristico (il 7 ottobre 2023 che troppi compagni faticano a ricordare...)- diventa cosa buona e giusta. Anzi: da portare a termine in tutti i modi.
Le parole del ministro israeliano alla Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, hanno scatenato i progressisti nostrani. Tutti aggrappati alle vele delle cinquanta barche della Global Sumud Flotilla che vorrebbero raggiungere Gaza.
Ma cos’ha detto di così tanto scabroso il ministro di Netanyahu? Che se i pro-Pal da diporto si spingeranno troppo oltre saranno arrestati e le loro imbarcazioni sequestrate. «Saranno trattati come terroristi. Dobbiamo creare un deterrente chiaro. Chiunque scelga di collaborare con Hamas e sostenere il terrorismo incontrerà una risposta ferma e inflessibile da parte di Israele», ha detto Ben-Gvir.
Apriti cielo. Dal Pd ai 5 Stelle, passando per Avs e +Europa, è tutto un turbinio di appelli e attacchi. In poche parole, pretendono che il governo italiano scorti la flotta verso la Palestina. Il delirio in kefiah è servito. Elly Schlein, segretaria del Partito democratico: «Ci sono delle imbarcazioni, molti attivisti e attiviste, che vogliono forzare il blocco inumano e criminale su Gaza da parte del governo criminale di Netanyahu e dei suoi ministri che inneggiano alla cancellazione dei palestinesi. Oggi che il ministro israeliano minaccia gli attivisti della Global Sumud Flotilla noi alziamo la voce e pretendiamo che il governo italiano, che i governi europei, che l’Ue respingano al mittente queste minacce e proteggano questa che è la più grande azione umanitaria di sostegno dal basso che si sia mai vista». Ricordarle che a inneggiare alla cancellazione di uno Stato democratico sono quelli per cui parteggiano lei e i suoi - non gli dice nulla il from the river to the sea dei cortei vissuti anche dal Pd- è superfluo ma ci teniamo a farlo comunque.
Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle: «Siamo oltre l’assurdo: un criminale come Netanyahu agisce impunito dopo aver trucidato oltre 60mila palestinesi, di cui 20mila bambini; chi porta aiuti umanitari con una grande spinta popolare anche dall’Italia rischia di essere trattato come un terrorista. Meloni intende lasciare da parte i selfie col cappellino per schierarsi dalla parte di chi sceglie di impegnarsi per fermare questo orrore o lascia fare, come sempre, il suo amico Netanyahu? Dirà e farà qualcosa a difesa dei suoi connazionali impegnati in questa operazione? Il silenzio e l’immobilismo sono degli ignavi e dei complici».
Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, va addirittura oltre: «Ci saranno molti italiani su quelle imbarcazioni, chiediamo al governo di lavorare affinché questa straordinaria missione pacifica umanitaria arrivi sicura a destinazione. Le minacce di Ben-Gvir nei confronti della Global Sumud Flotilla sono minacce alla nostra civiltà». Riccardo Magi, leader di +Europa, tira in ballo persino le ambasciate: «Penso che il governo italiano dovrebbe garantire da un punto di vista della pressione diplomatica un aiuto a chi sta svolgendo un’attività umanitaria. Netanyahu si assumerà le sue responsabilità ma il problema è che l’atteggiamento di tipo terroristico ormai ce l’hanno all’interno del governo israeliano». E i naviganti? Elena Delia, la portavoce italiana della Sumud Global Flotilla, si appella - guarda un po’ al governo Meloni: «Ci auguriamo che il nostro governo intervenga come suo dovere per opporsi a quelli che non sarebbero arresti ma, di fatto, rapimenti». Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha risposto a tutti: «Israele ha diritto a far rispettare le proprie leggi ma le persone a bordo della flottiglia a mio parere non sono terroristi».
Dulcis in fundo, si fa per dire, ecco l’europarlamentare di Avs Benedetta Scuderi. Si imbarcherà in Sicilia su una delle vele della Flotilla partite da Genova. «Continuiamo a vedere un genocidio in diretta e ci sentiamo completamente impotenti. È per questo che come parlamentare ma soprattutto come essere umano, sento il dovere di esserci con il mio corpo. Mettermi a disposizione per un gesto collettivo di coraggio è qualcosa che sento necessario per contrastare l’inazione delle istituzioni di cui faccio parte».

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