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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Informazione Corretta Rassegna Stampa
01.09.2025 Australia: la doppia sentenza
Commento di Michelle Mazel

Testata: Informazione Corretta
Data: 01 settembre 2025
Pagina: 1
Autore: Michelle Mazel
Titolo: «Australia: la doppia sentenza»

Australia: la doppia sentenza
Commento di Michelle Mazel 
(Traduzione di Yehudit Weisz)
https://www.dreuz.info/2025/08/australie-la-double-peine-319057.html

Il premier australiano Anthony Albanese espelle l'ambasciatore dell'Iran perché la Repubblica Islamica ha organizzato una serie di azioni contro gli ebrei nel suo paese. Albanese ha annunciato il suo riconoscimento alla Palestina, ha lasciato che l'odio antisionista dilagasse, negando il visto anche a un parlamentare israeliano. E solo ora scopre che fra gli odiatori pro-Pal si infiltrano anche agenti provocatori iraniani. Alla buon'ora!

Il 7 ottobre 2023, orde di “militanti” di Hamas drogati e accecati da un odio viscerale verso gli ebrei, si riversarono nel sud di Israele, stuprarono, torturarono e massacrarono indiscriminatamente persino dei neonati prima di andarsene, trascinando con sé uomini, donne e bambini. Un'operazione teleguidata dalla Repubblica degli Ayatollah, che non ha mai fatto mistero della sua volontà di distruggere l'”entità sionista.”

Oggi, mentre le Nazioni Unite persistono a non condannare queste atrocità, e cinquanta ostaggi –di cui venti sono ancora vivi, e le spoglie degli altri sono tenute come merce di scambio – sono ancora tenuti prigionieri, un'ondata di proteste contro lo Stato ebraico sta travolgendo l'Australia. Sono decine di migliaia i manifestanti che stanno marciando in tutto il Paese, con striscioni in prima fila. Accanto alle bandiere palestinesi, dei cartelli accusano Israele di genocidio, alcuni di essi mettono addirittura in dubbio la realtà di quanto accaduto il 7 ottobre 2023.

Il Primo Ministro chiede sin d’ora il riconoscimento di uno Stato di Palestina senza confini né governo. Hamas si esalta ancora di più e attribuisce, senza alcuna vergogna, questo risultato al successo delle proprie azioni. Il visto del parlamentare israeliano Simcha Rothman, che avrebbe dovuto partecipare a delle conferenze promosse dalle comunità ebraiche di Sidney e Melbourne, è stato revocato all'ultimo minuto con la motivazione che le sue dichiarazioni avrebbero incitato alla divisione e all'odio. Odio nei confronti di Hamas, senza dubbio; l'odio contro Israele era apparentemente legittimo. Il fatto è che questa ondata di proteste è stata accompagnata da una marea di antisemitismo di proporzioni preoccupanti. Scuole, sinagoghe, ristoranti e persino case private e automobili appartenenti alla comunità ebraica, sono stati vandalizzati o dati alle fiamme. Un fenomeno che il Primo Ministro australiano Anthony Albanese scopre solo ora.

Probabilmente non ci aveva mai fatto caso prima. E ne ha appena scoperto la causa grazie al rapporto che l'Australian Security Intelligence Organization gli ha presentato la scorsa settimana. Con suo grande stupore, è venuto a sapere che la Repubblica degli Ayatollah é la responsabile di numerosi attacchi antisemiti perpetrati in Australia, in particolare a Sydney e Melbourne.

L’ira del Signor Albanese è stata terribile ed ha agito con rapidità e decisione,  ha dato sette giorni di tempo all'ambasciatore di Teheran per lasciare il Paese. E’ la prima espulsione ordinata dall'Australia dopo la Seconda Guerra Mondiale. In una conferenza stampa il Primo Ministro ha spiegato: “Si è trattato di atti di aggressione straordinari e pericolosi, orchestrati da una nazione straniera sul suolo australiano... Si è trattato di tentativi di minare la coesione sociale e di seminare discordia nella nostra comunità.” Albanese è particolarmente indignato dal fatto che gli agenti iraniani, lungi dall'agire apertamente, abbiano fatto di tutto per nascondere la loro responsabilità in questi attacchi antisemiti, per poi scaricarli su dei comuni cittadini australiani che cercavano di protestare – avete indovinato – contro i “crimini” che Israele starebbe commettendo a Gaza. Resta da vedere se questa tattica di successo è stata ed è tuttora applicata in altri Paesi.

 
Michelle Mazel


takinut3@gmail.com

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