Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Unifil, 50 anni di fallimenti Analisi di Paolo Crucianelli
Testata: Il Riformista Data: 30 agosto 2025 Pagina: 3 Autore: Paolo Crucianelli Titolo: «Unifil, 50 anni di fallimenti. Palla nelle mani del Libano»
Riprendiamo dal RIFORMISTA, del 30/08/2025, a pagina 3, il commento di Paolo Crucianelli dal titolo "Unifil, 50 anni di fallimenti. Palla nelle mani del Libano".
Israele e Stati Uniti hanno deciso di chiudere la missione Unifil in Libano, ritenuta inefficace contro l’insediamento di Hezbollah; la sfida ora sarà il disarmo di Hezbollah e il rafforzamento delle istituzioni libanesi, con possibili incentivi economici
Da tempo Israele aveva deciso di compiere un passo formale per porre fine alla missione Onu in Libano meridionale, Unifil, sostenendo che, nonostante quasi cinque decenni di presenza, la forza non sia riuscita a impedire l’insediamento militare di Hezbollah a sud del fiume Litani (un compito che avrebbe dovuto essere centrale fin dalla sua creazione). Nelle scorse settimane il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar aveva inviato una lettera al Segretario di Stato statunitense Marco Rubio, affermando che l’Unifil ha fallito “il suo compito fondamentale”, confermando quanto già emerso nei mesi passati, quando Stati Uniti e Israele avevano concordato informalmente di non rinnovarne il mandato. La richiesta era arrivata in vista della riunione per il rinnovo del mandato, e si inseriva in un contesto di crescente pressione internazionale. Negli Usa, l’amministrazione Trump aveva sempre chiarito che, a suo avviso, la missione dovesse terminare subito, mentre in Europa - in particolare in Francia - si sosteneva la necessità di proseguire almeno per un altro anno, a causa del rischio di vuoti di sicurezza nel sud del Libano. Proprio nelle scorse ore il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato la risoluzione francese, accettata anche dagli Stati Uniti, che estende per l’ultima volta il mandato di Unifi l fino al 31 dicembre 2026. Da quel momento verrà avviata una fase di ritiro ordinato e sicuro dei 10mila uomini che compongono il contingente, della durata massima di un anno, concludendo definitivamente la missione 3 Israele entro e non oltre il 2027. Gli Stati Uniti hanno accettato questa proroga per consentire una transizione ben pianificata, dichiarando che la situazione sul terreno è cambiata e che il Libano deve gradualmente assumersi maggiori responsabilità. Israele ha accolto con soddisfazione la decisione. «Per una volta abbiamo buone notizie dall’Onu», ha dichiarato Danny Danon, l’ambasciatore israeliano. La Francia - sostenuta da altri alleati europei - ha negoziato il compromesso, ribadendo che un’uscita troppo rapida potrebbe compromettere la stabilità del sud del Libano. Tutti sembrano concordare con questa exit strategy, compresi i principali analisti strategici israeliani (come l’INSS), affermando comunque che il ritiro dovrà essere gestito con attenzione. Il Libano non dispone ancora delle risorse necessarie per garantire da solo la sicurezza sul confine meridionale, e al tempo stesso occorre portare avanti e completare il disarmo di Hezbollah, già votato dal Parlamento libanese, prima che la forza Unifil lasci il campo libero, senza che questo degeneri in un ennesimo confl itto interno. In questa direzione si inserisce anche una proposta, forse ambiziosa, ma certamente originale, sostenuta da Arabia Saudita e Qatar: fi nanziare una zona economica speciale nel sud del Libano, che possa impiegare anche ex membri di Hezbollah (ovviamente disarmati), con l’obiettivo di favorire il disarmo della formazione terrorista in cambio di sviluppo economico. La decisione di chiudere definitivamente la missione Unifil entro il 2027 rappresenta una svolta significativa nella gestione della sicurezza del Libano, e quindi anche di Israele. È al tempo stesso un riconoscimento del fallimento parziale di un’esperienza lunga quasi cinquant’anni, ma anche un’opportunità per ripensare il futuro del Paese su basi nuove, più realistiche e meno dipendenti da presenze internazionali ormai logorate e logoranti. Il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità del Libano di rafforzare le proprie istituzioni, dalla volontà reale di disarmare Hezbollah, e dal sostegno concreto - non solo dichiarato - della comunità internazionale. Il termine di Unifil, dunque, non è una fine ma, speriamo, un nuovo inizio.
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