venerdi 01 novembre 2024
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Ronen Bergman - Uccidi per primo. La storia segreta degli omicidi mirati di Israele - 05/01/2019 -
A gonfie vele. Lettere 1928-1946 05/12/2012 -

Isaiah Berlin
A gonfie vele. Lettere 1928-1946
Adelphi


Questa antologia offre una lettura complementare alla bella biografia scritta nel 1998 da Michael Ignatieff svelando il lato in ombra della personalità di Berlin, la cui natura è sì cosmopolita, ma anche anglicizzata. Dalle lettere scritte a parenti e amici sin da quando era nemmeno ventenne trova conferma il ritratto di un Berlin brillante, dai modi affabili e dotato di humour.
Davanti al lettore scorrono, come diapositive fulminanti, immagini, paesaggi, ricordi, di un uomo in frenetico transito tra le due sponde dell’Atlantico, e poi a Salisburgo, Venezia, Parigi, Innsbruck, Marienbad – ma con un occhio sempre rivolto alla Russia di Herzen e di Turgenev, anche se ormai pietrificata in quella gabbia totalitaria che ne ha reciso le radici. Ogni luogo, ogni giorno, di questo diario sofisticato e brillante, è segnato indelebilmente da un volto, da un nome, da un giudizio, ora tenero ora tagliente, che mette in scena non solo i protagonisti del tempo – da Roosevelt a Churchill, cui va l’incondizionata ammirazione di Berlin – ma anche scrittori e filosofi, musicisti e artisti, fino a figure anonime di amici e conoscenti. Il tutto in un quadro in cui si stagliano, come assi portanti, le grandi questioni storiche del montare, e poi dell’esplodere, della follia nazista, della sempre più netta vicinanza dell’America all’Inghilterra, fino alla sua entrata in guerra, e poi della trasmigrazione degli ebrei europei in Palestina, con il conseguente scontro con gli arabi.

Isaiah Berlin - Un messaggio al XXI secolo - 16/01/2016 -
Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti… 11/07/2014 -

Dieci anni fa, Proedi Editore pubblicava per la prima volta la storia di 20 bambini ebrei provenienti da tutta Europa, vittime della barbarie nazista: deportati ad Auschwitz prima, usati come cavie umane in Germania poi e infine uccisi per cancellare le “prove” di un assurdo quanto inutile crimine. Era stata Maria Pia Bernicchia ad affidarcela, tradotta e adattata dall’opera di un giornalista buono e coraggioso: Günther Schwarberg. Il primo ad aver reso nota al mondo la tragedia dei “20 bambini di Bullenhuser Damm” sulle pagine del settimanale “Stern”, che dall’8 marzo 1979, per sei settimane, la pubblica insieme a parte degli Atti del Processo di Curio-Haus e alla sentenza. Nove anni dopo, Schwarberg pubblicherà il suo primo libro Il medico delle SS e i bambini: tradotto in sei lingue, salverà per sempre dall’oblio la storia dei “20 bambini di Bullenhuser Damm”. La tenace professoressa di tedesco veronese – una leonessa dal cuore grande e una tempra d’acciaio se si tratta di fare del bene e rendere giustizia all’ingiustizia – dopo aver incontrato Günther, adotta i “20 bambini di Bullenhuser Damm” e decide di impegnarsi a fondo per restituire loro le carezze negate e la Memoria. Traduce, adattandoli, i libri di Schwarberg, contatta Proedi Editore e, insieme, danno vita a un “piccolo libro”. Un “piccolo libro” destinato a crescere e a far crescere. Nel 2004 si intitolava I 20 bambini di Bullenhuser Damm, e aveva 96 pagine. Nel 2011, alla sua quinta ristampa, le pagine erano diventate 120. Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti era il suo titolo. Nell’arco di sette anni ne furono fatte cinque ristampe, una versione in ebraico, una versione eBook nel 2012, sia in italiano, sia in inglese. In dieci anni, la storia dei "20 bambini di Bullenhuser Damm", tenacemente accudita e ampiamente diffusa da Maria Pia Bernicchia e Proedi Editore, è entrata nelle scuole italiane, nel cuore degli studenti e degli insegnanti ed è diventata un riferimento anche per storici e ricercatori in Italia e nel mondo. Molte sono state le iniziative parallele legate alla memoria dei “20 bambini di Bullenhuser Damm”, quali il sostegno derivante da parte dei proventi derivati dalla vendita del “piccolo libro” al progetto Gugulethu per la lotta contro la tubercolosi nei bambini sudafricani o i giardini di rose bianche, piantati in Italia, in Germania, a Gerusalemme, nonché parchi e strade intitolati ai bambini e a Günther Schwarberg ad Amburgo.Per questo e in occasione del settantesimo anniversario di quel tragico 20 aprile 1945, nel quale 20 bambini, dopo essere stati torturati con assurdi esperimenti, furono orribilmente assassinati per la sola colpa di essere ebrei, è uscita la nuova versione di Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti. 256 pagine, con documenti inediti, nuove testimonianze, dati e mappe, la sezione “Chiarimenti” ampliata di voci e di link a musei, memoriali, informazioni, libri… Nulla è stato lasciato al caso, tutto è stato verificato, documentato, confrontato. Maria Pia Bernicchia insieme al suo Editore ha raccolto il testimone lasciato da Günther Schwarberg. Insieme hanno proseguito le ricerche, gli studi, hanno mantenuto i contatti con i parenti delle piccole vittime, hanno tessuto altre trame, hanno collaborato alla realizzazione del documentario prodotto da RAI STORIA, di Gianluca Miligi, Rose bianche su sfondo nero. I bambini di Bullenhuser Damm. Così la storia dei "20 bambini di Bullenhuser Damm" è diventata una grande, indimenticabile storia. Leggila e accarezza anche tu la Memoria dei “nostri” 20 bambini. E ricorda che acquistando il libro contribuirai alla realizzazione della Biblioteca del Memoriale della Shoah di Milano.

Le marce della morte 10/12/2009 -

Daniel Blatman
Le marce della morte
Rizzoli

Tra l'estate del 1944 e la primavera del 1945 migliaia di deportati, incalzati dai loro aguzzini, sono costretti a evacuare i campi di sterminio: con l’avanzata dell’Armata rossa e l’arrivo delle forze alleate è urgente cancellare le tracce. Un esodo in condizioni disperate che passerà alla storia come "le marce della morte" e che lo storico Daniel Blatman ricostruisce con grande perizia avvalendosi di documenti, ascoltando le voci dei sopravvissuti e allargando l'indagine anche alla temperie culturale e sociale in cui avvenne l'evacuazione. Tra i molti studi sull'Olocausto, nessuno aveva ancora approfondito questo aspetto meno conosciuto: l'ultimo tentativo di liquidare i nemici della "razza ariana" e gli avversari politici prima della sconfitta definitiva.

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