Ma mi faccia il piacere ogni tanto di fronte all'assurdità impunita e impudica del presente, non resta che ridere amaro. Ridere e denunciare. Ridere e spiegare. Ridere e controinformare. Ridere per non avvelenarsi troppo il sangue e continuare a resistere. Ridere. Come diceva quel tale, se ha quattro gambe, scodinzola, abbaia – stai tranquillo, è un cane. Ma Obama, dice di no, che l'Isis non è islamico, perché dato che gli islamici sono buoni, come ripete da quando è presidente (e si è definito da solo cento volte musulmano: Un dibattito televisivo? In cui una famiglia ebraica americana cerca di spiegare l'Islam buono a un capo terrorista che ha passato la vita a cercare di ammazzare più occidentali che poteva, ottenendo il sostegno di milioni di suoi simili? Come immaginare di discutere con Hitler nel salotto di Vespa a proposito dell'etica del nazismo... magari per dimostrargli che è pazzo e deve farsi curare, perché il nazismo prometteva tante cose buone... Shirley Sotloff, madre di Steven Io capisco il dolore, rispetto questa famiglia, ma capite la follia di un'idea del genere? Il distacco totale dalla realtà? E' vero che l'ideologia è l'atteggiamento per cui non si lascia che degli stupidi fatti turbino la nostra splendida Weltanshaung, ma c'è un limite a tutto. Chissà da dove viene l'Isis, chissà perché la Turchia rifiuta di combatterlo (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=55262 ), forse perché se l'è nutrito in seno lei? E chissà questo gruppo dovrebbe essere la personificazione del “male assoluto”, avendo la metà dei combattenti di Hamas e molto, molto meno uomini risorse e armamenti dell'Iran, che lo usa come pretesto per essere sdoganato come potenza nucleare (http://www.ilfoglio.it/articoli/v/120664/rubriche/in-israele-questo-panico-da-stato-islamico-deve-finire.htm )? Ridiamoci su, senza stancarci di capire e denunciare. Altro riso amaro. Nella ricerca spasmodica che le Ong, i governi occidentali, la stampa internazionale fanno di ebrei o ancor meglio israeliani che odino il loro popolo, decisi a valorizzarli per quanto siano insignificanti minoranze, incuranti del danno che fanno in realtà a chi credono di appoggiare, la sinistra israeliana (http://80.241.231.25/ucei/Viewer.aspx?Mode=S&ID=2014090828296705 ), qualcuno ha scoperto che 42 ex membri di un'unità di spionaggio militare (cioè sostanzialmente di centrali di ascolto, parlare di cyberwarriors, unità di élite e roba del genere è pura propaganda) hanno scritto una lettera alle autorità israeliane per dire che sono contrari a spiare i poveri palestinesi, che non hanno tutte le garanzie degli israeliani sulla loro privacy. Trovate qui i resoconti dei giornali italiani: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=55258 . L'unità 8200 Ora la cosa è così strampalata da superare anche lo sdegno per la miseria morale di tutta la faccenda, quella dei 42, quella della Ong che li ha organizzati e sobillati, quella dei media che li hanno pompati. Scusate, un paese in guerra che fa, rispetta la privacy dei propri nemici? Rapiscono i ragazzi, mettono bombe negli autobus, mandano migliaia di razzi sulle città e nessuno prova a intercettare le loro comunicazioni, perché magari qualcuno dice alla mogli “butta la pasta” (o “cuoci la pita”), invece di dire “butta la bomba” ? O forse c'è qualcuno che conosce la ricetta per intercettare solo le comunicazioni terroriste e non tutte le altre? E se magari invece di “butta la pasta” un integerrimo e musulmanissimo dirigente arabo dice alla segretaria di venire a letto con lui, se no la licenzia, un paese in guerra deve tapparsi pubblicamente le orecchie? Certo, dicono i “ciberwarriors” che invece di farsi la guerra sui campi di Gaza sono stati seduti negli uffici ad ascoltare queste cose, che così si viola la privacy dell'intraprendente terrorista, insomma non si rispettano i loro diritti umani... Mentre loro, naturalmente, dei diritti umani delle loro vittime, del primo diritto umano che è quello alla vita, possono tranquillamente fregarsene. L'indimenticabile Totò Permettetemi una risata, anzi un ghigno di disprezzo. E lasciatemi rispondere, come Totò: ma mi faccia il piacere... Ugo Volli |