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Surrender 31/12/2009 -

Bruce Bawer
Surrender
Doubledaybooks

Bruce Bawer’s While Europe Slept sounded the alarm about the dire impact of Muslim immigration in Europe. Now, in Surrender, he reveals that a combination of fear and political correctness has led politicians, intellectuals, religious leaders, and the media—both in the United States and abroad—to appease radical Islam at the cost of our most cherished values: freedom of speech and freedom of the press. And the cost could ultimately be even higher—the imposition of sharia law in places where liberty once reigned. Fearless and excoriating, this book is an essential wake-up call for everyone concerned about the preservation of our most fundamental freedoms.

Dietro il vetro sottile 28/01/2010 -

Gad Beck
Dietro il vetro sottile
Einaudi

E’ un libro straordinario nel quale l'autore, nato a Berlino da padre ebreo e padre tedesca, racconta con una voce freschissima e mai patetica l'avventura di un ragazzo ingenuo ma arguto profondamente buono che riuscì a non farsi contaminare dalla paura e dall'orrore del totalitarismo nazista.
Ebreo omosessuale nella Berlino nazista, leader adolescente della resistenza, Beck è riuscito a sopravvivere all’Olocausto sopportando l’orrore di quegli anni con il cuore aperto e senza odio.
Dopo la guerra lo scrittore ha contribuito ad organizzare l’emigrazione dei superstiti ebrei in Palestina dove è andato a vivere nel 1947 per tornare a Berlino nel 1979.

Storia degli ebrei sefarditi 06/12/2010 -

Esther Benbassa – Aron Rodrigue
Storia degli ebrei sefarditi
Einaudi


Gli storici Benbassa e Rodrigue raccontano in questo prezioso saggio la storia della diaspora sefardita, la minoranza ebrea spagnola che, cacciata dalla penisola iberica all'indomani della scoperta dell'America, si insediò nei territori dell'Impero Ottomano, nei Balcani e in Asia minore. E lì si è sviluppata mischiando lingua, tradizioni, costumi e vita sociale con l'Islam mediterraneo. L'Impero Ottomano era un contesto multietnico e multiculturale in cui lingue, religioni e modelli economici e sociali si integravano e in cui gli ebrei, così come greci e armeni, godevano di ampie autonomie e funzionavano di fatto come uno stato nell'Impero, sotto la guida dei rabbini e dei notabili. La nascita di nuovi Stati con forte identità nazionale su base etnica segnerà la fine di quella fase e l'inizio delle persecuzioni.

L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare? 21/02/2014 -

George Bensoussan
L’eredità di Auschwitz. Come Ricordare?
Einaudi

Tante (forse troppe) volte commemorando lo sterminio degli ebrei perseguito dal regime nazista concludiamo con un «Mai piú» pericolosamente sospeso, impreciso. L'immensa barbarie della shoah spesso ci ammutolisce, riduce le nostre parole a una balbettante invocazione e trascura di spiegare con chiarezza quanto accaduto. E, invece, ciò di cui la storia ha assoluto bisogno non è uno sterile «dovere della memoria» ma un dovere di rigore storico che insegni a chi ancora non sa come e quando quell'atrocità si è consumata.
Nell'Eredità di Auschwitz, Georges Bensoussan indaga con sguardo acuto e lucido non tanto la dinamica della shoah come fatto storico, quanto il modo in cui la civiltà occidentale ha gestito e gestisce la memoria dell'evento: una memoria spesso mistificante e conciliatrice, che tende ad attenuare il portato traumatico dell'accaduto, piuttosto che farsi responsabilità bruciante. Per eludere le trappole della retorica è necessario - secondo Bensoussan - iniziare a prendere in considerazione le questioni politiche che questa storia solleva, a cominciare dal problema del suo insegnamento alle generazioni presenti e venture, e ad adottare un approccio critico che potrebbe anche apparire impopolare: la shoah è stata un'aberrazione imprevista e unica nel corso della Storia, o piuttosto una sua inevitabile evoluzione?

A gonfie vele. Lettere 1928-1946 05/12/2012 -

Isaiah Berlin
A gonfie vele. Lettere 1928-1946
Adelphi


Questa antologia offre una lettura complementare alla bella biografia scritta nel 1998 da Michael Ignatieff svelando il lato in ombra della personalità di Berlin, la cui natura è sì cosmopolita, ma anche anglicizzata. Dalle lettere scritte a parenti e amici sin da quando era nemmeno ventenne trova conferma il ritratto di un Berlin brillante, dai modi affabili e dotato di humour.
Davanti al lettore scorrono, come diapositive fulminanti, immagini, paesaggi, ricordi, di un uomo in frenetico transito tra le due sponde dell’Atlantico, e poi a Salisburgo, Venezia, Parigi, Innsbruck, Marienbad – ma con un occhio sempre rivolto alla Russia di Herzen e di Turgenev, anche se ormai pietrificata in quella gabbia totalitaria che ne ha reciso le radici. Ogni luogo, ogni giorno, di questo diario sofisticato e brillante, è segnato indelebilmente da un volto, da un nome, da un giudizio, ora tenero ora tagliente, che mette in scena non solo i protagonisti del tempo – da Roosevelt a Churchill, cui va l’incondizionata ammirazione di Berlin – ma anche scrittori e filosofi, musicisti e artisti, fino a figure anonime di amici e conoscenti. Il tutto in un quadro in cui si stagliano, come assi portanti, le grandi questioni storiche del montare, e poi dell’esplodere, della follia nazista, della sempre più netta vicinanza dell’America all’Inghilterra, fino alla sua entrata in guerra, e poi della trasmigrazione degli ebrei europei in Palestina, con il conseguente scontro con gli arabi.

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