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Zvi Mazel/Michelle Mazel
Diplomazia/Europa e medioriente
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Poker bugiardo in Libano 04/09/2019
Poker bugiardo in Libano
Commento di Michelle Mazel

(Traduzione di Yehudit Weisz)


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Hezbollah, longa manus dell'Iran

Si parla molto dello stratagemma che l'IDF ha utilizzato nel recente scontro alla frontiera tra Israele e Libano. Stratagemma che ha raggiunto il suo obiettivo: far credere a Hezbollah che le perdite inflitte a Israele costituissero adeguate rappresaglie per un incidente avvenuto in Siria. Lo scontro allora si era concluso senza perdite, né da una parte né dall'altra. Nasrallah, tuttavia, si è affrettato a sottolineare che ben presto sarebbero arrivate ulteriori rappresaglie, questa volta per un incidente accaduto a Beirut, per il quale considera responsabile Israele. Il che richiede alcune considerazioni. La prima è che non c’è alcun contenzioso territoriale tra lo Stato ebraico e il suo vicino libanese. Il confine che li separa è riconosciuto a livello internazionale – beh non proprio, fa eccezione Hezbollah. Un movimento ufficialmente definito come organizzazione terroristica da Stati Uniti, Canada, Australia, Arabia Saudita, Emirati, Lega Araba, Argentina e il Paraguay. Nell'Unione Europea, solo i Paesi Bassi e l'Inghilterra hanno fatto lo stesso, nonostante i numerosi attacchi perpetrati dal movimento in Europa. (Per la Francia, solo l'ala armata è definita terrorista).

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Hezbollah era stato creato dall'Iran per essere la punta di diamante e guidarlo nei suoi sforzi per trasformare il Medio Oriente in una mezzaluna sciita sotto il proprio dominio. La sua principale missione è quella di distruggere Israele, come in ogni occasione i suoi leader ripetono, facendo eco alle dichiarazioni infuocate degli ayatollah. Torniamo ora al primo degli incidenti che Nasrallah voleva vendicare. Degli attacchi israeliani avevano polverizzato dozzine di droni, pieni di esplosivi, immagazzinati in una bellissima villa con piscina, non lontana da Damasco. Questi droni venuti da Teheran, avrebbero dovuto raggiungere città e villaggi israeliani. I suddetti attacchi hanno anche ucciso due militanti di Hezbollah addestrati in Iran per manovrare i droni, senza dubbio erano lì, nella villa, per godersi la piscina. È la loro morte che è stata "vendicata"nello scontro. E’ chiaro il ragionamento? Hezbollah si stava preparando a commettere un attacco su vasta scala, che avrebbe potuto causare decine di vittime. Gli eccellenti servizi di intelligence israeliani hanno scoperto questo progetto così carino, e con degli attacchi mirati l’hanno completamente vanificato. Ed è Hezbollah che ha l'audacia di gridare vendetta? Il secondo incidente ha visto due droni non identificati colpire il quartiere di Dhahia, quartier generale di Hezbollah, nel cuore di Beirut. Nessuno ne ha rivendicato la responsabilità. Secondo il New York Times, un quotidiano di solito poco tenero nei confronti di Israele, l'obiettivo di questa operazione, che è stato raggiunto, era quello di distruggere le attrezzature arrivate di recente dall'Iran, dopo aver attraversato la Siria. Tali attrezzature avrebbero consentito di fabbricare missili di alta precisione in grado di colpire le installazioni vitali di Israele. Sebbene non vi siano state vittime, Hezbollah sta preparando delle ritorsioni. E’ sempre chiaro il ragionamento? L'organizzazione terroristica vuole che i missili di precisione colpiscano il suo vicino. Il vicino, secondo fonti straniere, riesce a neutralizzare – per il momento senza dubbio - questa minaccia, ed è Hezbollah che parla di rappresaglie? Ma il mondo è capovolto? Probabilmente no, dal momento che i media internazionali sembrano trovare tutto questo abbastanza normale. E’ da notare comunque, con un pizzico di stupore, la chiamata che il Presidente francese, al culmine della rissa della scorsa settimana, fece al Presidente Rouhani. Per domandargli forse, di aver la gentilezza di pregare il suo protetto, Nasrallah, a moderare i suoi bollenti spiriti?

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Michelle Mazel scrittrice israeliana nata in Francia. Ha vissuto otto anni al Cairo quando il marito era Ambasciatore d’Israele in Egitto. Profonda conoscitrice del Medio Oriente, ha scritto “La Prostituée de Jericho”, “Le Kabyle de Jérusalem” non ancora tradotti in italiano. E' in uscita il nuovo volume della trilogia/spionaggio: “Le Cheikh de Hébron".

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