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La Repubblica Rassegna Stampa
01.07.2024 Macron sconfitto
Analisi di Anaïs Ginori

Testata: La Repubblica
Data: 01 luglio 2024
Pagina: 6
Autore: Anaïs Ginori
Titolo: «Macron sconfitto: dimezza i seggi l’azzardo finale per restare in sella»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 01/07/2024, a pag. 6, con il titolo "Macron sconfitto: dimezza i seggi l’azzardo finale per restare in sella", l'analisi di Anaïs Ginori.

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Anaïs Ginori
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Macron ha subito una netta sconfitta e ora teme l'ascesa della destra conservatrice mentre si augura per il secondo turno un blocco democratico contro Le Pen

 A chi gli ha parlato nelle ultime ore, non ha dato segni di essersi pentito. Anche se la sua scommessa si è rivelata perdente, e tra una settimana potrebbe avere meno della metà dei suoi attuali deputati mentre l’estrema destra rincorre la maggioranza assoluta, Emmanuel Macron continua a mostrarsi convinto di aver fatto la scelta giusta nell’indire elezioni politiche anticipate. «Una delle decisioni più difficili che ho preso», aveva confidato a proposito del suo annuncio a sorpresa del 9 giugno. All’ora di pranzo, il capo dello Stato appare con la moglie Brigitte al Touquet, la località balneare a Nord di Parigi dove ha la casa di famiglia. «Grazie a tutti coloro che consentono lo svolgimento regolare delle elezioni, fate vivere la democrazia », twitta Macron. Qualche selfie, un piccolo bagno di folla, prima di ripartire verso la capitale. «Quando si ridà la parola al popolo non si sbaglia mai», ripetono nel suo entourage. «C’era un ascesso nel Paese e bisognava farlo scoppiare », chiosa il centrista François Bayrou, che ieri presenziava alla riunione all’Eliseo che ha esaminato i primi exit-poll allarmanti. Una tendenza favorevole a Marine Le Pen, la nemica di sempre, contro cui Macron è stato eletto per due volte alle presidenziali. Il vertice convocato nel palazzo presidenziale dura appena un’ora. Non c’è tempo per rallegrarsi per la timida ripresa della lista Ensemble della maggioranza, arrivata al 22 per cento rispetto al misero 14,5 delle europee. Bisogna evitare in extremis a una coabitazione con un governo di estrema destra. C’è da definire una strategia ora che il duello che si annuncia nelle urne domenica prossima sarà soprattutto tra candidati dell’estrema destra e quelli del Nouveau Front Populaire. Un dilemma che i macronisti hanno rifiutato fino all’ultimo, credendo o mostrando di credere che potevano essere loro nella posizione di sfidanti. Alle 20 Macron fa diramare un comunicato per indicare la linea. «È giunto il momento di un grande blocco chiaramente democratico e repubblicano per il secondo turno», dice il capo dello Stato che si congratula per la prova democratica di ieri. «L’elevata partecipazione al primo turno testimonia l’importanza di questo voto per tutti i nostri compatrioti e il desiderio di chiarire la situazione politica che ci obbliga a scegliere». È tempo di scelte, appunto. «Neppure un voto deve andare al Rn», spiega Gabriel Attal, mandato in prima linea in questa folle campagna elettorale. Il premier uscente appare intorno alle dieci di sera, annunciando la desistenza di tutti i candidati della maggioranza uscente che saranno presenti in terza posizione al secondo turno. Attal però non indica una preferenza di voto laddove i candidati sono eliminati al primo turno, enon cita la coalizione delle sinistre Nouveau Front Populaire, di cui ha denunciato in campagna le contraddizioni e le “proposte pericolose”. Dietro le quinte, Macron invita però a trovare accordi caso per caso, includendo anche candidati della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. È una desistenza con varie sfumature quella che attraversa il bloccocentrale che comincia a dividersi, dove molti già si proiettano nell’epoca post-Macron. «Non dirò mai di votare per un candidato della France Insoumise», spiega in diretta la ministra Aurore Bergé. All’opposto, l’ex ministro Clément Beaune, invita «a votare per il candidato antagonista al Rn qualunque esso sia». Edouard Philippe chiama a votare per la sinistra«socialdemocratica, ecologica e comunista » ma non per i candidati della France Insoumise, lontani su «valori fondamentali». Philippe spiega di voler lavorare a una “maggioranza alternativa”. «Tutto è da ricostruire, io sono pronto», spiega l’ex premier che parla del macronismo già al passato.

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