Riprendiamo dalla VERITA' di oggi, 07/10/2020, a pag. 16, con il titolo "L'Armenia circondata dagli islamisti. Dopo la Turchia, minacce dall'Iran", il commento di Gianluca De Maio.
Dopo 10 giorni di combattimento la situazione in Nagorno Karabakh si fa sempre più difficile. Nella notte tra il e il 6 ottobre la città di Sepanakert, capitale dell'Artsakh, ha potuto rifiatare dopo il bombardamento martellante dei missili a lungo raggio dell'esercito dell'Azerbaigian. Ma ieri mattina gli attacchi sono ricominciati. Si contano centinaia di militari caduti, decine di civili uccisi mentre la capitale è sventrata come dimostrano i video e le foto sui social network armeni. E nel frattempo il conflitto rischia di diventare sempre di più un problema geopolitico mondiale, dopo le prese di posizione di Mosca e soprattutto dopo la visita di ieri a Baku del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu. L'emissario di Recep Tayyip Erdogan ha attaccato l'Armenia, sostenendo che stia prendendo di mira i civili azeri, fake news già smentita nei giorni scorsi. Per di più si è levata anche la voce di All Akbar Velayati, consigliere per la politica estera dell'Iran, che ha chiesto all'Armenia di restituire le terre occupate all'Azerbaigian. «La situazione in Nagorno-Karabakh si sta deteriorando, con il numero di vittime che continua a salire dopo io giorni di combattimenti», ha invece denunciato il Cremlino, tramite Dimitri Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin. «La gente continua ad essere uccisa e questo è inaccettabile», ha spiegato Peskov ribadendo la richiesta di un cessate il fuoco immediato. Ma gli azeri continuano a non ascoltare le richieste della comunità mondiale. Due giorni fa il Canada ha sospeso le esportazioni dei sensori per i droni da guerra in Turchia e ha avviato una commissione d'inchiesta sull'uso della tecnologia canadese installata sui velivoli a pilotaggio remoto Tb2 Bayraktar utilizzata anche dall'esercito azero contro le forze armene. A farsi sentire ieri è stato anche il presidente siriano Basher al Assad che ha puntato il dito contro Erdogan denunciando l'invio di «terroristi» dalla Siria per combattere al fianco degli azeri contro gli armeni. In un'intervista a Sputnik, Assad ha spiegato che Erdogan «sostiene i terroristi in Siria e Libia ed è stato lui per primo a fomentare il recente conflitto nel Nagorno Karabakh tra Azerbaigian e Armenia», con «i metodi di sempre» e «le grandi potenze e i Paesi ricchi che sostengono Ankara sono complici della Turchia». Del resto, dopo gli attacchi della scorsa settimana, da domenica l'Azerbaijian sta continuando gli attacchi missilistici su Stepanakert e ha attaccato anche la città di Shushi. L'esercito di difesa dell'Artsakh ha respinto gli attacchi delle forze armate azere infliggendo loro perdite pesanti. Si calcolano già uccisi 400 combattenti azeri, tra cui terroristi stranieri, e 700 feriti, con 3 aerei e i drone abbattuto, nonché i3 veicoli da combattimento corazzati. il 5 ottobre l'Azerbaigian ha bombardato infrastrutture civili, comprese scuole e asili a Stepanakert e Shushi. Continuano in contemporanea i pesanti combattimenti sull'intera linea di contatto tra Artsakh e Azerbaigian, in particolare nella direzione meridionale. Al 5 ottobre il numero confermato di militari dell'Artsakh Defence Army è salito a 229, con centinaia di feriti. Per di più l'aggressione dell'Azerbaijian contro l'Artsakh con il sostegno della Turchia e il coinvolgimento dei combattenti terroristi stranieri è accompagnata da una campagna di fake news e disinformazione sul presunto bombardamento degli insediamenti azerbaigiani da parte dell'Armenia. Lo scopo di questa campagna di disinformazione, a detta della comunità armena, è coprire il massiccio bombardamento dei grandi insediamenti di Artsakh da parte dell'Azerbaigian sin dal primo giorno di guerra. I ministeri degli Affari Esteri e della Difesa dell'Armenia hanno respinto queste fake news che l'Azerbaigian utilizzerebbe solo per continuare la guerra e non obbedire ai cessate il fuoco di Mosca. «La leadership dell'Azerbaigian ha la piena responsabilità delle conseguenze delle sue ulteriori provocazioni». L'esercito di Difesa dell'Artsakh sta attuando contromisure contro l'intervento militare azero, prendendo di mira solo avamposti militari in Azerbaigian. Per questo motivo, per evitare possibili perdite tra la popolazione civile dell'Azerbaigian, il 5 ottobre la leadership di Artsakh ha nuovamente fatto appello al popolo azero affinché lasci gli insediamenti vicino ai presidi militari. «Il deliberato attacco alla popolazione civile dell'Artsakh da parte della leadership politico-militare azere, compreso il ruolo della Turchia, potrebbe essere un crimine contro l'umanità e una grave violazione del diritto internazionale umanitario. In Armenia sono convinti che entrambe le nazioni risponderanno di questo crimine di guerra».
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