Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 24/03/2022, a pag.2 con il titolo "Già iniziate le deportazioni con una destinazione ignota", il commento di Diego Gabutti.
Diego Gabutti
Ammettiamo, senza concederlo, che «olocausto», per gli scenari apocalittici (e persino metafisici) che evoca, sia l'espressione sbagliata e che il presidente ucraino Zelensky, pronunciandola (in differita dall'inferno) davanti alla Knesset israeliana, l'abbia fatta fuori dal vaso. Parlare di «massacro», d'«eccidio», di «scempio», di «macello», d'«ecatombe» o di «carneficina» sarebbe stato, oltre che più esatto, anche più educato? Zelensky avrebbe dovuto essere più misurato anche con Putin? Invece di paragonarlo a Hitler, come ha fatto, avrebbe dovuto dargli del «dittatore», del «criminale di guerra», dell'«assassino» e dello «spacciatore da strada», come hanno fatto Joe Biden e Boris Johnson? Oppure dell'«animale», sull'alto esempio del nostro compitissimo ministro degli esteri? Può darsi, anche se a un orecchio intronato (e per così dire distratto) dalle bombe sganciate sulle città ucraine dall'aviazione e dall'artiglieria nazionalsocialista di Vladimir Putin le parole, com'è naturale, contano meno dei fatti. E i fatti sono quelli che sono: bambini affamati e sbandati, milioni di ucraini in fuga, altri milioni riparati negli scantinati e nelle fogne in compagnia dei topi, donne violentate e uccise, l'intero paese invaso da un esercito medievale con diritto di stupro e di saccheggio. Ebreo tra gli ebrei, sicuro dunque di non poter essere accusato di «negazionismo della Shoah», come ha subito farneticato un ministro israeliano, Zelensky avrà magari parlato a sproposito d'«olocausto», ma evidentemente contava sul fatto che proprio ricorrendo a questa espressione (un'iperbole, un'esagerazione, una licenza storica e linguistica) avrebbe comunicato l'orrore della situazione agli israeliani, che meglio di tutti possono capire cosa significa, per un popolo, vivere sotto l'incubo dei bombardamenti. C'è lì un mostro novecentesco al lavoro. Non sarà Hitler, ne sarà soltanto un'imitazione sbiadita; e non ricorrerà come il Führer alle camere a gas e, per il momento, nemmeno ai lager siberiani (benché le deportazioni con destinazione ignota, come sotto Stalin, siano già cominciate). Ma è ridicolo, anzi è irresponsabile, prendersela con Zelensky, che vede morire ogni giorno i suoi connazionali sotto le bombe e i missili russi, perché non misura le parole. Israele già rifiuta d'inviare armi in Ucraina, e per dichiararsi fuori dalla mischia deve avere, geopoliticamente parlando, le sue ragioni. Zelensky si è dimostrato educato e misurato abbastanza da comprendere queste ragioni, per quanto dentro di sé le disapprovi, al pari d'ogni altro cittadino ucraino. Ma che almeno gli sia risparmiata la sdegnosa ramanzina storica e linguistica. Cerchiamo di tenere l'occhio sulla palla. Un po' di rispetto per Davide contro Golia.
|