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Corriere della Sera Rassegna Stampa
20.09.2022 Russia: 70 deputati contro Putin
Intervista di Greta Privitera

Testata: Corriere della Sera
Data: 20 settembre 2022
Pagina: 20
Autore: Greta Privitera
Titolo: «'Noi, 70 deputati contro lo zar vogliamo le sue dimissioni: distrugge il futuro della Russia'»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 20/09/2022, a pag. 20, con il titolo 'Noi, 70 deputati contro lo zar vogliamo le sue dimissioni: distrugge il futuro della Russia' l'intervista di Greta Privitera.

Putin threatens to tear up fragile Ukraine grain deal in bellicose speech |  Vladimir Putin | The Guardian
Vladimir Putin

Sul documento si legge: «Noi, deputati municipali russi, riteniamo che le azioni di Vladimir Putin siano dannose per il futuro della Russia e dei suoi cittadini. Chiediamo le dimissioni di Vladimir Putin dalla carica di Presidente».

In un Paese dove l’opposizione è messa in carcere o costretta al silenzio, chiedere le dimissioni del presidente-zar è un atto di coraggio senza eguali. Lo hanno fatto alcuni deputati municipali di San Pietroburgo che, per ora, sono riusciti a raccogliere più di 70 firme di colleghi di altre città. «In questo mutismo generale, dove i nostri parlamentari non alzano la testa, siamo noi a dover fare qualcosa. Noi, piccoli pesci del mare che abbiamo poca forza politica, che gestiamo solo le questioni quotidiane delle nostre municipalità, ma rischiamo come tutti gli altri di finire dentro», racconta al telefono Ksenia Thorstrom, deputata del distretto di Semyonovski di San Pietroburgo, firmataria e promulgatrice (anche via social) della petizione.

Local politicians team up to challenge Russian President Vladimir Putin -  CNN
Ksenia Thorstrom

Da dove è nata l’idea? «Da dieci giorni discutiamo su Telegram sul da farsi. Dopo che sette colleghi sono stati accusati di screditare l’autorità con un altro documento contro l’invasione dell’Ucraina, abbiamo deciso di dare il nostro supporto. Stiamo cercando di raccogliere più firme possibile, l’adesione è alta».

Perché il vostro documento, invece, non screditerebbe l’autorità? «Perché per la legge chiedere le dimissioni non è screditare. Incredibile. Ci abbiamo messo giorni a formulare queste due semplici frasi proprio per evitare qualunque accusa. Qui è un secondo che ti portano dentro. Siamo stati attenti a non dire mai “guerra”, ci sono tantissimi casi di persone comuni finite in tribunale perché hanno scritto “guerra” sui social».

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha commentato il vostro documento dicendo che i punti di vista critici sono tollerati, entro i limiti della legge. «Chissà se la nostra opposizione verrà davvero rispettata. Abbiamo cercato di scrivere un testo che mettesse d’accordo non solo le anime liberali e democratiche di questo Paese, ma anche i sostenitori di Putin delusi. Ce ne sono».

Chi sono? E perché dovrebbero apprezzare un documento contro il leader? «Ai putiniani piacciono gli uomini forti, quelli che vincono. La controffensiva di Zelensky degli ultimi tempi sta rendendo sempre più debole l’immagine del capo. E poi tutti hanno visto che alla fine non ha preso Kiev come prometteva. Putin era rispettato perché sembrava un duro, vedere le sue fragilità non piace ad alcuni dei suoi e questo può diventare un motivo per voltargli le spalle».

Secondo lei sono ancora tanti i cittadini che lo sostengono? «Metà della popolazione vive una realtà parallela. Queste persone affidano le loro teste alla televisione, non leggono niente e non cercano informazioni indipendenti. Credono sul serio che la Russia sia minacciata dagli occidentali e che l’Ucraina sia piena di nazisti, proprio come racconta la tv. Tra loro c’è mia madre. L’altra metà, invece, è contro Putin ma ha paura di opporsi e di fare una brutta fine, per questo ci stiamo muovendo».

 Che commenti avete ricevuto dopo la pubblicazione del documento? «Molti grazie. Tanti cittadini si sono commossi, questa petizione è uno dei primi e unici segni di speranza. Il parlamento non rappresenta nessuno di noi».

Scusi, perché lei parla così apertamente? «In questo momento sono in Finlandia, sono la più al sicuro dei 70 deputati firmatari e sono stata scelta per fare da portavoce. Non so cosa succederà quando tornerò, ma voglio tornare».

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, telefonare 02/62821, oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@corriere.it

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