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Libero Rassegna Stampa
03.09.2024 Kamala sbugiardata sugli ostaggi
Commento di Giovanni Sallusti

Testata: Libero
Data: 03 settembre 2024
Pagina: 15
Autore: Giovanni Sallusti
Titolo: «Kamala sbugiardata: gli ostaggi sono a Rafah»

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 03/09/2024, a pag. 15 con il titolo "Kamala sbugiardata: gli ostaggi sono a Rafah" il commento di Giovanni Sallusti.

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Giovanni Sallusti

Kamala Harris non voleva che gli israeliani entrassero a Rafah. Ora ci sono entrati e ci trovano gli ostaggi prigionieri di Hamas, vivi e morti, compresi i corpi degli ultimi sei assassinati dai terroristi. Allora perché mai non avrebbero dovuto avanzare a Rafah? Kamala, giù la maschera!

Quando sei vicepresidente della più grande potenza globale le parole possono sempre tornarti contro, acquisire un’attualità tutta sfavorevole: è dura vivere eternamente nella tua bolla di “joy” benedetta da Oprah Winfrey e osannata dai giornali europei.
Parole e musica di Kamala Harris, fine marzo, intervista all’emittente ABC: «Siamo stati chiari in molteplici conversazioni e in ogni modo sul fatto che qualsiasi operazione militare israeliana a Rafah sarebbe un errore enorme».
Segue sentenza apodittica, propria di chi maneggia gli scenari geopolitici e le insidie sul terreno con dietro tutta la forza del complesso militare-industriale made in Usa: «Lasciate che vi dica una cosa, ho studiato le mappe». E il pubblico americano se la raffigurava, la Harris china nottetempo sulla carta di Gaza ad osservare, zoomare, dedurre, controdedurre e infine concludere che no, non c’erano ragioni perché l’esercito di Gerusalemme invadesse Rafah, non avrebbe creato benefici per gli ostaggi e «non c’è nessun altro posto dov’è quella gente può andare» («quella gente» sarebbero gli sfollati palestinesi).
L’ultima tesi è stata poi ampiamente smentita dalle forze israeliane, che hanno evacuato un milione di civili da Gaza in poche settimane.
Quanto agli ostaggi, qualcuno dovrebbe distogliere un attimo Kamala dai salamelecchi con le star hollywoodiane, e farle i seguenti nomi: Eden Yerushalmi, Ori Danino, Alex Lobanov, Carmel Gat, Almog Sarusi, Hersh Goldberg-Polin (peraltro cittadino statunitense). I sei sono stati massacrati a bruciapelo, un colpo alla nuca e altri in diverse parti del corpo, con una modalità che ricorda le gesta delle Ss. Nei tunnel sotto Rafah. Là dove Israele non doveva entrare, là dove c’erano solo profughi disperati, nessun tagliagole e nessun ostaggio. Garantiva lei, che aveva «studiato le mappe» (nella stessa intervista arrivò a minacciare «conseguenze» se Netanyahu avesse ignorato l’alt frutto di cotanto studio).
Non sappiamo chi fossero i fornitori del materiale topografico, forse un comitato di saggi di qualche campus occupato al grido di «Palestina libera dal fiume al mare». Più seriamente, l’agghicciante verità è che l’amministrazione Biden-Harris ha adottato una retorica pelosa e pseudoumanitarista, che ha tenuto fuori Israele da Rafah per almeno tre mesi, un regalo insperato per le belve di Hamas, ormai braccate, che hanno potuto riorganizzarsi e ricominciare il macabro gioco mediatico, la spettacolarizzazione della vita e della morte degli ostaggi. Sono stati i mesi della campagna “All Eyes on Rafah”, beota come può esserlo qualunque campagna social sulla tragedia della guerra e sul rimosso del Terrore (7 ottobre, do you remember?). Generata con l’Intelligenza Artificiale, l’immagine raffigurava una veduta stilizzata del campo profughi palestinesi, con al centro appunto la grande scritta «tutti gli occhi su Rafah», e da allora è stata condivisa milioni di volte su Instagram e su TikTok, diventando la parola d’ordine delle anime belle globali (leggi: tutti coloro che all’aperitivo radical non riescono proprio a mandare giù l’enormità per cui gli ebrei intendono perfino difendersi).
Commedia (dis)umana della rete, non fosse che è stata pure a lungo la parola d’ordine dell’amministrazione Democratica. Il risultato sono (anche) quei sei cadaveri inguardabili, tra cui quello di un compatriota.
È l’affondo di Donald Trump: «Questa è la totale mancanza di forza e leadership che Kamala e Biden rappresentano, una mancanza che consente ai terroristi di togliere vite americane». Ma sono anche le «domande imbarazzanti» a cui secondo Newsweek la candidata dem non può più sottrarsi «dopo che sono stati ritrovati i corpi dei sei ostaggi». La storica testata ha fatto sapere di aver «inviato una mail alla campagna Harris per un commento» e di essere pronta ad aggiornare l’articolo «con le eventuali dichiarazioni fornite». Al momento nessun aggiornamento, ma forse Kamala sta consultando le famose mappe.

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