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L'Ucraina e i vaccini 06/02/2023

Volodymyr Zelensky

Stavolta non inizio con "Gentile Redazione", bensì con "Gentilissima Deborah" (come ho fatto in altre occasioni di scambio epistolare diretto con la signora Fait). Dunque, cara signora, vedo che Lei ha ritenuto necessario ricordarmi, succintamente, un po' della storia della scienza (peraltro ben ricca di conquiste; ma, purtroppo, anche di errori devastanti). Il solo fatto che io abbia sfiorato l'argomento Covid, per concentrarmi, nelle mie poche righe, sul conflitto russo-ucraino, Le ha fornito lo spunto per lanciarsi in una "disamina" delle ragioni di fondo della maggior parte delle persone - da Lei qualificate con il riduttivo e anche brutale aggettivo "Novax", né più né meno di come hanno vergognosamente fatto tv e giornali "di regime", curiosamente in contrasto con Voi sui temi costituenti la vostra storica missione - persone che hanno ponderato bene la necessità di sottoporsi a un trattamento sanitario privo di qualunque minima garanzia scientifica (e basato su prodotti erroneamente, ma volutamente, chiamati "vaccini") ma supportato solo ed esclusivamente da una forma di promozione degna della più martellante pubblicità commerciale, o psicologicamente condizionante strategia comunicativa, condensata in due parole: "sicuri ed efficaci". Anche Lei, come tutti gli altri nostri "giudici", dall'alto di una sconfinata fede nella scienza umana (che è la necessaria, inevitabile alternativa, rispetto alla fede in Dio; che, tra l'altro, un ebreo dovrebbe insegnare al mondo, visto che secondo il Tanakh questa è la ragione prima della sua stessa esistenza), reputa "sbagliatissime e pericolose" le nostre idee, arrivando a considerare i qualificati esponenti del mondo scientifico a cui preferiamo dare retta - piuttosto che alla massa di macchiette promosse dalle tv nazionali, che pontificano ininterrottamente dal 2020 - degli emeriti ciarlatani. Opinioni. Lo sono, a questo riguardo, tanto le vostre, quanto le nostre (e con nostre intendo quelle di persone pensanti, in grado di capire quando è il caso di farsi vaccinare e quando, invece, non lo è; soprattutto se la "ragione" di fondo finisce per essere quella che sintetizzò magistralmente il migliore presidente del Consiglio che l'Italia abbia mai avuto, Mario Draghi, a cui tanti giornalisti tributavano applausi prima ancora che avesse aperto bocca). Molte opinioni, però, sono più opinabili di altre e, di questo, sarà il tempo a determinare quali lo erano certamente di meno. Sta già accadendo, ma ovviamente non è di vostro interesse. Chiudo con un solo pensiero, rispetto all'altra questione. Gli eroi, molto spesso - ce lo insegna la Storia - diventano tali dopo essere stati incompresi da quasi tutti i propri contemporanei. E il presidente ex attore è troppo compreso da tanti suoi contemporanei... Shalom!

Enrico Alberti

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 Gentile Deborah Fait, anche se nel passato lo stile dei nostri rapporti era diverso, ora intendo rivolgermi formalmente a lei come esponente del sito "Informazione corretta". La lettera di Enrico Alberti a cui lei dà risposta era indirizzata alla Redazione del sito, quindi la sua risposta deve considerarsi come espressione del pensiero del sito. Ho letto poco fa il suo scambio con Enrico Alberti e mi associo a tutte le sue sintetiche valutazioni. Sui due scottanti temi pandemia e guerra vi siete collocati "tra i cantori della 'verità' facile, spiccia, o di qua o di là" e vi siete "appiattiti in un sostegno all'Ucraina che vi accomuna a tutti gli obnubilati dal mainstream". Non è un caso che il giornale Repubblica, l'abile creatore di artefatte notizie appositamente preparate e diffuse al pubblico affinché i cittadini sappiano che cosa devono credere e pensare, un tempo da voi accusato come il maggior diffusore di menzogne sul caso Israele, compaia adesso tra i più citati della vostra rassegna. Purtroppo, gli argomenti con cui lei vorrebbe sostenere questa linea redazionale si confermano come i più scontati e piatti che si trovano in circolazione. Non è neanche il caso di citarli e tentare di confutarli. Non serve. Davanti a sostenitori pro-vaccino o pro-Ucraina ho avvertito lo stesso tipo di chiusura mentale che hanno certi antisemiti quando si cerca di farli ragionare su Israele. Argomentare non serve, che sia Israele o Putin, il discorso per loro è chiuso: pollice verso. Con profonda delusione le auguro ogni bene.

Marcello Cicchese

P.S. Può anche cestinare questa mia lettera, in ogni caso non replicherò a una sua eventuale risposta in questa sede, qualunque essa sia.

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 Gentile redazione, concordo pienamente con quanto scritto dal lettore Enrico Alberti nella lettera riportata su IC del 3/2 e in realtà vi avevo già scritto in proposito. Nel contempo complimenti per aver acquisito due scrittori eccezionali con Niram Ferretti e David Elber, sempre illuminanti. Cordiali saluti

Grazia Manna

 Gentile Enrico Alberti e Marcello Cicchese, Grazia Manna,
Non cestino nessuna lettera a meno che non sia di insulti. Il vaccino contro il Covid, prima, e la guerra in Ucraina poi, hanno fatto molti danni collaterali. Hanno rotto amicizie, hanno diviso famiglie, fanno litigare aspramente sui social, cose mai viste prima. Mi ricorda, in modo meno drammatico, quanto accadeva durante il fascismo. Figli fascisti denunciavano i genitori che non lo erano, amici denunciavano amici, cittadini denunciavano i vicini di casa. Questo è il potere obbrobrioso dell’ideologia. Per la verità personalmente non sono molto coinvolta né riguardo al vaccino e nemmeno riguardo l’Ucraina ma ho le mie idee personali e, anche se contestata, nel mio cuore resto amica di chi mi attacca anche se non mi parla più. Se uno non vuole vaccinarsi o pensa che l’Ucraina vada rasa completamente al suolo per non più esistere, resto indifferente per il primo caso, per il secondo mi indigna constatare che i tanti morti fatti da Putin non smuovano le coscienze. Anche all’interno della mia famiglia c’è qualcuno che ha rifiutato di vaccinarsi, ci vogliamo bene ugualmente. Dove sta il problema? Credo che su questi argomenti ognuno abbia il diritto di esprimere le proprie idee ma anche il dovere di non stressare chi non la pensa allo stesso modo. Il libro di Qoelet, Ecclesiaste, recita: “ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. Un tempo per uccidere e un tempo per curare…un tempo per la guerra e un tempo per la pace… un tempo per amare e un tempo per odiare…” Ebbene, ognuno di noi umani odi chi vuole e ami chi vuole e quando vuole. Personalmente per gli argomenti in oggetto io non amo e non odio nessuno. Semplicemente mi limito ad osservare, penso e dico la mia opinione in merito e secondo coscienza. Credo sia lecito farlo senza essere tacciata di chiusura mentale o peggio. Un cordiale shalom

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 Tanto più importante la risposta della signora Fait se si considera la storia dell’antisemitismo in Ucraìna a cui neppure i Machnovisti furono estranei.

A M Bargossi

 Gentile A M Bargossi,
Anche i bambini sanno che l’Ucraina è stata antisemita e che la popolazione ha collaborato con i nazisti. Tutti, o quasi, conoscono la storia maledetta di Baby Yar, personalmente ne ho scritto molte volte su IC, e su questo non ci piove. Detto ciò, l’Ucraina di 80 anni fa è stata in buona compagnia, vediamo un po’: la Polonia, l’Ungheria, la Romania, l’ex Yugoslavia,la ex URSS con tutti i suoi paesi satelliti, la Germania, l’Olanda, l’Italia, la Scandinavia, la Francia, la Spagna. Ho dimenticato certamente qualcuno poiché tutta l’Europa è stata nazifascista, tutta l’Europa ha perseguitato gli ebrei, li ha consegnati ai tedeschi, ha contribuito alla loro morte. Se la Germania, oggi, fosse aggredita da un dittatore sanguinario che volesse distruggerla, prenderei le difese della Germania. Un cordiale shalom

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Gentile Deborah, Ho letto l'articolo di Marco Paganoni. Come volevasi dimostrare il Corriere, quanto a inesattezze giornalistiche, può benissimo far concorrenza a Repubblica e a la Stampa. Del resto oportet ut adversa legantur. Occorre leggere anche le parti avverse. Shalom

Mario Salvatore Manca di Villahermosa

 Gentile Mario,
Leggere la parte avversa è sempre utile per conoscere quante menzogne e omissioni riescono a sfornare i media. La cosa pericolosa è che i lettori di certi quotidiani non sono tutti esperti di Medio Oriente, Israele, palestinesi, anzi, coloro che conoscono il problema sono pochissimi. Generalmente l’ignoranza impera consentendo così alla disinformazione più becera di penetrare nei cervelli e, falsità dopo falsità, provocare pregiudizi e odio contro Israele. Un cordiale shalom

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