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Deborah Fait
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E se il regime degli ayatollah cessasse di esistere? 10/06/2023
E se il regime degli ayatollah cessasse di esistere?
Commento di Deborah Fait

Un articolo di Israele.net, ripreso da informazionecorretta , a firma di Clifford D.May, parla dell’Iran e riporta una dichiarazione del generale Abolfazl Shekasrchi, portavoce delle forze armate del regime degli ayatollah. La frase fa venire i brividi: ”Non arretreremo di fronte all’annientamento di Israele, nemmeno di un millimetro”. Al posto del generale starei però attenta a fare promesse così chiare e decise di genocidio perché in Iran c’è maretta e non passa giorno senza che gli oppositori del regime facciano sentire la loro presenza, a volte rumorosa, a volte strisciante, ma c’è e non si placa. Dopo la rivolta delle donne contro l’imposizione del velo, repressa con violenza dalle Guardie della Rivoluzione, ecco un’altra protesta meno eclatante, quindi non ripresa dai media internazionali, ma non meno importante. Ecco cosa è successo: nel sud dell’Iran, nella provincia di Kerman, un’organizzazione di oppositori del regime è riuscita ad appendere su un cavalcavia sopra un’autostrada, una bandiera di Israele accanto a quella iraniana mentre una voce registrata declamava “i nostri migliori amici sono gli israeliani”.

Ve l’immaginate una bandiera con la Stella di David che sventola da quelle parti? C’è da far venire un colpo a tutta la banda di fanatici che governa a Teheran. La bandiera del “piccolo diavolo”, si, perché quello -grande- sono gli Usa, sopra il loro naso. Una vera e propria maledizione, un anatema per tutti quei neri caffetani. Non sarei quindi, al posto di quel generale, così sicuro di commettere genocidio degli ebrei israeliani perché, forse, ce lo auguriamo, sarà il regime assassino iraniano che cadrà prima. Basterebbe che il mondo occidentale ascoltasse il popolo di quel paese anziché fare il lecchino degli Ayatollah che lo massacrano da più di 40 anni. Invece che succede? Che fa l’ONU? Proclama la Repubblica islamica dell’Iran quale vicepresidente della 78 Assemblea Generale della Nazioni Unite per il disarmo e la sicurezza internazionale. Vi rendete conto? È scandaloso, è vergognoso, è criminale. Un paese che da anni minaccia una democrazia come Israele di annientamento, un paese che finanzia il terrorismo di mezzo mondo, un paese che porta avanti un programma nucleare pericolosissimo, che arma la Russia perché distrugga definitivamente l’Ucraina, che reprime il proprio popolo, che impicca chi si oppone al regime, che impone alle donne il velo e che le appende a un cappio o le fucila per strada se lo calpestano. Un paese che nega la Shoah beffeggiandola con concorsi internazionali negazionisti di vignette, vergognosamente molto frequentati. Un paese il cui governo è difficile persino definire criminale, perché lo è di più, è demoniaco, viene dunque premiato eleggendolo vicepresidente dell’Assemblea Generale dell’ONU.

Oltre alle opposizioni striscianti ma vive, vivissime, si aggiunge alla situazione di pericolo per i dittatori in caffetano, Reza Pahlavi, il principe ereditario, figlio dello Scià deposto da Khomeini, che continua a parlare anche dagli USA, oltre che da Israele: “ Nei passati 44 anni, l’immagine del Medio Oriente è cambiata. Tensioni, conflitti, radicalismo, minaccia nucleare e instabilità, sono tutti fatti legati a ciò che accadde in Iran nel 1979. Voglio che il mondo capisca il nostro messaggio.” Dunque, se il regime assassino degli ayatollah cadesse, tutto cambierebbe in Medio Oriente. Questo accadrebbe se il decadente mondo occidentale che difende i crimini e i criminali, che ama i regimi teocratici e li sostiene, si mettesse per una volta dalla parte del popolo iraniano che soffre. “Gli iraniani -ha proseguito il principe- continuano a dire al mondo e a Israele in particolare -Noi non siamo vostri nemici, il regime lo è”.

È la prima volta che Pahlavi parla ufficialmente, è la prima volta che è venuto in Israele dove ha voluto incontrare la comunità Baha’i, a Haifa, fuggita in Israele durante le persecuzioni contro le minoranze religiose compiute dal regime. Forse il ritorno del principe ereditario, fino a poco fa molto silenzioso, che, con un team di legali vorrebbe istituire un processo internazionale, come Norimberga contro i nazisti, per i crimini commessi dagli ayatollah e i loro seguaci, potrebbe capovolgere la situazione. Forse le proteste delle opposizioni e dei giovani che attraversano tutto l’Iran, potrebbero ottenere la liberazione del paese. Sarebbe un sogno! Israele è con Reza Pahlavi. Mancano l’Europa, l’ONU e gli USA. Dove sono? Perché appoggiano e fanno affari con degli assassini? Perché non approfittano per liberarsene aiutando Pahlavi, gli iraniani, Israele e tutto il Medio oriente? Una risposta ce l’avrei ma è così brutta e senza speranza che non la voglio dire.

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Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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