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Deborah Fait
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Parliamo di profughi 30/05/2023
Parliamo di profughi
Commento di Deborah Fait

Si, parliamo di profughi perchè sono stufa di sentire nominare ogni cinque minuti i poveri profughi palestinesi. Chiariamo che i campi profughi sono ormai veri e propri villaggi abitati da decine di migliaia di persone, non accampamenti di tende. Facciamo un po’ di storia. Nel mondo ci sono 80 milioni di profughi ma gli unici che restano profughi a vita e che passano il loro status di generazione in generazione sono solamente quelli arabi, cosiddetti palestinesi. Questa è una delle tante ignobili disposizioni firmate ONU: “La definizione di rifugiati dell’UNRWA copre anche i discendenti delle persone divenute profughi nel 1948 indipendentemente dalla loro residenza nei campi dei paesi arabi o in comunità permanenti…Si tratta di una grande eccezione alla normale definizione di rifugiato… In base a questa definizione , il numero di profughi palestinesi, per l’ONU, è passato da 711.000 del 1950 a 5 milioni registrati nel 2015”!

Oggi si può tranquillamente parlare di più di 9 milioni di persone, mantenute dal mondo intero. Di questi profughi per diritto di nascita, come i principi ereditari, il mondo si preoccupa solo per accusare Israele che non ha avuto nessuna voce in capitolo nella loro decisione di lasciare Israele. Anzi, l’invito di David Ben Gurion era chiaro: “Restate e lavorate con noi per fare grande questo paese” Vediamo un po’ di chi è la colpa. Quando 5 paesi arabi hanno tentato l’invasione e la distruzione di Israele, fondato da sole 8 ore, si preoccuparono di informare gli arabi residenti nella nuova nazione, di fuggire perché sarebbero ritornati da padroni una volta distrutta “l’entità sionista”. Chi avesse deciso di rimanere sarebbe stato considerato un rinnegato. Nel contempo il Comitato Nazionale arabo-palestinese ordinò ai paesi circostanti di negare il visto ai profughi e di chiudere i confini per impedire loro di tornare in Israele. Finirono così tutti nei campi profughi, senza diritti civili e umani, in Libano, in Giordania, Siria e alcuni in Egitto e in Iraq. La “guerra santa” per la distruzione di Israele finì con la completa disfatta degli arabi e i palestinesi rimasero prigionieri in quei campi che oggi sono vere e proprie piccole città. A questo punto veniamo a scoprire il vero motivo che ha portato all’invenzione di un popolo. Ho citato varie volte l’ammissione di Zahir Muhsein, del Comitato esecutivo dell’OLP a un giornale olandese, nel marzo del 1977. Rinfrescare la memoria non fa male: “ Il popolo palestinese non esiste. La creazione di uno stato palestinese è soltanto uno strumento per la lotta contro lo stato di Israele per la nostra unità araba” (L’inganno palestinese, Tanio Romano).

Quindi i palestinesi sono stati inventati per fungere da carne da cannone contro Israele, hanno trasformato milioni di persone in terroristi pieni di odio, hanno distrutto la vita e la morale per ridurle a violenza e morte, unicamente per eliminare la presenza ebraica in Medio Oriente. Hanno inventato un popolo di probabili assassini, facendo il lavaggio del cervello ai bambini, insegnando loro come si ammazzano nemici sionisti, per cancellare gli ebrei dalla faccia della terra. Esattamente come voleva fare Hitler di cui gli stati arabi furono alleati e amici. Tutti i profughi del mondo, col passare del tempo, si integrano nei paesi che li accolgono, iniziano una nuova vita, lavorano e producono. La storia lo insegna. Gli unici destinati a rimanere schiavi dei loro capi e miserabili mantenuti dal mondo intero per decreto ONU, sono i cosiddetti palestinesi inventati unicamente per essere novelli nazisti, strumenti di odio e di morte per la distruzione del popolo di Israele. Una popolazione utile, dunque, solo a fare del male, creare disagio e paura, rovinare la vita a chi vuole studiare, lavorare ma soprattutto vivere, vivere in pace!

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Deborah Fait

"Gerusalemme, capitale unica e indivisibile dello Stato di Israele"


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