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Il prodotto di una società
Analisi di David Elber
Immediatamente dopo l’eccidio di ebrei del 7 ottobre, perpetrato dai terroristi palestinesi di Hamas, si sono levate numerose voci, a partire da quella del presidente USA Biden, con le quali si stigmatizzava il fatto che Hamas non rappresentasse il popolo palestinese, anzi, che fosse proprio il popolo palestinese “la prima vittima di Hamas”. Nei giorni successivi, da questa grottesca affermazione – come vedremo – si è passati, in molti giornali, alla tesi secondo la quale Hamas è stato sì colpevole di questo massacro però le “sue buone ragioni” le aveva: la “colpa” è in ultima analisi dei “coloni” e “dell’occupazione”. Ora proveremo a capire se queste affermazioni hanno fondamento o sono le ennesime giustificazioni di una società, quella palestinese, che ha fatto dell’antigiudaismo un tratto fondante della propria identità.
Per prima cosa è utile ricordare che Hamas vinse le ultime elezioni amministrative che si sono potute tenere nei territori amministrati dai palestinesi nel 2006. Quell’anno Hamas ottenne il 44,45% dei voti, in pratica la quasi maggioranza assoluta dei votanti. In base alla legge elettorale vigente, ottenne 74 seggi su 132 complessivi (67 sono la maggioranza per governare), quindi Hamas è stato legittimato dalla popolazione palestinese a governare e portare avanti il proprio programma “politico” di sterminio degli ebrei come previsto da suo statuto. Per fare un paragone storico con il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, nessuno di questi partiti vinse le lezioni o prese il potere con un numero così considerevole di voti. Come si fa a dire che Hamas non rappresenta il popolo palestinese?
Queste elezioni furono annullate, con la compiacenza di tutto l’Occidente, che evidentemente è favorevole alla democrazia rappresentativa solo quando le fa comodo. Dal 2006, le elezioni, nei territori amministrati dai palestinesi, non si sono più tenute. Però, tutti i sondaggi che, da allora, so stati effettuati mostrano in modo inequivocabile che Hamas è sempre il partito di maggioranza e che se si tenessero nuove elezioni le vincerebbero. Come si fa a dire che Hamas non rappresenta il popolo palestinese?
Dal 2007 Hamas governa il territorio della striscia di Gaza dopo che, con un colpo di Stato, ha esautorato l’Autorità Palestinese, la quale deteneva il potere abusivamente dopo aver perso le elezioni. Da quel momento Hamas detiene il potere statuale sulla striscia di Gaza, la quale è stata trasformata in un formidabile centro di terrorismo con centinaia di chilometri di tunnel sotterranei costati una fortuna stimata di decine di miliardi di dollari, con la compiacenza di tutti a partire dalle ONG pseudo umanitarie. Ma l’aspetto, forse, peggiore del governo di Hamas è l’indottrinamento anti ebraico che dalle scuole materne contraddistingue l’educazione dei giovani palestinesi. Questo avviene con la collusione dell’ONU, degli USA e della UE che, benché informati di come sono gestite le scuole di ogni ordine e grado, non fanno nulla per cambiare lo stato delle cose ed elargiscono sempre più fondi per perpetrare questo modo di fare “istruzione”. Se si amplia lo sguardo all’istruzione impartita nei territori controllati dall’Autorità Palestinese, si scopre che il medesimo tenore di odio anti ebraico è presente anche nei testi scolastici approvati dai “moderati” di Abu Mazen. E’ utile ricordare che per poter compiere le efferatezze realizzate dai palestinesi il 7 ottobre, bisogna aver indottrinato all’odio per anni prima di poter contare su una manovalanza tanto zelante e feroce come si è potuto constatare dalle immagini riprese e diffuse dagli stessi esecutori. E questo è potuto avvenire grazie all’”educazione” impartita fin dalle scuole primarie.
Un caso, tra i tanti, che si possono citare è accaduto nel 1956. In quell’occasione un commando di terroristi palestinesi era penetrato nel kibbutz di Nahal Oz, in Israele a pochi chilometri dal confine con Gaza, tra i morti e feriti di quell’azione terroristica, bisogna rammentare il caso di Roi Rotberg, che fu rapito, seviziato, ucciso e mutilato. Il cui corpo, orrendamente mutilato, fu poi trascinato per le strade di Gaza tra il giubilo della folla festante. Ovviamente questo episodio non può essere paragonato all’eccidio del 7 ottobre, però l’odio e le modalità furono le medesime che hanno spinto Hamas a compiere il massacro del mese scorso. Questo non fu un caso isolato, ma di attentati ed incursioni ce ne furono moltissime, tanto che nell’ottobre del 1956 Israele dovette compiere un’azione militare che portò alla conquista di Gaza e del Sinai. Nel 1956 Gaza, bisogna ricordare, era governata dall’Egitto (anche se illegalmente) quindi perché questo odio anti ebraico se non c’era “occupazione” israeliana e non c’erano i famigerati “coloni”? Perché l’odio e il rancore non era diretto verso gli egiziani che occupavano Gaza o verso i giordani che occupavano la Cisgiordania? Perché per i “palestinesi” non importava chi li governasse purché non fossero ebrei. Appare evidente che la questione dell’”occupazione” e dei “coloni” è solo una fiction creata in Occidente per non voler vedere la realtà delle cose: gli arabi non accettano, e non hanno mai accettato, la presenza di uno Stato ebraico per quanto piccolo fosse. Ora pensare che, quando questa ennesima guerra, voluta dagli arabi, finirà, se il territorio di Gaza sarà amministrato dall’Autorità Palestinese le cose andranno magicamente a posto e ci sarà una “giusta” pace, è una pia illusione come gli ultimi 100 anni di storia hanno abbondantemente dimostrato. La “pace” ci sarà solo quando gli ebrei di Israele saranno sterminati o cacciati e il loro Stato distrutto, e il 7 ottobre 2023 è lì a ricordarcelo.
David Elber
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