La televisione palestinese incoraggia nuovamente il "martirio"
attraverso un breve filmato rimesso in onda
Testata:
Data: 13/08/2003
Pagina: 1
Autore: Federico Steinhaus
Titolo: La televisione palestinese incoraggia nuovamente il "martirio"
Negli ultimi tre anni la televisione palestinese ha trasmesso centinaia di
volte un breve filmato, che ha tolto dalle sue programmazioni in occasione
della firma della Road Map. Questo filmato è stato riproposto lo scorso 10
agosto.
Nel filmato, una storia d'amore viene bruscamente interrotta quando gli israeliani uccidono la giovane donna, sparandole alla schiena. La donna
ricompare, vestita di bianco, insieme a tante altre donne giovani e belle
vestite come lei, e tutte danzano leggiadramente nell'acqua.
Il fidanzato si dispera, ovviamente, e prega sulla tomba della ragazza; ma
gli israeliani uccidono anche lui, e grazie a questa morte violenta egli si
può riunire alla sua bella ed alle altre vergini che lo attendono.
Il filmato è accompagnato da una musica struggente ed estatica, che esalta
la donna e l'uomo come shahid, martiri morti per santificare Allah e l'Islam.
Chi voglia vedere il filmato si può collegare cliccando:
http://www.isratv.com/video/twolovers56.asx.

Naturalmente, non esiste alcun collegamento diretto fra il fatto che questo
filmato di esaltazione del martirio per Allah sia stato nuovamente programmato dalla televisione palestinese e la circostanza che due giorni dopo due kamikaze si siano fatti saltare in aria nel tentativo (fortunatamente non del tutto riuscito) di provocare stragi di innocenti civili. Ma esiste una connessione logica ed immediata fra quanto avviene nella realtà e quanto i media palestinesi indicano come condotta esemplare.
Il terrorismo palestinese non è più (ammesso che lo sia mai stato) uno
strumento di ribellione di un pugno di disperati, ma è anzi l'arma scelta
da una complessa rete di collusioni politiche internazionali, ben finanziata, politicamente coordinata ed in grado, da qualche tempo, di redistribuire mediante collaborazioni incrociate i compiti di spargere morte e terrore in Israele. I due attentati di martedi sono stati rivendicati da due diverse organizzazioni, mentre dal Libano gli Hezbollah, finanziati e manovrati dalla Siria e marginalmente dall'Iran, bombardavano i centri abitati israeliani.
In passato, queste organizzazioni agivano anche sotto la spinta di rivalità
non solo di matrice politica, ma anche indirizzate a presentarsi ai rispettivi finanziatori come forze efficienti ed attive; oggi la situazione si è profondamente modificata, i finanziatori sono più cauti, gli sponsor politici sono diminuiti e rimangono in attesa degli eventi, l'esercito israeliano ha scardinato catene di comando e distrutto fonti di rifornimento delle organizzazioni terroristiche, costringendole ad agire con modalità diverse.
Vi è dunque anche in chi controlla la televisione palestinese (in altri
termini, dato che ci muoviamo all'interno di un sistema autocratico: negli
ambienti politici di vertice dell'Autorità Palestinese) un interesse a
promuovere nuovamente il terrorismo? La televisione esercita una fortissima
suggestione sulle masse, ed i messaggi che essa trasmette ricadono sugli
individui modificandone la consapevolezza più di quanto ciò non avvenga in
occidente. E questo, del quale ci stiamo occupando, è un messaggio con una
forte matrice religiosa e patriottica, la cui ripetizione non può non essere
efficace. Lo shahid incontra il suo Creatore, sposa 72 vergini dagli occhi
scuri e può chiedere clemenza per 70 membri della sua famiglia; sul suo capo
è posta una corona d'onore, che vale più di qualunque altra cosa al mondo
(Ismail al-Radouan, televisione palestinese, 17 agosto 2001).