Il ‘macellaio’ iraniano scompare?
Cronaca di Mirko Molteni
Testata: Libero
Data: 20/05/2024
Pagina: 12
Autore: Mirko Molteni
Titolo: Il presidente iraniano Raisi disperso in un incidente. Mezzo mondo sogna la fine del regime islamico

Riprendiamo da LIBERO di oggi, 20/05/2024, a pag. 12 con il titolo "Il presidente iraniano Raisi disperso in un incidente. Mezzo mondo sogna la fine del regime islamico" la cronaca di Mirko Molteni. 

Mirko Molteni
Mirko Molteni

I resti dell'elicottero che trasportava il presidente iraniano Raisi, dopo una visita di Stato in Azerbaigian. Il presidente risulta ancora ufficialmente disperso, anche se quasi certamente è morto. Ciò avviene nel bel mezzo del conflitto mediorientale, quando l'Iran sta mostrando il suo vero volto, prima sostenendo la guerriglia contro Israele e poi attaccandolo direttamente. La morte del presidente "macellaio", con un curriculum da record di esecuzioni capitali (prima ordinate come giudice, poi come presidente) indebolirà il regime islamico?

Nel pieno di una crisi che attanaglia il Medio Oriente da Gaza fino al Mar Rosso, il governo dell'Iran, coordinatore dei nemici di Israele, si trova decapitato. Da ieri pomeriggio il presidente Ebrahim Raisi, secondo solo alla guida suprema, ayatollah Alì Khamenei, risulta disperso dopo un incidente in elicottero insieme al ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, il governatore della provincia dell'Azerbaigian Persiano, Malek Rahmati, e il rappresentante provinciale della guida suprema, l'ayatollah Mohammad Ali Ale-Hashem.
La stampa israeliana, in particolare Channel 12, ha subito accreditato «fonti diplomatiche occidentali» secondo cui «il presidente iraniano è morto».
Un mese fa, il 13 aprile, Israele era stato bersagliato da un'ondata di 300 missili e droni lanciati dall'Iran, quasi tutti abbattuti. In principio s'è parlato di «atterraggio brusco a causa della nebbia» sulle montagne presso Jolfa, città iraniana al confine con l’Azerbaigian, 600 km a nordovest della capitale Teheran. Proprio dall’Azerbaigian, Raisi rientrava con un convoglio di tre elicotteri diretto a Tabriz, capoluogo del cosiddetto “Azerbaigian Persiano”, abitato da azeri, ma sotto sovranità iraniana. Nell’Azerbaigian indipendente, invece, Raisi c’era stato in mattinata, incontrando il presidente Ilham Aliyev e inaugurando con lui una diga a Qiz Qalasi, la terza diga idroelettrica finora costruita in collaborazione irano-azera sul fiume Araz. Dopo la cerimonia, il presidente iraniano è decollato verso Tabriz.
Ma il suo elicottero, per la forte nebbia, è svanito alla vista degli altri velivoli. Voci dall'agenzia Mehr che davano Raisi non sull'elicottero, ma «in viaggio in auto verso Tabriz», sono state cancellate. Fonti non ufficiali già accennavano al probabile «martirio» delle vittime.
Operazioni di soccorso con elicotteri si sono rivelate impossibili a causa del maltempo, così le autorità e le forze armate hanno organizzato 40 squadre di ricerca per inerpicarsi a piedi verso il sito dell'incidente. In serata sembrava essere stato captato il segnale del velivolo.
La Mezzaluna Rossa ha inviato 8 ambulanze, fin dove arrivano le strade, in una foresta tra il villaggio di Uzi e la miniera di rame di Sungun, fra Jolfa e Varzaqan.
Sulle cause è mistero. Alcuni adombrano guasti dovuti alla scarsità di manutenzione causata dalle sanzioni. S'è detto che l'elicottero era un russo Mil Mi-171, ma una foto diffusa dall'agenzia ISNA mostra uno Shabaviz, copia iraniana del Bell 205 americano. Difficile però che non sia garantita manutenzione a un velivolo presidenziale. La tappa in Azerbaigian fa pensare al Mossad, il servizio segreto israeliano, che avrebbe nel paese basi per sorvegliare e infiltrare il vicino Iran, concesse da Aliyev in cambio della fornitura di sofisticate armi israeliane, come i missili LORA e i droni Hermes, usati dagli azeri nelle recenti guerre contro gli armeni del Nagorno Karabakh. Ma Israele nega qualsiasi conivolgimento.
Raisi, 63 anni, è un “prodotto” delle scuole religiose di Qom ed è noto per le posizioni da ultraconservatore. È diventato presidente nel 2021, subentrando ad Hassan Rouhani. Il suo governo ha segnato un'intensificazione della lotta contro Israele, ma anche un giro di vite sulla popolazione che ha scatenato nuove proteste.
Del resto, dal 2004 al 2021 è stato tra i vertici giudiziari, occupandosi di repressione. Era considerato il potenziale successore di Khamenei come guida suprema.
A morte confermata, le sue funzioni verranno assunte per 50 giorni dal vicepresidente Mohammad Mokhber, che indirà nuove elezioni. A Teheran è scattato l'allarme e l'ayatollah Khamenei ha presieduto una riunione del consiglio di Sicurezza Nazionale. Il capo di Stato Maggiore, generale Mohammad Bagheri, ha mobilitato esercito, pasdaran e polizia per le ricerche. Perfino tre soccorritori erano dati per “dispersi” in serata a causa della pioggia e del freddo, mentre scendeva la notte.

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