Incontro Bush-Berlusconi:
si parla di Medio Oriente
Testata: La Stampa
Data: 22/07/2003
Pagina: 3
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: Bush a Berlusconi: gli Usa ringarziano l'Italia
Riportiamo l'articolo di Maurizio Molinari pubblicato su La Stampa martedì 22 luglio 2003.

Alleati di ferro nella lotta al terrorismo Silvio Berlusconi e George W. guardano assieme alle nuove sfide: la ricostruzione dell'Iraq, i pericoli che vengono dai «comportamenti inaccettabili» di Stati come Siria ed Iran.
Un corsa nel ranch assieme di prima mattina, il briefing di intelligence e ore di colloqui a tu per tu sono stati la cornice di stretta amicizia nella quale i due leader hanno affrontato i temi caldi della guerra al terrorismo e dei rapporti fra Stati Uniti ed Unione Europea.
L'intesa emersa è ampia ed al termine entrambi hanno voluto sottolinearne lo spessore. «Ricordo quando Silvio andò in visita al cimitero di Anzio nel Memorial Day, comprende la nostra storia ed i nostri valori, siamo grati all'Italia per dividere con noi costi e sacrifici della difesa della libertà, siamo stati assieme contro l'odio nei Balcani, dopo l'11 settembre ed ora lo siamo contro il terrore, siamo grati per le vostre forze in Afghanistan ed Iraq» ha esordito Bush ripetendo «Grazie Italia» e dicendosi «felice» di vedere oggi Silvio Berlusconi presidente di turno dell'Unione Europea e quindi aggiungendo: «Saremo assieme fino alla vittoria contro il terrorismo che minaccia gli Stati Uniti, l'Italia e tutti i Paesi che amano la pace».
Berlusconi non è stato da meno: «L'America è un Paese che amo, Bush è un caro amico, i nostri due Paesi sono uniti dall'amore per democrazia, giustizia, libertà e sviluppo». I toni forti del rapporto personale e politico hannno avuto risalto in America dove Bush è sotto attacco per essersi isolato da molti tradizionali partner europei durante la crisi irachena.
Fianco a fianco nell'hangar dell'elicottero presidenziale «Marine One» Bush e Berlusconi rilanciano l'alleanza: il primo disegna i nuovi scenari della guerra al terrorismo, il secondo si presenta come mediatore con i Paesi più dubbiosi dell'Unione Europea. Bush punta l'indice verso Iran e Siria: «Siamo incoraggiati dalla prospettiva di un Medio Oriente con due Stati Israele e Palestina fianco a fianco» e tutti i Paesi della regione dovrebbero sostenere «le leadership coraggiose di Ariel Sharon ed Abu Mazen» ma il problema sono «Stati come Siria ed Iran che continuano ad ospitare e proteggere i terroristi in maniera inaccettabile» e quindi «saranno ritenuti responsabili delle loro azioni».
Il monito a Damasco e Teheran non arrivava così esplicito dalla Casa Bianca dall'indomani della presa di Baghdad a dimostrazione che per Bush il processo di pace è in una fase cruciale e chi lo ostacola deve farsi da parte. Le parole di Bush sono dirette tanto ai Paesi arabi che a quelli europei e Berlusconi risponde annunciando che «al ritorno mi farò portavoce con i partner europei della cultura dell'unione e non della divisione o dell'egoismo». Quando il presidente del Consiglio chiede di «ripartire dalla forza della coesione» transatlantica, fa capire di voler operare per recuperare l'intesa sulla lotta al terrorismo fra Europa e Stati Uniti cementata dall'11 settembre ed in Afghanistan ma andata perduta in Iraq.
Su dopo-Saddam Bush e Berlusconi hanno parlato di ricostruzione. L'azione della guerriglia per Bush è una «continuazione delle ostilità» e, pur non chiedendo all'Italia di «sostitursi a noi nell'opera di mantenimento della pace», i due Paesi lavorano assieme per migliorare la sicurezza del territorio.
Sull'ipotesi di una seconda risoluzione Onu, Bush è cauto: «La 1483 è molto forte, ciò che è importante è ricostruire facendo del meglio peer il popolo iracheno». Il messaggio è indirizzato a chi, come Parigi e Mosca, vorre un nuovo testo per riaprire un negoziato a tutto campo sul futuro dell'Iraq. Gli Stati Uniti sono pronti a definire con l'Onu le strategie migliori per accelerare la ricostruzione, non a ridiscutere la cornice internazionale del dopo-Saddam. «Abbiamo trovato una visione comune tu tutti i temi» ha concluso Berlusconi, che ha sottolineato successivamente di «sottoscrivere completamente» la posizione del presidente americano sull'Iraq.
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