'Se esiste un perdono' di Fabiano Massimi 03/01/2024
Recensione di Giorgia Greco
Autore: Giorgia Greco

Se esiste un perdono            Fabiano Massimi

Longanesi                              euro 18,60

Se qualcosa non è impossibile allora deve esserci un modo per farlo” (Nicholas Winton)

 

Dai tempi bui del nazifascismo e della Shoah arriva una storia vera e dimenticata che testimonia la luminosa forza morale e la dignità di persone che non si sono piegate di fronte a nulla, da cui trarre una lezione di grande attualità: anche quando il male sembra trionfare è sempre possibile agire per il bene, salvare la propria dignità di esseri umani e contrastare chi semina l’odio prodigandosi per chi è in difficoltà.

Nel suo ultimo romanzo “Se esiste un perdono” (Longanesi) Fabiano Massimi, traduttore, direttore della biblioteca di Formigine, docente di scrittura creativa nel programma universitario della Scuola Holden oltre che autore di romanzi storici come “L’angelo di Monaco” (2020) e “I demoni di Berlino” (2021) che gli sono valsi premi prestigiosi ricostruisce, illuminandone i risvolti oscuri, la storia vera di sir Nicholas Winton, Doreen Warriner e Trevor Chadwick che nel 1939 a Praga rischiarono la vita per salvare il maggior numero possibile di bambini ebrei dalla follia nazista.

Nel dicembre del 1938 Nicholas Winton, giovane broker londinese, anziché partire per una vacanza in Svizzera accoglie l’invito di un suo compagno di studi, impiegato all’ambasciata inglese a Praga, di recarsi in Cecoslovacchia per fronteggiare la grave crisi umanitaria che si stava verificando in quel paese dopo l’annessione della regione dei Sudeti da parte di Hitler. Winton, rischiando la vita, con una buona dose di coraggio e un pizzico di irresponsabilità mette le sue competenze al servizio del Comitato britannico per i rifugiati cecoslovacchi. Per tre settimane, la durata del suo soggiorno a Praga, senza risparmiarsi lavora in clandestinità a fianco di Doreen e Trevor riuscendo a salvare dai nazisti, prima dello scoppio della guerra, 669 bambini sia di famiglie ebree che di dissidenti. Infatti, nel marzo 1939 i tedeschi occuparono Praga e nell’ottobre dello stesso anno iniziarono le deportazioni di ebrei dalla Cecoslovacchia. Fu grazie a Winton che quei 669 bambini ebbero salva la vita.

Il Kindertransport, il programma di salvataggio messo in campo dal giovane broker inglese, coinvolse bambini fra i tre e i dodici anni per i quali Winton si era attivato per trovare famiglie che avrebbero accolto con amore quei bimbi privati della loro infanzia dalla ferocia nazista. Accanto a Winton operano due attivisti inglesi realmente esistiti: Trevor Chadwick, un maestro elementare che rimase a Praga fino alla partenza dell’ultimo treno dei bambini e Doreen Warriner, responsabile del Comitato per i rifugiati e di Save the Children.

Nel romanzo l’autore inserisce anche personaggi nati dalla sua creatività che arricchiscono la narrazione e offrono un quadro lucido e spietato del clima che si respirava in quegli anni poco prima dell’arrivo dei nazisti. Petra Linhart, la voce narrante, è una giovane donna cecoslovacca che ha perso il marito, il figlio e la patria ma è determinata fare qualcosa per porre un freno alla deriva che sta vivendo il suo paese. Cerca quindi la resistenza antinazista e l’autore immagina il suo incontro con Doreen e Winton. Tuttavia, nell’animo di Petra albergano sentimenti di vendetta che la portano a tradire, poi a pentirsi e a cercare un riscatto: un personaggio quello di Petra che lascia un po’ d’amaro nel lettore ma sicuramente plausibile in quegli anni di terrore e incertezza nel futuro in cui spie, figure equivoche e delatori si mescolavano a coloro che agivano per la salvezza degli ebrei.Un altro personaggio di fantasia è la Bambina del sale per la quale l’autore ha tratto ispirazione da un viaggio a Praga; va detto che prima di immergersi in un nuovo romanzo Massimi visita con estrema cura i luoghi che faranno da scenario alla storia, per cogliere le sensazioni, le vibrazioni e le atmosfere della città che poi trasferisce in modo magistrale sulla pagina.
La Bambina del sale è una figura misteriosa e coraggiosa al contempo, una creatura dagli occhi dorati che si aggira per Praga con un cestino contenente sacchetti di sale che all’epoca era ormai introvabile e li vende in cambio di una moneta. Avvolta da un alone di magia la piccola agisce nell’ombra con i sensi sempre all’erta e non si lascia sfuggire nulla consapevole di essere in pericolo di vita dopo l’incontro con Vodnik, un personaggio equivoco che precorre la ferocia dei nazisti, e il cui nome rievoca l’orco del folklore boemo; responsabile delle dogane Vodnik lavora per i nazisti come volontario ed è ossessionato dalla bambina che metterà in campo ogni risorsa per sfuggirgli.
Un altro pregio del libro è la capacità dell’autore di farci “vivere” la città di Praga che dalla sua penna emerge nella sua maestosa bellezza: splendide sono le descrizioni della Città Vecchia, del Castello, dei palazzi eleganti e un po’ scrostati “che custodivano i segreti dei secoli”, del campanile di San Vito, della Moldava e del Ponte Carlo, uno dei monumenti più prestigiosi della città, di cui l’autore rievoca in pagine di forte impatto emotivo il momento in cui Hitler il 15 marzo 1939 lo attraversò “per sancire la conquista della città”.

Quella di Nicholas Winton è una storia straordinaria di cui Fabiano Massimo è venuto a conoscenza durante il lockdown del 2020 attraverso un video apparso su youtube che mostra un episodio molto commovente: nel 1988 nello studio televisivo della Bbc durante la trasmissione “That’s life”, alla quale sir Nicholas Winton era stato invitato, viene raccontata la sua storia e fra i presenti, a sua insaputa, vi sono molti di quei 669 bambini, ormai adulti, cui ha salvato la vita e che lo accolgono come un eroe. Nonostante lo scarso materiale a disposizione, grazie al suo mestiere di bibliotecario, Fabiano Massimi è riuscito, compulsando archivi e analizzando documenti, a trovare le informazioni che gli hanno permesso di ricostruire in modo mirabile la storia dello Schindler britannico.

La storia di Nicholas Winton, di Doreen Warriner e di Trevor Chadwick è diventata anche un film intitolato “One Life” diretto dal regista britannico James Hawes, nelle sale italiane dal 21 dicembre scorso. Tratto dalla biografia “If It’s not impossible…The life of sir Nicholas Winton” di Barbara Winton il film, che si avvale di un cast eccezionale con Johnny Flynn nel ruolo di Winton giovane e con l’attore pluripremiato Anthony Hopkins che interpreta magistralmente Winton anziano, si muove su due piani temporali configurandosi come un dialogo continuo fra un passato collocato nel 1938 e un presente che figura essere cinquant’anni più tardi. Tormentato dal senso di colpa per non essere riuscito a salvare un numero maggiore di bambini, Winton ci lascia un messaggio quanto mai attuale: in tempi flagellati da guerre, indifferenza e superficialità c’è bisogno di generosità disinteressata, di rispetto per chi si trova in una situazione di precarietà e di passione nell’agire per una giusta causa. Perché la recente guerra in Ucraina ci ha insegnato che il passato non è troppo lontano da noi e il male è più vicino di quanto crediamo. E se qualcosa possiamo fare allora dobbiamo agire, non restare indifferenti e, come amava ripetere Nicholas Winton, “se qualcosa non è impossibile, allora deve esserci un modo per farlo”.

“One Life”, è un film da vedere per svegliare le nostre coscienze; “Se esiste un perdono” è uno fra i romanzi storici migliori pubblicati in Italia nel 2023, da leggere con rispetto e devozione perché il senso della letteratura – come scrive l’autore nell’ultima pagina - è proprio questo: “scoprire, illuminare, diffondere, celebrare”.


Giorgia Greco