Monsignor Pizzaballa con la Kefiah al collo è inguardabile. 27/12/2023
Diario di guerra di Deborah Fait
Autore: Deborah Fait

Monsignor Pizzaballa con la Kefiah al collo è inguardabile.
Diario di guerra di Deborah Fait

Monsignor PIzzaballa

Monsignor Pizzaballa

Vedere il Patriarca latino di Gerusalemme, Monsignor Pizzaballa, promosso a Cardinale, camminare per le strade di Betlemme con la kefiah al collo fa il paio con l’ignoranza di quelle insegnanti di Padova che hanno sostituito il nome di Gesù con quello di un orologio svizzero, Cucù…cucù...cucù. Solo una cosa differenzia i due soggetti, Pizzaballa, considerata la sua alta carica, non potrebbe permettersi l’ignoranza. Per completare l’opera, anche il Gesù bambino nel presepe di Betlemme era coperto con una kefiah. Questo significa mancare di rispetto a una figura sacra per il mondo cattolico e a una figura storica per il mondo ebraico. In altre parole significa imbrogliare la gente e mistificare la Storia. Che Monsignor Pizzaballa, come parte dei maggiorenti della Chiesa cattolica, sia palesemente contro Israele, sono affari suoi e della sua coscienza ma non può non sapere che per il popolo ebraico la kefiah è simbolo di morte e che indossarla è stata un’offesa a dispregio di tutti i nostri morti ammazzati il 7 ottobre. Fu adottata nel 1936 come simbolo rivoluzionario di lotta contro gli inglesi per impedire l’arrivo in Israele degli ebrei, cosa che il governo britannico fece di buon grado bloccando le navi che portavano i perseguitati e i sopravvissuti nell’allora Palestina Mandataria, rinchiudendoli in campi di concentramento a Cipro. Da allora la kefiah, insieme all’urlo Allahu Akhbar, è stato il simbolo del terrorismo e della morte. Questo è quello che Pizzaballa aveva intorno al collo: terrorismo e morte. Questo è quello che i palestinesi usano raffigurare nelle immagini di Gesù bambino: terrorismo e morte. Mai come quest’anno alcuni media e social parlano di un Gesù palestinese, mai come quest’anno mettono in dubbio, anzi negano il suo ebraismo. Negare l’ebraicità di Gesù è solo uno dei tanti mezzi o mezzucci per delegittimare Israele e la sua storia millenaria. Su Facebook le pagine di chiunque sia per Israele vengono riempite di insulti e ingiurie irripetibili, di storielle inventate, di citazioni prese da personaggi palesemente antisemiti. Parlare dell’ovvio, cioè di Gesù ebreo provoca una rabbia incontrollabile che porta inevitabilmente ad accusare Israele di genocidio dei palestinesi, accusa vecchia, trita e ritrita, che non ha mai tenuto conto del fatto che il popolo “genocidiato” è aumentato più di dieci volte dal 1948 ad oggi! All’accusa di genocidio si aggiungono quelle di “stato canaglia”, a Israele capite? L’accusa di assassini dei poveri innocenti palestinesi è parte preponderante del 90% dei messaggi. Nessun paese al mondo ha mai avuto un simile trattamento di odio cieco, di avversione senza confini. Naturalmente il 7 ottobre è stato dimenticato, probabilmente certuni hanno goduto alle notizie dei massacri bestiali contro innocenti inermi. Delle scuole di Gaza, ospedali, moschee, case private piene di armi persino nei giocattoli dei bambini e sotto i loro letti non si parla, non si fa cenno nemmeno ai giubbotti pieni di esplosivo della misura di bambini anche molto piccoli. E che dire di Hamas che spara sul suo popolo che cerca di afferrare qualche pacco di cibo dai camion dell’ONU, riforniti tra l’altro da Israele! Hanno sparato su dei ragazzi, ne hanno uccisi due che volevano solo mangiare. Hamas ruba con la violenza delle armi il cibo riservato alla popolazione ma questo non indigna le “brave persone filopalestinesi” perché a nessuno importa se non per condannare, delegittimare, insultare Israele. Yahya Sinwar ha parlato per dire che non accetta la resa né il negoziato, Netanyahu ha risposto che la guerra continuerà fino a quando il mostro capoccia di Hamas non sarà eliminato. Il pensiero degli ostaggi, dei nostri bambini, dei giovani, degli anziani nelle mani di quei non umani tormenta ogni israeliano, ogni ebreo. Dovrebbe angosciare ogni essere umano degno di questo nome.

Deborah Fait

Deborah Fait