Israele e il presidente siriano Assad
L'intervista de Il Giornale ad Assad
Testata:
Data: 02/04/2003
Pagina: 1
Autore: Giorgia Greco
Titolo: L'intervista de Il Giornale ad Assad
A pagina 7 de "Il Giornale" di mercoledì 2 aprile è pubblicata un’ intervista del presidente siriano Bashar El Assad rilasciata al direttore del quotidiano libanese Al Safir intitolata "Non ci sarà pace finchè Israele esiste".

Il tono dell’intervista è facilmente intuibile dal titolo.

Le parole del presidente siriano molto gravi per ciò che lasciano intendere (una precisa volontà di annientare l’unica democrazia in Medio Oriente) dovrebbero preoccupare l’opinione pubblica occidentale la quale invece è molto più interessata a partecipare alle manifestazioni contro l’America e non si accorge che in Siria governa un dittatore che nulla a da invidiare al leader iracheno Saddam Hussein.

Presidente Assad, è stato sorpreso dalla resistenza irachena?

No, assolutamente. Data la nostra esperienza, la cosa non mi ha sorpreso affatto. Gli americani si sono tolti la maschera, e hanno detto che volevano il petrolio e che volevano ridisegnare la mappa della regione in base agli interessi degli israeliani. Israele ha in gioco un suo interesse nella divisione dell’Irak in tanti mini paesi etnici e nazionali, perché in questo modo può giustificare la sua legittimazione.

D’altra parte la struttura sociale in Israele è un’anomalia. Israele è un paese con una sola caratteristica, quella religiosa. La sua democrazia nasce da questa caratteristica.

Non è una democrazia basata sui confini di Stato. Perciò è inconcepibile che Israele diventi uno Stato legittimo, anche se avrà successo il processo di pace, in quanto la sua struttura devia dal modello di quella regione, e forse dal modello del mondo intero.

Le minacce israeliane contro la Siria, il Libano e la Hezbollah continuano, specie in questi giorni. Che cosa ne pensa, considerando l’opinione di chi ritiene che, con il pretesto della guerra contro l’Irak, il Libano – e specialmente la Hezbollah saranno nel mirino?

Queste minacce continuano indipendentemente dalla guerra. Sarebbe un errore collegare qualsiasi cosa faccia Israele ad una determinata situazione. Ed è un errore comunque stare tranquilli solo perché Israele non è intervenuto in una determinata circostanza.

Nessuno di noi e nessun arabo si fida di Israele. E’ logico che dobbiamo sempre aspettarci un attacco da Israele, anche quando Israele non minaccia. Si deve sapere che Israele si basa sempre sulla perfidia. Questo è un punto da valutare a fondo.

Abbiamo a che fare con la perfidia e le minacce, che hanno accompagnato la costituzione dello Stato di Israele.

Fin dall’inizio Israele ha rappresentato una minaccia. E’ la natura di Israele ed è per questo che Israele è stato fondato. Basandoci su questa conoscenza della natura e del ruolo di Israele, dobbiamo mettere in conto la possibilità di un’aggressione prolungata…

Israele non si cura dell’opinione pubblica internazionale. Gli Stati Uniti non sono in grado di dominarlo; al contrario, sono gli israeliani a dominare gli Stati Uniti, oggi, attraverso la loro lobby.

E ciò significa che ridisegnare la regione e controllare le sue risorse, in un modo o nell’altro, andrà a vantaggio di Israele nel suo controllo sull’Amministrazione americana

La cosa più importante è che la nostra posizione è giusta e che dobbiamo chiarirla. In secondo luogo dobbiamo prepararci ad affrontare qualsiasi attacco israeliano. Questo punto non ha bisogno di essere analizzato.

Israele non deve esistere, Israele non è uno Stato legittimo, Israele è un’anomalia, Israele minaccia la Sira, il Libano e gli hezbollah ecc. ecc.

Non si possono avere dubbi sul contesto nel quale Israele si trova a vivere, unica democrazia in un mare di paesi governati da dittatori sanguinari che vogliono annientarla.

Assad è uno fra i tanti.

Eppure quello che meraviglia è il credito che questi loschi figuri ottengano in Occidente, non ultimo il Papa che non ha avuto il coraggio di ribattere dinanzi ad una frase gravemente antisemita pronunciata da Assad durante la sua ultima visita in Siria.

E’ Israele che si sente minacciato dalla Siria, non il contrario.

E’ Israele che ogni giorno deve lottare per la sua sopravvivenza.

Ed è sempre Israele che deve difendersi con qualsiasi mezzo da tutti quei paesi arabi che vorrebbero "buttare a mare" gli ebrei.

Israele, l’unico baluardo democratico in Medio Oriente, è minacciato gravemente dalle dittature che lo circondano.

Cosa intende fare l’Occidente per proteggerlo?