Anche il centro Wiesenthal critica il museo di Carpi
Ancora polemiche per le immagini delle donne arabe velate vicino alle immagini della Shoa
Testata: Libero
Data: 01/04/2003
Pagina: 15
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: Il centro Wiesenthal scrive al premier: via i veli islamici dal museo della Shoa
Riportiamo un articolo di Dimitri Buffa pubblicato su Libero martedì 1 aprile 2003.
"Togliete le foto della vergogna dal museo di Carpi dedicato all'Olocausto".
E' quello che ha chiesto ufficialmente lo scorso 18 marzo il centro Simon
Wiesenthal al presidente del consiglio Silvio Berlusconi dopo le denuncie di
strumentalizzazione fatte a "libero" da Franco Perlasca, il figlio di
Giorgio, l'uomo che salvò migliaia di ebrei ungheresi dalla Shoà fingendosi
console spagnolo.
Si legge tra l'altro nella lettera che "sopra le foto e le scritte delle
vittime dell'Olocausto un museo statale ha messo foto di donne palestinesi
velate" e che "l'unico nesso logico tra le persecuzioni dei nazisti contro
gli ebrei e l'attuale situazione in Medio Oriente avrebbe invece suggerito
casomai di mettere foto delle attuali vittime ebree del terrorismo
palestinese.."
Per chi non ricordasse l'antefatto, le cose sono andate così: il 25 gennaio
scorso il figlio di Perlasca, invitato a fare un sopralluogo per l'apertura
di una mostra dedicata al padre nel museo ricavato nell'ex campo dei
deportati di Fossoli a Carpi, trova con sua grande sorpresa una mostra di
foto di donne islamiche.
Nelle sale precedenti la mostra, sui muri sono scolpite le frasi dei
condannati a morte e degli ebrei che passarono in quel campo, con ultima
destinazione i campi di sterminio.
Il curatore della mostra sponsorizzata dal comune rosso di Carpi ha pensato
bene di inserire sopra ogni frase, o meglio sopra ogni riferimento
femminile della frase, la foto di una donna araba con il velo.
Evidente l'accostamento dell'Olocausto con la causa palestinese: come a
dire che gli ebrei fanno oggi ai palestinesi quello che ieri veniva fatto
loro dai nazisti. Una bestemmia. E le stesse guide della mostra facevano
questi accostamenti irriverenti, come raccontò proprio Perlasca al nostro
giornale. Per evitare grane quelle foto vennero rimosse per la stretta
durata dell'inaugurazione della mostra dedicata a Giorgio Perlasca prevista
per il 27 gennaio, giorno della memoria, e poi rimesse al loro posto. Tanto
che Ciampi se le trovò lì l'11 marzo successivo quando giunse in visita a
Fossoli.
Venutolo a sapere, Perlasca si offese a morte con il comune di Carpi
sentendosi preso in giro: "ho chiesto alle istituzioni a quale sporco gioco
stessero giocando e l'assessore alla cultura di Carpi, tale Brunello
Salvarani, ha avuto anche il coraggio di protestare per la mia
interpretazione e per la pubblicità da me data alla cosa ..."
E ancora: "purtroppo questa è l'Italia e questa è la storia che viene
insegnata ai ragazzi di oggi dai comunisti e dai loro eredi, che poi hanno
anche il coraggio di puntare l'indice contro gli episodi di antisemitismo
che coinvolgono la destra fascista.."
Ora, dopo le polemiche incrociate con l'assessore alla cultura di Carpi ( e dopo che Perlasca junior è stato persino fatto oggetto di lettere antisemite per avere osato denunciare la cosa) è lo stesso centro intitolato al cacciatore di nazisti Simon Wiesenthal a intervenire nella maniera più diretta, con una lettera a Berlusconi perchè faccia smontare la mostra in questione.

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