Il fascino discreto dell'antisemitismo
Non c'è solo antisemitismo alla Rai e nei telegiornali: c'è qualcuno che lo scrive anche sui muri.
Testata: Il Giornale
Data: 11/03/2003
Pagina: 6
Autore: Andrea Pamparana
Titolo: Il pericolo di certe prediche
Riportiamo un articolo di Andrea Pamparana pubblicato su Il Giornale martedì 11 marzo 2003.
Nei giorni scorsi, mentre giravo per Sanremo durante il Festival, una signora milanese in pensione sulla Riviera mi ha fermato e mi ha detto: "Scusi, va bene che Berlusconi è un uomo di denari, ma non sta dando troppi poteri a quelli?". Il fatto che la signora definisse "uomo di denari" il premier: in fondo è così, è un uomo anche d'affari. Ma su chi fossero "quelli" ai quali concedeva troppo potere mi era incomprensibile. Il chiarimento è stato sconvolgente: "Tutti quegli ebrei, il Mimun, il Mentana, adesso il Mieli..." Non ho esitato a rispondere: " Lei mi offende, io pure sono ebreo".
Non è vero. Ma quando domenica sono rientrato a casa e ho trovato una lettera di Eyal Mizrahi mi sono sentito risollevato da quel senso di angoscia e vergogna che mi avevano procurato quella conversazione e la notizia delle scritte antisemite contro Paolo Mieli. Nella busto ho trovato anche la mia tessera numero 48 dell'Associazione Amici di Israele, socio ordinario 2003. Appartenere a questo consesso non vuol dire firmare una cambiale in bianco sulla politica dell'attuale governo Sharon. Ma vuole certamente significare il rispetto profondo per una nazione che è un punto di riferimento di donne e uomini che hanno subito il più spaventoso oltraggio che memoria d'uomo possa ricordare. Leggere un Gino Strada che scrive e predica per le piazze italiane che America e Israele sono i due più gravi pericoli terroristici del mondo, e pensare che ciò possa attecchire in menti ignoranti, fa paura. E leggere che l'America esercita una politica imperiale proprio a causa delle pressioni della lobby ebraica, che esiste l'"asse del male" tra Washington e Gerusalemme, come sostenuto dal professor Alberto Asor Rosa nel suo ultimo libro, non può non preoccupare. Perchè Gino Strada e il professor Asor Rosa non sono due signori qualsiasi: con il loro pensare e agire esercitano un'influenza importante, soprattutto sui giovani. Anche il movimento no global subisce purtroppo questo fascino discreto dell'antisemitismo. Questi movimentisti ritengono che la cosiddetta globalizzazione sia il frutto di un disegno di dominazione del mondo da parte dei finanzieri "amerikani" con il denaro dei "giudei". Sono passati tanti anni da quel 1938 in cui in Italia cento professori ebrei furono cacciati a seguito delle leggi razziali del fascismo ed uno solo, dico uno solo, ebbe il coraggio di rifiutare di prendere il posto di quelli espulsi. Novantanove insegnanti, uomini di cultura, gente di pensiero, non trovarono disdicevole assecondare quell'orrore. Sessantacinque anni dopo, le stupide scritte sui muri di corso Sempione debbono farci indignare allo stesso modo.
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