Emergenza Covid, la lezione israeliana 06/11/2021
IC7 - Il commento di Daniele Scalise
Autore: Daniele Scalise
IC7 - Il commento di Daniele Scalise
Dal 31 ottobre al 6 novembre 2021

Emergenza Covid, la lezione israeliana

Le nuove sfide di Israele sulla sicurezza – Intervista al Vice Ambasciatore Alon  Simhayoff
Alon Simhayoff

Con maggiore o minore ansia continuiamo a ripeterci la stessa domanda: a che punto è la notte del Covid? Come bambini atterriti in mezzo a un brutto sogno capace di precipitare in incubo, cerchiamo risposte e invochiamo una bussola. La dimensione planetaria dell’emergenza ha aggravato lo sgomento con un elemento apocalittico che a tratti ci è parso indomabile e che di fatto domato non è. Una riflessione tutt’altro che banale è stata promossa giovedì 4 novembre a Roma dall’Ambasciata israeliana in Italia e da RICOSTRUIRE, l’associazione voluta da Stefano Parisi che ha l’obiettivo di mettere a punto un piano strategico inteso a far fronte all’emergenza Covid 19 e, ancor di più, di rilanciare un’economia terremotata. “Una cosa si può affermare con certezza: durante la pandemia la sensibilità digitale dei cittadini è aumentata in modo consistente”, ha esordito Stefano Parisi, “tanto che oggi le tecnologie digitali sono entrate a far parte della pratica sanitaria. E siamo ancor più consapevoli che quella della salute è una partita che richiede preparazione”. Alon Simhayoff, vice capo missione dell’Ambasciata d’Israele in Italia, nel ricordare quando lo scorso dicembre una squadra di medici e infermieri provenienti dallo Sheba Medical Center di Ramat Gan giunse nell’ospedale di Verduno mettendo a disposizione gratuitamente le proprie professionalità, ha ribadito un principio che il Covid ha santificato: “il metodo più efficace per combattere la pandemia è farlo insieme”.

In Israele sono tornati ad aumentare i contagi - Il Post

A differenza di altre realtà nazionali dalle politiche esitanti e contraddittorie, Israele si è qualificato come ‘il laboratorio del mondo’ per la rapidità e la decisione con cui ha affrontato la pandemia. “Per prima cosa abbiamo bandito l’ingresso di carta e penna nei centri vaccinali”, ha confermato Shahar, capo della task-force anti-Covid del Maccabi Healthcare Services, una delle quattro organizzazioni sanitarie attive in Israele ed esperto noto ed ascoltato anche nel nostro paese. “E sia chiaro: fin dall’inizio abbiamo pensato non a ciò che fosse meglio per Pfizer ma a ciò che fosse giusto per i nostri cittadini”. Altro principio inderogabile è stato quello di somministrare i vaccini per fasce d’età e ai malati cronici, decisione che ha permesso di mettere al riparo la popolazione più a rischio. Errori ne sono stati commessi, non fatica ad ammettere Shahar: “Ripensandoci oggi mi sarei per esempio preoccupato meno dei pazienti asintomatici che è possibile curare a casa”. L’impostazione ‘militare’ della campagna vaccinale ha consentito di affrontare il nemico con determinazione e velocità. Pur se resta scoperto il nervo della vulnerabilità digitale si è però anche rafforzata la certezza che “la sanità ha avuto modo di fare importanti passi in avanti” al punto da immaginare una non tanto remota creazione di ‘ospedali virtuali’ dove il paziente non sarà più costretto al ricovero in strutture ma avrà la possibilità, grazie alle nuove tecnologie, di essere seguito con efficacia senza uscire di casa e quindi senza intasare gli ospedali e senza rinunciare al contesto familiare proprio quando ne ha maggiormente il bisogno.

Attorno al tavolo, dove si sono misurati Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale in Lombardia, Alessio D’Amato, assessore alla salute della Regione Lazio, e Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani di Roma moderati da Giancarlo Loquenzi, è stato tracciato un bilancio che – pur con criticità strutturali che nel nostro Paese riguardano la debolezza dell’interconnessione e del coordinamento e la nebulosità delle direttive sulla privacy – fa ben sperare in un risveglio dove tutti sapranno, e meglio di prima, che le nostre esistenze sono più che mai legate le une alle altre.


Daniele Scalise