Debutta l'alleanza Sharon-Peres
la cronaca di Alberto Stabile
Testata: La Repubblica
Data: 05/12/2005
Pagina: 19
Autore: Alberto Stabile
Titolo: La prima volta di Sharon e Peres
LA REPUBBLICA di lunedì 5 dicembre 2005 pubblica una cronaca di Alberto Stabile sulla presentazione pubblica dell'alleanza politica tra Ariel Sharon e Shimon Peres.

Ecco il testo:

GERUSALEMME - Eccola l´accoppiata vincente della politica israeliana, il dream team destinato secondo tutti i sondaggi a sbaragliare il campo degli avversari: stesse rughe, stessa canizie, stessa inossidabile voglia di vincere. Ariel Sharon e Shimon Peres si presentano alla prima conferenza stampa, da quando hanno deciso di affrontare insieme le prossime elezioni, con la sicurezza di chi ha alle spalle una lunghissima navigazione e la falsa modestia di chi sa di avere in tasca il risultato.
Che siano gli ultimi semidei di una generazione forgiata nel ferro e nel sangue, lo dimostra il fatto che a 76 anni, il primo, e a 82, il secondo, quello che per un comune mortale sarebbe il momento di ringraziare il Signore per esserci arrivato e tirare i remi in barca, per loro è solo l´inizio di una nuova avventura: «Una vera collaborazione», dice Sharon. «Una grande e importante collaborazione» rincara Peres.
L´introduzione del premier uscente e quasi certamente rientrante è breve, secca, misurata, mentre Peres si dilunga un po´. E già si può vedere in queste prime battute la divisione dei ruoli: Sharon è e resta l´uomo d´azione, il condottiero che decide e non ha bisogno di troppe parole. Peres è e rimarrà il teorico, l´intellettuale che sente il bisogno di spiegare.
«Mi dispiace staccarmi dal passato - dice - ma sono contento di prendere parte ad una nuova speranza». E lì una panoramica che parte dal ritiro dalla striscia di Gaza, per arrivare alla «grande occasione» offerta dal G8 di rilanciare l´economia della regione, e concludere con la necessità di raccogliere la sfida lanciata da Teheran con i suoi progetti nucleari. «Un pericolo mondiale», taglia corto Sharon.
Allo strappo consumato con la scelta di uscire dal partito laburista dopo mezzo secolo di militanza per accorrere al fianco di Sharon, Peres dedica una frase: «Non sento alcuna necessità di chiedere scusa a nessuno e non intendo in alcun modo incolpare qualcuno». Figuriamoci, il vecchio Peres che fa atto di contrizione. Semmai è il momento di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti del nuovo leader laburista e quasi omonimo, Peretz: «Se fosse dipeso da me - dice il Nobel per la Pace - dubito che avremmo anticipato le elezioni, cosa a cui mi sono opposto». E più avanti: «Non voglio parlar male di nessuno: nel momento in cui ho detto che Ariel Sharon è la persona più adatta a guidare la prossima coalizione, ho espresso la mia opinione precisa».
Re Arik raccoglie e ricambia la gentilezza: «Ho proposto a Shimon Peres di scegliere l´incarico che preferisce (nel nuovo governo, ndr). Shimon può svolgere qualsiasi incarico con grande successo. Ma indipendentemente da ciò che deciderà, Shimon sarà un partner pieno e centrale del processo di pace. Inoltre continuerà ad occuparsi dello sviluppo del Negev e della Galilea, come ha fatto fino ad oggi».
Non c´è alcuna doppiezza in queste parole. Sharon sa di aver acquisito con l´arrivo di Peres, un asset importante e desidera mostrare la sua riconoscenza. Dopo aver sepolto i ribelli del Likud sotto le macerie del suo vecchio partito, il generale sta completando la manovra di aggiramento del Labour, che, dopo l´uscita di Peres, Dalia Itzhik e Haim Ramon, sembra in procinto di subire altre defezioni.
Anche se mancano ancora quattro mesi a marzo, un´eternità per i tempi della politica israeliana, Sharon, non vede ostacoli che possano interrompere la collaborazione con Peres: «Sono sicuro che vincerò le elezioni, così che potremo continuare».
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