Se il terrorista diventa un "ribelle"
il linguaggio fuorviantedel quotidiano gratuito
Testata: Metro
Data: 05/12/2005
Pagina: 3
Autore: la redazione - Osvaldo Baldacci
Titolo: Iraq: attacco sciita a ex premier Allawi - Intervista a Josè Sanmartin
Lunedì 5 novembre, il giornale gratuito METRO, pubblica a pag. 3 un articolo intitolato "Iraq: attacco sciita a ex premier Allawi". Inquietante l’utilizzo del termine "ribelle", non certo adeguato a tagliatori di gola che rapiscono e minacciano civili innocenti.

A pag. 1 e a pag. 14 del quotidiano gratuito Metro, di lunedì 5 dicembre, troviamo una intervista di Osvaldo Baldacci al professore Josè Sanmartin, direttore di un prestigioso centro studi spagnolo. Il contenuto dell’articolo è molto interessante perché esplicitamente e implicitamente sfata molti luoghi comuni sul terrorismo. A cominciare dal fatto che i terroristi non stanno facendo una guerra di liberazione degli oppressi, per passare alla netta differenza che c’è tra i terroristi politici e quelli islamisti. I primi, che tutta la stampa li ha sempre chiamati con il loro nome, non sono invasi dalla cultura della morte come i secondi ( che invece buona parte della stampa preferisce chiamarli "ribelli" o "guerriglieri").
Conclude l'intervista un' opinabile considerazione sulla legittimazione che i terroristi riceverebbero dalla guerra al terrorismo.
In realtà a "legittimare" e incoraggiare il terrorismo, molto più della guerra, sono proprio dittature come quella iraniana e quelle irachena e afgana , oggi fortunatamente abbattute.

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