Il "boia Sharon" in scena a "La storia siamo noi"
la trasmissione condotta da Giovanni Minoli
Testata: Rai 3
Data: 21/11/2005
Pagina: 1
Autore: Giovanni Minoli
Titolo: La storia siamo noi
La trasmissione condotta da Giovanni Minoli "La storia siamo noi" andata in onda su RAI 3 mercoledì 16 novembre 2005 all’una di notte e durata circa un’ora si è occupata di Sharon.

Alla voce narrante si alternavano testimonianze di vari personaggi: giornalisti, storici, politici, amici di Sharon.

Laor, scrittore, dice che lo "sharonismo è una sorta di aggressività no stop".

La voce narrante dice che Sharon nasce in un’area che è all’epoca ancora Palestina, che la sua casa è recintata e isolata. Nel corso del programma si fa cenno diverse volte a questo isolamento per spiegare la personalità di Sharon. La voce narrante dice "durante l’infanzia Sharon si sente estraneo rispetto alla comunità". "Il padre di Sharon non era molto amato, ma rispettato".

Si dice che Sharon per poco non fu ucciso da una ferita nel 1948, che nell’agosto 1953 l’ambizioso Sharon capo dell’unità 101 guidava raid di ritorsione contro gli arabi, la voce narrante diceche tali raid erano di "dubbia legittimità".

La voce narrante dice che l’unità 101 si infiltrava in villaggi a Gaza e in Cisgiordania per rappresaglie.

Si fa cenno ad un villaggio, Kibia in cui gli uomini scapparono lasciando donne e bambini, furono fatte esplodere le case, Sharon; intervistato, dice che era entrato personalmente nelle case e che non c’era nessuno, che in altre occasioni anche le donne e i bambini erano andati via.

Landau, amico di Sharon, dice che Sharon era indisciplinato.

La voce narrante dice che Sharon è "deciso a stroncare le azioni terroristiche della resistenza palestinese".

Si dice senza prove che ogni arabo preso con un’arma era ucciso sul posto.

Rouleau, giornalista, dice senza prove che Sharon detestava gli arabi.

Al Shafi, negoziatore palestinese a Madrid, vicino ad Al Fatah dichiara "Sharon è un criminale, lui è assetato di sangue"


Si dice senza prove che Sharon vuole rendere impossibile la creazione di uno stato palestinese.

Si passa poi a descrivere l’operazione pace in Galilea.
Si dice che i soldati israeliani entrano nei villaggi e nei campi profughi e quindi "le stragi di civili si susseguono" (attribuendo così falsamente a Israele stragi di civili). Non si fa alcun cenno ai motivi per cui l’esercito entrò in Libano, cioè agli attacchi sferrati dai palestinesi contro Israele dai confini libanesi, non si è fa alcun cenno alle stragi perpetrate da Arafat e compagni contro i villaggi cristiano-libanesi, da come vengonopresentati i fatti lo spettatore è indotto a credere che l’Olp stesse pacificamente in Libano.

Si dice che per due mesi il quartier generale dell’Olp è bombardato "uccidendo migliaia di civili" (nessun cenno ai civili israeliani e libanesi ammazzati dall’Olp in quel periodo).

Dopo aver preparato così bene il terreno sia in relazione alla descrizione della personalità che dei comportamenti di Sharon il servizio passa alla vicenda di Sabra e Chatila. Si dice che i "fedele alleati" di Sharon per due giorni uccidono , stuprano e seviziano, i morti sono migliaia. (Non si fa cenno al fatto che Sabra e Chatila fossero campi di addestramento del terrorismo internazionale, e che le azioni dei cristiano-libanesi fossero una risposta,certamente non giustificabili, alle azioni criminali dei palestinesi contro i libanesi, alle distruzioni dei villaggi libanesi, ecc. Soprattutto si addossa ancora una volta a Sharon la responsabilità di un crimine dei falangisti ). Si dice che 400.000 persone in Israele scendono in piazza per protestare contro Sharon. Si dice che fu un massacro terribile, divenne un simbolo.

Si cita la commissione Kahane che indica la responsabilità di Sharon per non aver rispettato gli ordini e di non aver impedito i massacri, senza però ricordare che essa scagionava sharon dall'accusa di aver previsto o addirittura voluto i massacri. Si dice che Sharon fu obbligato a lasciare il ministero della Difesa.

Si dice che il 12/7/1994 Arafat torna a Gaza, che Sharon fa appello alle paure più profonde della società israeliana.

Si dice che nel 2000 fa una visita alla spianata al Aqsa seguito da un imponente servizio di sicurezza. (Non si fa cenno alcuno al fatto che Sharon abbia preventivamente informato le autorità palestinesi, al fatto che queste non abbiano cercato di impedire la visita a Sharon, al fatto che la seconda intifada era organizzata da tempo).

Sharon è definto da un testimone "un uomo duro spietato anche violento".

Si cita l’assedio al quartier generale di Ramallah del 2001.

Si dice che "Sharon non ha limiti né politici né morali".

Si dice che attacca e distrugge il campo profughi di Jenin (nessun cenno al fatto che Jenin era ed è una roccaforte del terrrorismo palestinese, nessun cenno alle trappole esplosive alle mine per strada e nelle case, nessun cenno al fatto che in realtà sia stata toccata dalla battaglia una esigua zona di Jenin).

Si dice che da quando gli israeliani hanno cominciato a costruire il "muro" per difendersi dal terrorismo i palestinesi hanno perso altra terra e sono sempre più reclusi (naturalmente vengono fatti vedere i blocchi di cemento e non la rete metallica, non hanno fatto alcun cenno alle sentenze della Corte Suprema israeliana che ha imposto di cambiare il percorso della barriera difensiva per recar meno disagi ai palestinesi)

Nel corso del programma si è anche detto che Sharon è stato un abile militare a cui è stato impedito di far carriera, da come sono state esposti i fatti ne risulta uno Sharon frustrato.

Si è detto anche, va riconosciuto, che gli insediamenti in Cisgiordania erano posizionati in posizioni strategiche, costituendo la prima linea difensiva dello stato di Israele. Si è detto dei coloni uccisi dai terroristi, si è fatto vedere un filmato in cui Sharon visita una casa di coloni in cui è stato ucciso un bambino.

Il programma si chiude con cenni al ritiro da Gaza.

Nel complesso, sicuramente un'operazione faziosa, una demonizzazione basata su distorsioni, testimonianze non verificabili, giudizi soggettivi e veri e propri falsi del premier israeliano.

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