Una sentenza che rivela l'imparzialità della giustizia israeliana
e tre cronache che rivelano molta parzialità
Testata:
Data: 28/06/2005
Pagina: 15
Autore: Alessandra Coppola - un giornalista - Michele Giorgio
Titolo: Uccise un pacifista militare condannato - Uccise pacifista inglese: soldato condannato per omicidio involontario - Hurndall, condannato il soldato killer
Il COORIERE DELLA SERA di mertedì 28 giugno 2005 pubblica a pagina 15 l'articolo di Alessandra Coppola "Uccise un pacifista militare condannato" , sulla condanna dell'ex soldato israeliano Taysir Al Heib riconosciuto colpevole dell'omicidio preterintenzionale dell'attivista inglese dell'Internattional solidarity moveement Tom Hurndall.
Che l'accusa sia omicidio preterintenzionale non è chiaro dal titolo. Nè è chiaro perchè il termine preterintenzionale, che definisce il reato, sia posto tra parantesi nell'articolo.
Nella chiusura del quale vengono riportate le accuse delle organizzazioni dei diritti umani, secondo le quali le sentenze di condanna di soldati israeliani sono troppo poche.
La sentenza potrebbe però far sospettare, al contrario, che in Israele i tribunali non esitino a condannare i militari quando ne hanno i motivi e gli argomenti. E che, perciò, anche le assoluzioni e le archiviazioni abbiano dei motivi.
Ma è un sospetto che difficilmente potrà mai presentarsi se si continua a guardare a Israele e alle sue istituzioni con gli occhi del pregiudizio.

Era talmente furioso l'ex soldato Taysir Al Heib che all'uscita dal tribunale diAshkelon ha preso a calci fotografi e cameramen. Per la prima volta in quattro anni di Intifada un militare dello Stato ebraico è stato riconosciuto colpevole dell'omicidio ( preterintenzionale) di un cittadino straniero, il britannico Thomas Hurndall. E questo « primato » è toccato al beduino Taysir Al Heib, che ora rischia vent'anni di carcere.
I fatti risalgono all'aprile 2003. Thomas, 22 anni, studente di giornalismo a Manchester, era nel campo profughi di Rafah, a Gaza, con l'organizzazione International Solidarity Movement.
Testimoni hanno raccontato che stava guidando un gruppo di bambini palestinesi lontano dai tank quando è caduto a terra colpito da un proiettile alla testa.
Sarebbe morto dopo nove mesi di coma.
Su pressione dei genitori e di Londra, il governo israeliano ha chiesto e ottenuto dall'esercito un'indagine completa, che ha portato ieri la corte militare a questa conclusione: a sparare da una torretta d'avvistamento con un fucile di precisione è stato il soldato Al Heib. La sua deposizione è stata valutata « confusa e patetica » : l'intento sarebbe stato quello di spaventare il pacifista con una pallottola a dieci centimetri dal volto. Ma il soldato avrebbe sbagliato i calcoli, colpendo il ragazzo alla testa.
E' la terza volta che un soldato viene ritenuto colpevole di omicidio: i casi precedenti riguardavano civili palestinesi. Ancora sentenze isolate, secondo le organizzazioni israeliane per i diritti umani. Sarit Michael, portavoce di B'tselem, considera quella di ieri « l'eccezione che conferma la regola di una sostanziale impunità: solo il 5% dei casi viene indagato »
L'articolo pubblicato da AVVENIRE a pagina 15, "Uccise pacifista inglese: soldato condannato per omicidio involontario", ha un titolo più preciso.
E' errato però scrivere che a tutti i famigliari dell'attivista non hanno potuto assistere la processo: solo al fratello è stato impedito.
Errato anche definire l'International Solidarity Moveement un'organizzazione pacifista, dato che sostiene la legittimità del terrorismo palestinese e la distruzione di Israele e ha concretamente protetto terroristi ricercati.
Di difficile comprensione la frase: "Tom Hurndall, 22 anni, era stato ferito gravemente mentre aiutava dei civili palestinesi durante scontri con l'esercito israeliano". In realtà , secondo le ricostruzioni dei testimoni i civili in questione (bambini che si recavano a scuola) erano stati sorpresi dallo scoppio di uno scontro a fuoco terroristi e soldati israeliani.
L'esercito non era dunque impegnato in uno "scontro" con civili disarmati.

Ecco il testo:

Una corte militare israeliana ha condannato un ex-soldato per l'uccisione nel 2003 di un pacifista britannico nella striscia di Gaza. Tom Hurndall, 22 anni, era stato ferito gravemente mentre aiutava dei civili palestinesi durante scontri con l'esercito israeliano. Il giovane pacifista era rimasto in coma per nove mesi ed era morto in un ospedale di Londra nel gennaio 2004. L'ex-soldato, Taysir Hayb, è stato riconosciuto colpevole di "omicidio involontario". L'entità della pena sarà decisa successivamente dalla corte militare. Hurndall era un militante del Movimento di Solidarietà Internazionale, una associazione pacifista internazionale. Ai familiari del giovane non è stato permesso di assistere al processo perché si sono rifiutati di firmare un impegno a non partecipare a manifestazioni filopalestinesi
IL MANIFESTO pubblica a pagina 9 un articolo di Michele Giorgio, "Hurndall, condannato il soldato killer", che si distingue per essere l'unico a mutare l'omicidio preterintenzionale in omicidio volontario.
Giorgio inoltre reclama altre condanne: tra cui quella per la morte del fotoreporter italiano Raffaele Ciriello (registrata in un filmato e palesemente accidentale) del funzionario delll'Unrwa Iain Hook (processiamo anche, però, coloro che hanno utilizzato locali i veicoli dell'Unrwa per nascondere e trasportare terroristi, costringendo i soldati israeliani a guardare alle insegne dell'agenzia Onu come a un pericolo).

La preccupazione di Giorgio è evidentemente quella di trarre da questa sentenza, che di per sè testimonia dell'imparzialità del sistema giuridico israeliano, il massimo vantaggio propagandistico. La sua tesi è dunque che sono sate le pressioni della Gran Bretagna e la determinazione della famiglia Hurndall a determinare il verdetto. Quando non c'è stata altrettanta determinazione e, soprattutto l'intervento di unpaese occidentale i casi sono stati "insabbiati".
Ma, come ci ricorda, l'articolo di Alessandra Coppola sul Corriere, i presedenti casi nei quali un soldato è stato riconosciuto colpevole di omicidio riguardavano civili palestinesi.

Ecco il testo:

Alla fine la tenacia della famiglia Hurndall ha avuto ragione. Si potrebbe commentare così la sentenza di condanna del soldato israeliano, Wahid Tayser (un volontario di origine beduina), che nel 2003 uccise il giovane pacifista britannico Tom Hurndall a Rafah, sul confine tra Gaza e l'Egitto. Il verdetto verrà reso noto tra due mesi: Tayser rischia fino a venti anni di carcere per omicidio volontario. Tenacia contro le autorità israeliane che hanno cercato di dimenticare l'accaduto e contro i legali del soldato che erano arrivati ad accusare di «imperizia» i medici che avevano soccorso il giovane. La sorella di Hurndall, Sophie, si è detta soddisfatta dalla sentenza ma ha aggiunto che l'esercito israeliano deve cambiare modo di comportarsi. «Queste cose non devono più accadere. Finché le cose non cambieranno la nostra sarà solo una vittoria parziale», ha dichiarato. Al fratello di Tom, William, è stato «impedito» di assistere al verdetto: bloccato all'aeroporto di Tel Aviv per «motivi di sicurezza» gli era stato concesso d'entrare in Israele solo a patto di farsi accompagnare 24 ore su 24 da personale dell'ambasciata britannica e di non recarsi a Gaza, dove avrebbe voluto vedere il posto dove è stato ucciso Tom. Ha preferito non sottostare a queste condizioni e non entrare nello Stato ebraico. Il padre, Anthony Hurndall, in due anni è riuscito a imporre alle riluttanti autorità diplomatiche britanniche di fare la voce grossa con Israele.

Wahid Taysir, all'epoca dell'omicidio in un'unità speciale beduina, è stato dichiarato colpevole dai giudici militari per aver ucciso con un colpo alla testa Tom Hurndall, 22 anni che stava aiutando alcuni scolari palestinesi, sorpresi in strada dall'inizio di scontri a fuoco tra combattenti dell'Intifada e soldati israeliani, a mettersi in salvo. Hurndall è rimasto in coma per nove mesi, ricoverato in un ospedale di Londra. I giudici hanno accertato che Tayser ha sparato contro Hurndall con il fucile usando il mirino telescopico allo scopo di uccidere. Non solo ma avrebbe intralciato l'inchiesta con una falsa testimonianza e incitando altri soldati a raccontare una versione diversa dell'accaduto.Appena qualche giorno fa Human rights watch aveva denunciato che in cinque anni di Intifada solo un numero minimo di uccisioni di civili nei Territori occupati è stato indagato dall'esercito israeliano. Un altro caso famoso, sempre del 2003 a Rafah, quello della pacifista americana Rachel Corrie, 23 anni, uccisa da un bulldozer israeliano che l'ha investita mentre si opponeva alla demolizione di una casa palestinese, è stato archiviato in tutta fretta come «morte accidentale».

E a Rafah è stato ucciso il cameraman James Miller, colpito nel maggio 2003 mentre filmava un documentario. Un funzionario dell'Unrwa (Onu) Iain Hook, invece è stato ammazzato dai soldati israeliani nel campo profughi di Jenin (Cisgiordania). Nel 2002 a Ramallah venne ucciso il fotoreporter italiano Raffaele Ciriello, falciato da una raffica di mitra sparata da un blindato israeliano. Il governo Berlusconi ha fatto il possibile per ignorare il suo caso per non turbare le ottime relazioni con il governo di Ariel Sharon.


A conclusione del nostro articolo segnaliamo quanto da noi scritto sull'International Solidarity Moveement nell'articolo Concerti e teatro: spettacoli di propaganda anti-israeliana", del 27 aprile 2005. La giustizia israeliana ha ora smentito l'iniziale versione, da noi citata, della morte di Hurndall fornita dall'IDF sulla base delle dichiarazioni del soldato ora condannato.
Per il resto, le nostre osservazioni sul International Solidarity Moveement pssono essere riproposte senza cambiamenti.

"L'International Solidarity Movement è un'organizzazione molto particolare: Lee Kaplan ha descritto su Frontpage Magazine (http://www.frontpagemag.com/articles/readarticle.asp?ID=14063)
il training ideologico cui vengono sottoposti i suoi attivisti: il rifiuto dell'esistenza di Israele ne costituisce il letmotiv costantemente ripetuto.
Il 27 marzo 2003 Susan Barcley, un' attivista dell'ISM venne arrestata dagli israeliani per aver protetto nel suo ufficio un capo terrorista della Jihad islamica, Shadi Sukia.
Del resto i fondatori del movimento hanno espresso pubblicamente il loro sostegno alla violenza, e il loro rifiuto delle tesi di chi chiede ai palestinesi di condurre una lotta non-violenta (vedi http://www.frontpagemag.com/articles/ReadArticle.asp?ID=9564).

I militanti dell'ISM feriti in azioni rischiose e irresponsabili è elevata, e senza riscontri negli altri gruppi filo-palestinesi che operano o hanno operato nei Territori. In alcuni casi, come quello di Tom Hurndall, le autorità israeliane hanno sostenuto che gli attivisti erano in realtà impegnati in azioni armate.

Risulta dunque che l'ISM non è affatto un'organizzazione non-violenta e pacifista e che la morte di Rachel Corrie è da ascriversi alla politica cinica di un gruppo di sostegno al terrorismo, che sfrutta anche la buona fede dei suoi membri per ottenere il massimo effetto propagandistico anti-israeliano.


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