Come scambiare Israele per l'Iran
immaginando giudizi "affidati" al vice premier e titoli di giornale "fin troppo significativi"
Testata:
Data: 27/06/2005
Pagina: 7
Autore: la redazione
Titolo: Peres:per il mondo ci saranno un sacco di problemi
Riportiamo il lancio AGI relativo alle dichiarazioni di Shimon Peres sui risultati delle elezioni iraniane, ripreso da LA STAMPA.
Notiamo l'uso di una curiosa espressione a proposito delle dichiarazioni di Peres: che esprimerebbero un giudizio "affidato" al vice premier. Affidato da chi? Peres non può, semplicemente, aver detto quello che pensa? Presentando una democrazia alla stregua di un regime nel quale imprecisati poteri superiori "affidano" l'espressione dei loro giudizi ai leader politici AGI sembra quasi confondere Israele con l'Iran, dove effettivamente un presidente della Repubblica può essere un fiduciario della "Guida Suprema" della Rivoluzione.
Persino i quotidiani, che in Israele sono assolutamente liberi e spesso fortemente critici nei confronti del governo, sono inseriti in questa visione distorta. Così il titolo di Yedioth Aharonoth "Il boia eletto presidente" è definito "fin troppo significativo". Significativo di cosa? Dell'attitudine israeliana verso il neo presidente iraniano Ahmadinejad, bisogna credere, dato che viene citato dopo le dichiarazioni politiche di Peres e del direttore generale del ministero della Difesa Amos Gilad .
Ma forse il vero significato del titolo è quello di fornire un'informazione precisa su chi sia un leader che i giornali italiani trattano coi guanti benché sia stato responsabile di una stretta repressiva quando era sindaco di Teheran e probabilmente di esecuzioni di massa come leader dei Pasdaran. Non ci pare dunque che si tratti di un titolo "fin troppo significativo", semmai sono molti dei titoli e degli articoli sull'Iran dei quotidiani italiani ad essere "troppo poco significativi".

Ecco il testo:

Secondo Israele, il ballottaggio presidenziale di venerdì in Iran tra l'ultra-conservatore Mahmoud Ahmadinejad e il più pragmatico Akbar Hashemi Rafsanjani è stato comunque un confronto tra esponenti estremistici, e dunque non può assolutamente essere definito come un'elezione libera e corretta; più in generale, la vittoria di Ahmadinejad farà aggravare i problemi che Teheran rappresenta per il resto della Comunità internazionale, e ne accrescerà l'isolamento diplomatico: Secondo Israele, il ballottaggio presidenziale di venerdì in Iran tra l'ultra-conservatore Mahmoud Ahmadinejad e il più pragmatico Akbar Hashemi Rafsanjani è stato comunque un confronto tra esponenti estremistici, e dunque non può assolutamente essere definito come un'elezione libera e corretta; più in generale, la vittoria di Ahmadinejad farà aggravare i problemi che Teheran rappresenta per il resto della Comunità internaizonale, e ne accrescerà l'isolamento diplomatico: un giudizio tanto più duro in quanto affidato non al premier Ariel Sharon bensì al suo vice, il leader laburista Shimon Peres. «La nostra conclusione», ha affermato Peres, «è che la pericolosa combinazione di estremisti, arsenali non convenzionali e isolamento dall'Occidentre continuerà, e che genererà un sacco di problemi per il mondo libero». Anche più duri i toni del direttore generale del ministero della Difesa dello Stato ebraico, Amos Gilad: «L'elezione del nuovo presidente completa il processo di cancellazione delle riforme in Iran, e tutti gli sforzi in direzione del cambiamento in quel Paese. Chiarisce inoltre quale sia la minaccia nascosta in un regime così estremistico. «L'Iran - ha sottolineato Gilad - rappresenta una minaccia per il mondo intero». La stampa israeliana ieri ha avvertito che, con l'avvento di Ahmadinejad, Teheran molto probabilmente farà di tutto per indebolire la leadership di Mahmous Abbas alias Abu Mazen, il moderato presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese impegnato in un delicato dialogo con Sharon. «Il boia eletto presidente», è il fin troppo significativo titolo a tutta prima pagina che campeggia per esempio su «Yedioth Ahronoth», il quotidiano a maggiore tiratura.
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